Come va la vita agli stagisti italiani? La Repubblica degli Stagisti da mesi sta raccogliendo informazioni sugli effetti dell’emergenza Covid sullo stage. Oggi approfondiamo la situazione nella regione Campania.
Al momento in cui l’emergenza è scoppiata, a marzo, in Campania erano in corso di svolgimento 12.101 tirocini extracurricolari. Nel dettaglio, 6.224 erano gli uomini impiegati in questi percorsi di formazione on the job e 5.877 le donne, con una distribuzione dunque del 51,5% di opportunità per gli uomini contro un 48,5% di opportunità per le donne.
Dai dati inediti forniti alla Repubblica degli Stagisti dall’Ufficio V del Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale – quello che si occupa tra le altre cose di Università, Istruzione, formazione, lavoro e politiche giovanili – di questi oltre 12mila tirocini, 2.843 risultano essere stati interrotti. Gli altri sono stati variamente sospesi – per qualche settimana o qualche mese – e poi ripresi, alcuni nella modalità “smart” da casa, altri in presenza.
In particolare in provincia di Napoli era attiva, al momento dello scoppio della pandemia, la maggior parte – quasi la metà – dei tirocini campani: per la precisione 5.262, che coinvolgevano un 51% di stagisti maschi e un 49% di femmine. A Caserta ve ne erano in corso 3.055 (52% maschi, 48% femmine), a Salerno 2.563 (in perfetta parità 50-50), ad Avellino 794 (qui 53% maschi e 47% femmine) e infine Benevento, dov’erano in corso 427 tirocini (52% a favore di uomini, 48% a favore di donne).
E poi cos’è successo? Al di là dei tirocini sospesi che hanno potuto, passata la fase emergenziale, riprendere il loro corso, tra il 1° maggio e il 31 agosto risultano essere partiti in Campania 7.279 nuovi percorsi di stage extracurricolare. 4.162 di questi percorsi sono stati attivati a favore di uomini e solo 3.117 a favore di donne. Quindi vuol dire che le proporzioni rispetto alle opportunità in Campania sono decisamente cambiate dopo il Covid: le donne hanno avuto accesso solamente al 43% degli stage, mentre il 57% è stato destinato agli uomini.
Confrontando questi dati con quelli dello stesso periodo dell’anno scorso, sullo stesso territorio, si scopre che nel periodo 1° maggio - 31 agosto i tirocini attivati erano stati 10.238: il Covid quindi ha causato anche dopo la prima fase emergenziale un calo significativo delle opportunità di tirocinio in Campania, che si sono ridotte del 30% circa. Da rilevare anche che la Campania già in epoca pre-Covid non era una campionessa di parità: i tirocini partiti tra maggio e agosto 2019 erano infatti già pesantemente sbilanciati a favore dei maschi, 54% contro solo 46%. E lo squilibrio adesso è ulteriormente peggiorato, dato che sono aumentati di tre punti percentuali i tirocini che coinvolgono uomini e sono diminuiti di tre punti percentuali i tirocini che coinvolgono donne. Come se in questo periodo di difficoltà fosse più opportuno, più importante garantire ai maschi la maggior parte delle chance di entrare nel mondo del lavoro.
Tornando all’oggi, e ai 7.279 partiti in Campania tra il 1° maggio e il 31 agosto del 2020, anche in questo caso Napoli fa la parte del leone, numericamente, con 3.270 attivazioni. Per quanto riguarda la differenza di genere, il 55,5% dei 3.270 partiti in questa provincia ha riguardato uomini e solo il 44,5% ha riguardato donne. Dei 2.128 stage attivati a Salerno, il 56% era per stagisti maschi e solo il 44% per stagiste femmine. In provincia di Caserta le nuove attivazioni sono state solo 975, e qui la percentuale di stagisti maschi schizza a 57% e per le donne le opportunità si fermano a 43%. Ancor più marcata la disparità di genere in provincia di Avellino, dove tra maggio e agosto risultano essere partiti 679 tirocini, per il 69% a favore di uomini e solamente per il 31% a favore di donne. Dei 227 tirocini attivati a Benevento, infine, il 59% riguarda maschi e solo poco più del 41% coinvolge femmine.
E passiamo ora al tasso di assunzione. In Campania, sempre secondo i dati del Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale, nel 2019 questo tasso in media è stato pari al 28,5%: ciò significa che dei 27.250 tirocini partiti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre del 2019, 7.774 si sono poi trasformati in contratto di lavoro. Tale percentuale sale addirittura all’80% se non si prende in considerazione chi assume: cioè se si contano come “assunti” tutti coloro che si sono visti offrire un contratto di lavoro dopo aver fatto un tirocinio, indipendentemente dall'azienda dove lo avevano svolto (e indipendentemente anche dalla tipologia e dalla durata del contratto proposto). Che alla Regione risultano essere 21.965.
Sembra una percentuale sproporzionata – la media nazionale rilevata rispetto a questo specifico dato è intorno al 50% – ma la Regione la conferma: «I dati sono corretti» assicura Arturo Bisceglie, già funzionario dell’Agenzia Regionale per il lavoro e l’Istruzione e ora in forza alla Direzione generale per l'istruzione la formazione, il lavoro e le politiche giovanili della Regione: «Il rifinanziamento del Programma Garanzia Giovani Nuova fase ha dato un impulso alla crescita delle contrattualizzazioni dei tirocini, creando un vero e proprio effetto di trascinamento», aggiungendo che «la misura di accompagnamento al lavoro di Garanzia Giovani, tra la prima fase del Programma e la nuova fase, non è stata mai interrotta».
Naturalmente questi sono i dati 2019, cioè in epoca pre-Covid. Inevitabile prevedere che questo trend iper-positivo di assunzioni di persone che hanno fatto tirocini risulterà smorzato quando saranno disponibili i dati del 2020; a quel punto si vedrà quali risorse la Regione Campania – che in primavera non è stata, purtroppo, tra quelle che hanno destinato un indennizzo ai tirocinanti danneggiati dal Covid – sceglierà di mettere in campo.
Community