Dalla laurea umanistica a un lavoro nella consulenza: una filosofa e uno scienziato politico raccontano cos'è il BipBootCamp

Scritto il 09 Lug 2019 in Storie

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Chi l'ha detto che chi ha studiato filosofia o scienze politiche non possa finire a fare il consulente manageriale? È certamente vero che la gran parte di giovani che vengono assunti nelle società di consulenza hanno background in economia o ingegneria, ma le cose stanno cambiando: prova ne sia il BipBootcamp, programma formativo intensivo di “Business & Management Induction” ideato dalla società di consulenza Bip in collaborazione con il MIP del Politecnico di Milano per formare in una formula “sprint” laureati umanistici alla professione della consulenza. Proprio in questi giorni – e fino a venerdì 2 agosto – sono aperte le candidature per partecipare alla seconda edizione del BipBootCamp; la Repubblica degli Stagisti ha incontrato due dei dodici partecipanti alla prima edizione poi assunti in Bip alla fine del percorso.

stage lavoro bipbootcampSi parte con un po' di “serendipity”: se infatti Alice Allasia è oggi consulente in Bip è anche un po' grazie alla Repubblica degli Stagisti. Proprio su questo sito, infatti, questa ventiseienne piemontese laureata in Filosofia ha scoperto dell'esistenza del BipBootCamp e ha deciso di candidarsi.
Alice ha alle spalle un percorso internazionale: prima un Erasmus a Oviedo, in Spagna, e poi dopo la laurea una borsa di studio che l'ha portata a fare un tirocinio all'università di Coimbra, in Portogallo, per cinque mesi. «Pensavo di continuare a studiare prendendo la strada del dottorato» racconta: «Se sei laureato in filosofia e vuoi lavorare con la filosofia, o vai a insegnare nei licei o fai il dottorato. Io avevo fatto application per alcuni dottorati all'estero: l'idea di continuare a studiare mi piaceva. Ma a un certo punto mi sono resa conto che avevo voglia di qualcosa di un po' più pratico: volevo fare esperienza nel mondo del lavoro».

Un giorno di giugno dell'anno scorso Alice legge sulla Repubblica degli Stagisti l'articolo “Penalizzati dalle lauree umanistiche? Non per forza: Bip e la Business school del Politecnico di Milano lanciano un training accelerato” e ne resta colpita: «Mi ha incuriosito il fatto che cercassero laureati con un background umanistico e ho deciso di provare a inviare il cv. Non avevo mai sentito parlare della consulenza e durante il primo colloquio ho fatto tantissime domande».

Alice esce da quel colloquio con una bella sensazione sulla pelle: «Mi ha suscitato molta curiosità, è stato un bel confronto: mi è sembrato di essere capita e compresa». La sensazione è corretta: il team HR di Bip la inserisce tra i quindici selezionati per partecipare alla prima edizione del BootCamp. Alice però non accetta immediatamente: «Mi sono presa qualche giorno per capire se volevo veramente buttarmi in questo percorso così diverso da quanto avevo fatto fino a quel momento» ricorda. Dell'opportunità che si staglia all'orizzonte vanno valutati anche gli aspetti economici: «Per me 1.500 euro erano una spesa grossa. Pur avendo sempre lavoricchiato nella mia vita, dopo la mia ultima esperienza di tirocinio all'estero ero tornata a vivere con i miei e l'idea di investire altri soldi in formazione non è stata facile, ma poi ho realizzato quanto mi sarebbe servita a livello formativo». E dunque, alla fine, la voglia di provare il BipBootCamp prevale.

Del resto, per la cronaca, dopo il periodo in aula (che nell'edizione cui ha partecipato Alice durava quattro settimane, mentre ora ne dura cinque) il BootCamp prevede tre mesi di stage in Bip, e ai suoi stagisti Bip offre una indennità di 800 euro al mese: dunque si può dire che il costo della quota di adesione venga in qualche modo “ammortizzato”, anche se poi è vero che tutti i partecipanti che arrivano da fuori Milano devono comunque mettere in conto un budget per vitto e alloggio da fuorisede.

«Il corso era organizzato con una parte in aula e un'altra parte online, con la modalità dell'e-learning» racconta Alice: «È stato molto impegnativo e duro per le tematiche affrontate, le materie, la pressione che giustamente ci mettevano addosso» aggiunge: «Tutto questo ci ha spinto a creare un gruppo bellissimo: ci siamo aiutati molto a vicenda. Dal Bootcamp ho imparato tanto, ancora oggi mi torna utile, a volte torno a riguardarmi gli appunti!».

Da laureata in filosofia e neofita della consulenza, alla fine dello stage in Bip Alice non si aspettava di ricevere una proposta di assunzione direttamente a tempo indeterminato – oggi lavora nell'Area di business Grandi telecomunicazioni – e la sorpresa è stata grande: «Ma ancor più del contratto per me sono stati importanti i feedback ricevuti da parte dei miei superiori, che mi hanno detto che erano contenti di avermi all'interno del loro team... anche se ero un pesce fuor d'acqua!».

Percorso del tutto diverso ma conclusione simile per uno dei colleghi “bootcampini” di Alice, Marco Laoreti. Venticinque anni, originario dell'Umbria, Marco si è diplomato al liceo classico – «ho sempre cercato di evitare la matematica nel mio percorso!», scherza – e poi ha studiato Scienze politiche a Roma per la triennale e Public Policies per la specialistica, in Germania. «A Berlino facevamo molta analisi quantitativa per la materia di Politiche pubbliche, per valutare l'effetto delle politiche pubbliche sulla società; è stata la prima volta in cui mi sono avvicinato ai numeri e alla statistica. Il mio progetto iniziale era andare a lavorare nel settore pubblico, entrando in qualche istituzione come un ministero, o la presidenza del consiglio» racconta.

Poi in Germania è entrato in contatto con il settore della consulenza, ed è scattata la scintilla: «All'università venivano spesso società a presentarci il loro lavoro», e così Marco ha cominciato a guardare in quella direzione. «Una mia amica, sapendo di questo mio interesse, mi ha segnalato la pagina che raccontava del BootCamp di Bip»: Marco decide di provare a candidarsi, mentre ancora vive a Berlino. In poche settimane il percorso di selezione e la conferma di essere stato ammesso: «A settembre 2018 ho trasferito tutta la mia vita a Milano con un DHL, bicicletta compresa». E via con il BootCamp: «È stato una “induction”: non avevo mai fatto finanza, maneggiato un bilancio! La parte che ho preferito è stata quella di strategia, abbiamo potuto toccare la materia in concreto, fare dei business plan. Emozionante».

Il fatto che il BootCamp non fosse gratuito non è stato un elemento critico: «Per me è stato una sorta di continuazione dell'investimento che avevo fatto sui miei studi e sulla mia formazione» racconta: «Ho valutato i corsi molto specifici, era una opportunità che valeva quei soldi. È stato un investimento su me stesso e sul mio futuro».

Dopo il periodo in aula, Marco è stato inserito in stage in Bip e subito dopo assunto con un contratto a tempo indeterminato: «Non mi aspettavo di ottenerlo a venticinque anni. E non mi aspettavo di ottenerlo in Italia» ammette con un sorriso. Vedi come la vita a volte sorprende.

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