Chi è in cerca di occupazione oggi lo fa innanzitutto sul web. E proprio il Ministero del lavoro lo scorso 22 ottobre ha lanciato Cliclavoro, il nuovo sito governativo che si presenta - secondo l'intuizione che fu già della legge Biagi - come luogo «aperto, trasparente e democratico» per l'incontro tra domanda e offerta occupazionale. Un tentativo già fatto a partire dal 2006 con la Borsa continua nazionale del lavoro, riuscito in realtà solo in parte: troppo spezzettate le competenze in materia di lavoro, troppo difficile convincere tutti i soggetti coinvolti ad accettare una sola tecnologia standard.
Difficoltà subito evidente se già dal 2007 il ministero si è messo in moto per gettare le basi di quello che oggi è Cliclavoro, accumulando voci di spesa per circa 400mila euro a fine 2010, come spiega alla Repubblica degli Stagisti Daniele Lunetta della Direzione per l'innovazione tecnologica. Con l'intenzione di non ripetere gli errori del passato: il sito infatti è strutturato come una piattaforma in cui i dati locali vengono convogliati «attraverso nodi regionali federati che sfruttano l’interoperabilità del sistema» precisa il direttore generale Grazia Strano, «e non attraverso portali regionali cloni di quello centrale», come avveniva appunto con Borsa Lavoro.
Possono entrare nel sistema soggetti sia pubblici sia privati: cittadini e aziende, innanzitutto, «che partecipano direttamente e volontariamente». Poi i centri per l'impiego - 500 in tutta Italia - ma anche le agenzie per il lavoro, «operatori che, autorizzati dal ministero, hanno il compito di operare sul mercato anche attraverso l’interconnessione a clic [la possibilità di scambiare dati con i siti governativi, ndr], come previsto dalla legge 183/10, il cosiddetto Collegato lavoro. La stessa norma obbliga le università a pubblicare i curricula dei laureati» ma l'intento è quello di rendere disponibili anche quelli dei neodiplomati. Il tutto gratuitamente, anche per le agenzie private - uno stuolo di 25mila.
E, a proposito di agenzie, ecco un'altra differenza con Borsa Lavoro: se prima erano queste a fornire le offerte di occupazione, ora è il motore di ricerca di Cliclavoro che le scova nel web, scandagliando i circa 200 siti web che si sono, per legge, allacciati al portale. Ed è su uno di questi siti che verrà ridiretto con tutta probabilità chi prova a candidarsi per una posizione (e può capitare di incappare in annunci scaduti). Infatti per il momento centri per l'impiego e università hanno lasciato poche tracce di sè. In Puglia ad esempio sono 14 i centri per l'impiego su un totale di 44 che hanno effettuato l'accesso al portale ad un mese dal suo lancio, ed è solo in fase di avvio la collaborazione tra Ministero del lavoro e Soul, il Sistema di orientamento universitario al lavoro che raduna le otto università laziali - Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre da sole contano quasi 180mila iscritti. Per la condivisione dei database insomma i tempi si prevedono lunghi.
Passando alle novità: una sezione dedicata ai concorsi pubblici (per il momento solo un link alla Gazzetta ufficiale, ma si punta alla possibilità inoltrare le candidature direttamente da Cliclavoro); una banca dati di percettori di sostegno al reddito, che se assunti sono “vantaggiosi” per il datore di lavoro dal punto di vista fiscale; la partecipazione di Eures, la rete di servizi per l'impiego della Commissione europea. Il tutto supportato da un'operazione di comunicazione ad ampio raggio che apre ai social media (Facebook, LinkedIn e Twitter, più un blog dedicato), prevede sezioni di interazione con gli utenti (come quella "Sondaggi", in verità ancora poco fornita) e fornisce mappe per raggiungere centri, agenzie e luoghi di lavoro. Mentre si attende a breve il lancio dell'applicazione smartphone per la fruizione mobile del sito. A gestire i contenuti del portale è una redazione di cinque persone, giornalisti ed esperti di comunicazione e informatica, tutte «di età massima 30 anni» che fanno base in una delle sedi romane del ministero, racconta alla Repubblica degli Stagisti la caporedattrice Maria Chiara Grandis. Un altro piccolo team si occupa invece dei tre social network dedicati.
Secondo le anticipazioni di Grazia Strano, la redazione si occuperà presto anche di stage: previste delle sezioni ad hoc, «indipendentemente dalla natura e dalla eventuale retribuzione». Verranno pubblicate cioè offerte di tirocini che prevedono rimborso spese accanto ad offerte senza emolumento, in strutture sia pubbliche che private. Ne saranno felici gli utenti: il 41% di loro, emerge da uno dei minisondaggi lanciati a novembre dal sito, pensa che tirocinio e apprendistato (che sono comunque strumenti molto diversi) siano molto utili per l'inserimento lavorativo; più moderato - «utile, ma non abbastanza» - il 29% degli intervistati.
Per il momento, stando ai dati ufficiali aggiornati al 21 gennaio, l'accoglienza è stata ottima: 250mila visitatori unici, 300mila curriculum depositati, 16mila posti di lavoro a disposizione. E quasi 4mila contatti tra lavoratori e datori di lavoro, ma per monitorare con precisione il successo del sito - in numero di assunzioni - dal prossimo anno i dati di Cliclavoro saranno incrociati con quelli delle comunicazioni obbligatorie, con le quali per legge i datori di lavoro devono rendere nota l'assunzione di personale - e proprio attraverso il portale.
Un progetto che promette molto insomma, e con la speranza che mantenga si può intanto riflettere su come, per dirla con le parole del docente di Diritto del Lavoro Vito Pinto, «i servizi per l'occupazione sono l'olio per il motore, ma innanzitutto serve il motore».
Annalisa Di Palo
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