Ilaria Mariotti
Scritto il 20 Apr 2020 in Notizie
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Alla fine ha ceduto anche il Consiglio d'Europa (Coe) di Strasburgo, una delle poche organizzazioni europee a non prevedere ancora un rimborso spese per i propri stagisti. L'istituzione, che si occupa di difesa dei diritti umani – in primis l'abolizione della pena capitale – da non confondere con il Consiglio dell'Unione europea, lo ha annunciato sul suo sito, alla sezione tirocini: «Da settembre 2020 sarà prevista una indennità».
Decisione benvenuta, anche se tardiva, che alla Repubblica degli Stagisti Cezara Hurduc, coordinatrice del programma di traineeship, spiega così: «Vogliamo assicurare pari opportunità a tutti i tirocinanti provenienti dai 47 Stati membri». Perché di fatto, prosegue, «negli anni, benché aperto a tutti, il bando è stato usufruibile solo da chi potesse permettersi di vivere a Strasburgo per i cinque mesi dello stage». Le borse di studio, «anche se solo per la fase temporanea del percorso di formazione, finanzieranno i futuri stagisti di Strasburgo, e consentiranno di aumentare la rappresentatività del programma».
La maggior parte delle istituzioni europee prevede programmi di stage annuali su cui si riversano migliaia di candidature da parte dei ragazzi di tutta Europa. I più attivi sono quasi sempre gli italiani, complici – inutile girarci attorno – oltre che il prestigio dell'esperienza, i cospicui rimborsi spese. Non a caso, per il Coe, i numeri solitamente altissimi degli italiani sembrerebbero più contenuti. Da parte dei nostri connazionali «di solito si ricevono tra le duecento e le duecentocinquanta application all'anno» fa sapere Hurduc. Il totale complessivo è di circa 1.840 candidature ogni anno e di 160 selezionati in totale, spalmati sulle due sessioni annuali. «Tra gli italiani sono circa dieci i selezionati per ogni sessione». Per esempio nel 2019 «abbiamo avuto diciassette stagisti italiani in totale» chiarisce la recruiter.
C'è da scommettere che la quota salirà con l'introduzione del rimborso, anche se sulla sue entità nulla è dato sapere. «Non abbiamo un importo ufficiale al momento, per la decisione finale è in corso il dibattito». Così come ancora ignota è la possibilità che siano affiancati al rimborso ulteriori benefits, come per esempio per i trasporti o le spese di viaggio, «che sul momento non prevediamo, ma su cui si sta discutendo». Per l'assicurazione contro gli infortuni invece nessun problema: dalle faq si evince che il Coe garantisce una copertura contro gli infortuni basata sulla Sicurezza sociale francese. Appena fissati tutti gli importi, promette infine Hurduc, «ne sarà data comunicazione sul sito».
Qualche ipotesi sulle cifre è forse possibile basandosi di nuovo su quanto scritto nelle faq. Qui si informa infatti che «il costo medio di una stanza a Strasburgo oscilla tra i 400 e i 600 euro», e che «di solito è richiesto il versamento di una caparra». Più in generale le spese da affrontare tra pasti, trasporti e altri costi fanno sì che «la copertura finanziaria necessaria per un mese di vita a Strasburgo raggiunga gli 800 euro». Difficile dunque immaginare che il grant deliberato a favore dei tirocinanti sarà inferiore a questa somma, pena il rischio di incorrere in un controsenso lasciando che il programma continui a essere appannaggio dei più benestanti.
Nel frattempo, alcune informazioni per chi volesse partecipare alle prossime sessioni. Gli stage vanno da marzo a luglio per la prima sessione, da settembre a gennaio per la seconda, e hanno una durata che va dalle otto settimane ai cinque mesi. Sono ormai chiuse le application per settembre 2020 (la chiusura è stata il 19 marzo), quindi le prossime candidature saranno per i tirocini in partenza da febbraio 2021, con apertura delle candidature verosimilmente dopo l'estate. La sede di destinazione non necessariamente sarà Strasburgo (anche se è lì che avrà luogo la maggioranza degli stage, precisano le faq), ma potrebbero essere anche gli uffici di Bruxelles, lo European Youth Center di Budapest o lo European Centre for Global Interdependence and Solidarity di Lisbona.
Per partecipare, i requisiti sono quelli standard di tutte le organizzazioni europee: la residenza in uno degli stati membri, una laurea anche solo triennale, una buona conoscenza dell'inglese o del francese oltre a buone competenze di scrittura. Sul sito si trovano indicazioni anche sulle più tipiche mansioni assegnate ai tirocinanti, che saranno «lavoro di ricerca, preparazione di report per riunioni, aggiornamento dei siti». Vale infine anche per il Coe la regola base di ogni istituzione Ue: la partecipazione al programma di stage «non è collegata alle possibilità di impiego, per cui» ribadiscono le faq, «non ci si deve aspettare di essere assunti una volta concluso lo stage».
Ilaria Mariotti
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