Stage, il Covid cancella nel 2020 60mila opportunità per gli under 25: tutti i dati del calo per classe di età

Scritto il 29 Mar 2021 in Approfondimenti

diminuzione degli stage effetti del Covid sullo stage numero degli stage stagisti anziani

Gli stage sono calati di un terzo a causa del Covid. Sono i numeri inediti che il ministero del Lavoro ha fornito alla Repubblica degli Stagisti: una diminuzione del 34% del numero di attivazioni di tirocini extracurricolari confrontando quelli avviati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre del 2020 e quelli avviati nello stesso periodo dell’anno precedente.

 

 

Ma il calo è uniforme per tutte le età? La risposta è no. I giovani sono molto più colpiti, in proporzione, rispetto agli adulti. Si vede proprio una tendenza lineare: più si sale di età, più l’effetto del Covid sembra meno forte. Dunque i più penalizzati, quelli per cui le opportunità sono calate maggiormente, sono proprio quelli per cui lo stage è più importante: i giovani, che hanno meno esperienza nel mercato del lavoro e più bisogno di arricchire il proprio cv. In termini assoluti, la classe di età degli under 25 ha visto cancellarsi di botto oltre 60mila opportunità di tirocinio.

stage lavoroMentre al contrario il dato in un certo senso clamoroso è che gli “anziani”, cioè gli stagisti ultra 55enni, hanno visto ridursi solamente del 20% le opportunità di stage. Ben quattordici punti percentuali meno della media.

In particolare, se si guarda il calo delle attivazioni considerando singolarmente le quattro classi anagrafiche in cui il ministero del Lavoro suddivide tutte le persone che fanno stage, si scopre che per gli under 25 il calo è stato del 36%. In numeri assoluti nel 2020 sono stati perse oltre 60mila opportunità per questa fascia di età: risultano infatti essere stati attivati poco più di 107.500 tirocini a favore di persone al di sotto dei 25 anni, quando nel 2019 questo numero aveva rasentato 169mila.

La classe immediatamente successiva, che comprende le persone che hanno tra 25 e 34 anni, ha patito un calo del 33%: nel 2019 erano stati circa 128.500, a causa del Covid il numero è sceso un po’ al di sotto degli 86mila.

Per gli stagisti (o aspiranti tali) tra i 35 e i 54 anni l’impatto è stato del -32%: i dati 2020 parlano di po’ più di 33mila tirocini extracurricolari partiti per persone in questa classe di età, circa 16mila meno che l’anno precedente.

Ma il risultato più inaspettato, come anticipato, è quello degli stagisti attempati: le persone di più di 55 anni che sono state avviate in stage, pur poche dal punto di vista numerico, in termini percentuali hanno visto una riduzione delle opportunità molto contenuta: solamente un -20%. Per la precisione, sono stati circa 8mila i tirocini per over 55 che hanno preso avvio nel 2020, mentre nel 2019 erano stati un po’ meno di 10mila.

Dal punto di vista della parità di genere, dei 234.513 percorsi formativi extracurricolari partiti nel 2020 il 48,7% ha riguardato donne e il 51,3% ha riguardato uomini, con una leggera diminuzione delle opportunità per le donne se si considera che nel 2019 la proporzione era stata praticamente perfetta 50-50, anzi con un leggero vantaggio – 50,4% – per le donne.

Guardando i dati con la lente incrociata del genere e delle classi di età emerge che nel 2020 gli stagisti under 25 sono stati nel 55,5% maschi e solo nel 44,5% femmine: i ragazzi in effetti erano di più anche nel 2019, ma il dato si era fermato a 53,5% contro 46,5%. La situazione si ribalta nella classe di età successiva: gli stagisti tra i 25 e i 34 anni sono in prevalenza – 54% dei casi – femmine (nel 2019 erano state il 55%). Prevalenza di donne anche nel cluster di stagisti 35-54enni: nel 2020 hanno rappresentato il 52,6% del totale (nel 2019 erano state il 55%), mentre gli uomini si sono fermati a 47,4% (45% nel 2019). Nel segmento di stagisti più “attempati” invece, gli over 55, la netta prevalenza è di uomini: 66,4% del totale, e solo il 33,6% donne; quindi oltre due stagisti anziani su tre sono uomini (nel 2019 il dato registrato era stato: 64% uomini, 36% donne).

Dunque accanto al dato eclatante che gli stage per persone avanti con gli anni sono calati, a causa della pandemia, molto meno degli stage per persone giovani, vi è anche da registrare la tendenza a privilegiare i maschi per le opportunità di stage in giovane età (cioè quando lo stage sarebbe più “appropriato”).


Cosa significano questi dati? Perché, in una situazione di contrazione delle opportunità di stage, esse calano per i giovani in maniera più marcata rispetto a quanto calino per adulti? La spiegazione probabilmente sta nel fatto che gli stage per over 55enni sono, salvo rari casi, “non fisiologici”. Cioè non sono il frutto “naturale” del mercato del lavoro – giovani che devono aumentare le proprie competenze professionali per rendersi appetibili per i datori di lavoro, aziende che cercano giovani da formare e utilizzano il conveniente inquadramento dello stage per avere meno vincoli rispetto a un contratto di lavoro – bensì il frutto di specifici programmi di “riconversione professionale”, spesso pagati con soldi pubblici, altrettanto spesso svolti in strutture della pubblica amministrazione.

Questi stage per persone adulte-quasi-anziane assomigliano sovente, purtroppo, a dei “depositi” dove scaricare persone scarsamente occupabili in attesa che raggiungano l’età per la pensione, quando sono scadute tutte le altre possibilità di ammortizzatori sociali. E dunque qui non sorprende che ci sia una netta prevalenza di uomini: le donne, si sa, incontrano molto spesso ostacoli che le espellono in anticipo dal mondo del lavoro, primo fra tutti la difficoltà di conciliare maternità e lavoro.

Certo, ci potrebbero essere anche altre spiegazioni: ma quali?

L'immagine a corredo dell'articolo è di David Ingram [da Flickr in modalità Creative Commons]

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