100mila giovani ogni anno mandano il cv alle società di consulenza, sperando di poter cominciare una carriera nel management consulting. Per 10mila di loro effettivamente si aprono le porte e vengono assunti, spesso con un passaggio preventivo in stage. Proprio questa estrema vitalità del settore della consulenza a livello occupazionale sta alla base della partnership sottoscritta qualche mese fa tra la Repubblica degli Stagisti e Assoconsult, l'associazione di categoria della galassia Confindustria che raggruppa circa 150 società di consulenza.
La partnership è stata presentata e raccontata la settimana scorsa a Milano nel corso di Best Stage, l'evento annuale della Repubblica degli Stagisti dedicato a focalizzare il tema dell'occupazione giovanile in Italia. Alberto Antonietti, manager di Accenture e neo vicepresidente di Assoconsult, è intervenuto accanto a Eleonora Voltolina per raccontare la partnership appena avviata con l'obiettivo di «far conoscere ai giovani il settore della consulenza, che è un settore incredibilmente vivo e assetato di giovani talenti» ha riassunto la fondatrice della Repubblica degli Stagisti.
«Nel mondo della management consulting il termine stesso "consulenza" è talvolta un po' abusato, e Assoconsult mira molto a qualificare e a comunicare correttamente cosa vuol dire consulenza di management, consulenza di impresa» ha detto prima di tutto Antonietti. Il settore dà lavoro a 35mila persone ed è composto per una parte importante di piccole e medie imprese che generano il 20% del fatturato e poi da medie, grandi e multinazionali con sede in Italia che alimentano il resto del business. In particolare esistono 35 imprese con oltre 50 dipendenti che realizzano quasi la metà del fatturato del settore e occupano il 27% degli addetti.
Perché è importante la consulenza ai fini della RdS? Perché è uno di quei settori che anche in questi anni di crisi complessivamente è cresciuto in maniera rilevante e spesso anche con tassi a doppie cifre. «Stiamo crescendo di oltre il 10% medio all'anno in termini di fatturato» ha confermato Antonietti: «E il settore in Italia è ancora sottodimensionato rispetto a quello che succede in altri Paesi; l'Italia fa circa 3,5 miliardi di fatturato complessivo secondo le stime di Assoconsult, che effettua anche un osservatorio annuale di analisi del settore, con una incidenza dello 0,2% del Pil: è poco rispetto a quello che succede negli altri grandi Paesi europei - sopratutto la Germania, ma anche UK e Francia - dove la percentuale si aggira intorno all'1%. Quindi è un settore che sta crescendo».
Per il tipo di business e per i numeri, le aziende di questo settore sono sempre alla ricerca di new entry: «La consulenza ha una struttura di funzionamento in cui i giovani sono un ingrediente fondamentale del motore» ha spiegato Antonietti: «Tipicamente c'è un turnover abbastanza significativo, nell'ordine del 12-15%, e pertanto si creano continuamente spazi significativi per nuovi ingressi». E i numeri lo confermano: «Complessivamente noi come settore riceviamo circa 100mila candidature all'anno, che vengono prevalentemente dal settore di studi economico - tecnologico, e andiamo ad assumere circa il 10% di questi candidati: dunque direi che almeno 10mila nuovi laureati entrano ogni anno in consulenza».
E qui entra in gioco l'elemento dello stage: «Prima dell'ingresso, ai laureandi e neolaureati molto spesso offriamo degli internship: per noi è uno strumento alquanto utile e credo che sia anche un servizio importante per i giovani e nel complesso per il Paese. Molto spesso, sopratutto nelle aziende medio grandi, tipicamente entrare in consulenza vuol dire continuare a fare un percorso di formazione però direttamente a contatto e lavorando quotidianamente. Per le tematiche che trattiamo, che sono tipicamente di business e si declinano su marketing, strategia, performance management, IT strategy, si lavora all'interno di gruppi di lavoro, a stretto contatto con il cliente. Gli stage sono effettivamente delle occasioni di crescita professionale e di acquisizione di un metodo di lavoro molto rilevante, che secondo noi completano in maniera significativa quello che è il percorso scolastico, accademico – sicuramente molto approfondito dal punto di vista teorico e che però, sopratutto a confronto con il livello internazionale, talvolta pecca un po' di “limitata pragmaticità”».
Da qui l'idea di Assoconsult di stringere una alleanza con la Repubblica degli Stagisti, avviando «con molta gioia e soddisfazione», ha detto Antonietti, una partnership «che consente ad Assoconsult di disciplinare ulteriormente meglio l'utilizzo degli stagisti. Assoconsult si è data un proprio codice di autodisciplina anche sul tema delle assunzione e della gestione del personale in stage».
E le aziende che aderiscono al network della Repubblica degli Stagisti garantiscono ai giovani condizioni di miglior favore rispetto a quelle previste dalle varie normative sul tema: «Abbiamo fatto una battaglia per debellare gli stage gratuiti» ha ricordato Eleonora Voltolina: «Ci siamo riusciti solo a metà perché abbiamo ottenuto un quadro normativo più favorevole per quanto riguarda gli extracurriculari, anche se ci sono ancora i curriculari che viaggiano nella vacatio legis. La nostra idea è quella di fare un passo in più» e stimolare le aziende a garantire, per esempio, indennità mensili più alte rispetto ai minimi (mediamente 400 euro al mese) posti dalle Regioni. «Rispetto al settore della consulenza, molto spesso le aziende non devono neanche modificare la loro policy per entrare a far parte del nostro network» ha aggiunto Voltolina «Perché hanno già di per sé una policy che rispetta i nostri criteri» - che per la cronaca prevede, rispetto all'aspetto monetario, di garantire un emolumento di almeno 500 euro al mese per i tirocini per i laureati e di almeno 250 euro al mese per gli studenti universitari.
«Noi abbiamo ad oggi circa una decina di società di consulenza nel network: più o meno la metà sono associate Assoconsult» ha continuato Voltolina: «L'idea di stipulare una partnership è stata un'idea dell'ingegner Capé è il presidente di Assoconsult ed è anche uno degli amministratori delegati di Bip, una importante società di consulenza che fa parte del network della Repubblica degli Stagisti. La struttura che noi abbiamo dato alla partnership prevede un incentivo economico: le aziende associate Assoconsult pagano una quota di adesione annuale fortemente scontata». Il che ha prodotto già degli effetti: due società, Lattanzio e Mercer, hanno infatti in questi ultimi mesi aderito al network. E la vitalità del comparto della consulenza è stata confermata all'interno dei premi che la Repubblixca degli Stagisti ha attribuito al termine di Best Stage: «Le società di consulenza dentro l'RdS network hanno fatto incetta dei nostri AwaRDS perché hanno obiettivamente delle condizioni ottime e sopratutto un tasso di assunzione post stage stratosferico». In effetti: Everis ha vinto l'AwaRDS per il “miglior rimborso spese” e anche quello per il “miglior tasso di assunzione post stage” insieme a Bip, Marsh, Mercer, Spindox e Assioma.net; e inoltre l'AwaRDS per la “miglior performance di assunzioni dirette di giovani” è andato ex-aequo a PwC ed EY.
Ma qual è il profilo dei giovani che le società di consulenza ricercano così attivamente? «L'identikit sta cambiando un po' nel tempo» ha spiegato Antonietti: «C'è una rivoluzione legata alle innovazioni nell'ambito dell'Information Technology, nel mondo digitale, che sta trasformando anche le nostre esigenze e quelle della nostra clientela». In passato gli addetti HR di questo settore andavano a caccia «principalmente di laureati in Economia, in Business administration, un po' di ingegneri che poi dopo facevano il master, qualche laureato in matematica», e in sostanza il 90% dei giovani inseriti veniva dal mondo dell'economia, oggi il quadro è molto diverso. «Rimane viva la ricerca di giovani che vengono dal mondo della galassia economica, ma sta crescendo molto la gamba della specializzazione più tecnica, quindi degli ingegneri gestionali e di quelli che lavorano in settori più tecnologici come per esempio quelli elettronici. Inoltre oggi cerchiamo anche laureati in materie umanistiche per ciò che riguarda il marketing digitale» per portare avanti attività di «storytelling, marketing digitale, gestione dei social media: questo sicuramente dà delle possibilità anche indirizzi di studi che fino a poco tempo fa non ricercavamo».
Caratteristica indispensabile per lavorare nella consulenza, secondo Antonietti, è la passione per l'innovazione: «Noi gestiamo un continuo cambiamento, una continua trasformazione. Aiutiamo i nostri clienti a creare nuovi mercati, nuovi prodotti, nuove soluzioni, nuovi modi di gestire le organizzazioni: quindi devono essere persone tipicamente appassionate del cambiamento, capaci di lavorare in progetti, anche perché noi non lavoriamo mai funzionalmente, non abbiamo una attività ripetitiva. Devono essere persone che vogliono trovarsi a gestire ogni tre mesi situazioni nuove, sopratutto all'inizio: cliente nuovo, contesto nuovo, tematica da affrontare diversa. Ci vuole anche attitudine a collaborare e lavorare in team, non ricerchiamo la superstar che lavora da sola; e inoltre i consulenti devono essere buoni comunicatori».
Appassionati di innovazione e tecnologia, ma non solo: anche proattivi. Questo è l'ultimo elemento, forse il più importante, tracciato dal vicepresidente di Assoconsult: «Cerchiamo sopratutto quelli che hanno dimostrato di saper gestire tante cose insieme oltre al proprio percorso di studio. Io preferisco avere una persona che magari si è laureata con 108, o anche con 105, ma che nel frattempo ha lavorato, ha fatto delle esperienze all'estero, si è già fatta qualche stage, ha già annusato il mondo dell'impresa, e mi trasmette una maggior determinazione rispetto alla persona che magari è perfetta, esce col 110, però effettivamente ha fatto quello tutta la vita».
La partnership con Assoconsult ha dunque l'obiettivo di far conoscere ai giovani lettori della Repubblica degli Stagisti le opportunità del mondo della consulenza, e specificamente delle aziende che fanno parte del network. «E la nostra idea è che altri comparti dinamici possano decidere di stipulare partnership simili con noi» ha chiuso Eleonora Voltolina: «Ovviamente non puntiamo ai settori “moribondi”, ma a quelli che hanno delle performance buone di crescita e di espansione anche dal punto di vista occupazionale. L'idea di allearsi con un sito che federa intorno a sé centinaia di migliaia di ragazzi interessati ad entrare nel mondo del lavoro può essere una cosa interessante!».
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