Fino al prossimo giovedì 20 settembre è possibile candidarsi per partecipare a “Chiamati al Futuro”, un progetto organizzato e promosso da Cnca, acronimo che sta per Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza. Si tratta di un’associazione di promozione sociale con sede a Roma, nata negli anni Ottanta e presente in diciassette regioni, con una rete di circa 250 affiliate – tra cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, associazioni di volontariato ed enti religiosi – per le quali costituisce un raccordo a livello centrale. L'organico di Cnca è formato da otto persone tra dipendenti e consulenti esterni – a cui possono essere aggiunti alcuni stagisti per specifici progetti – che si occupano soprattutto di aspetti amministrativi. La rete associata, invece, è assai ampia e formata da circa 7mila lavoratori nelle organizzazioni che fanno parte del Coordinamento, più 4.500 volontari (secondo gli ultimi dati, rilevati nel 2012). “Chiamati al Futuro” è un’iniziativa che coinvolge alcune di queste organizzazioni, proponendosi di valorizzare le idee dei giovani che saranno coinvolti integrandoli in realtà già attive sul territorio e offrendo loro corsi di formazione su temi artistici, tecnologici, socio-educativi, urbanistico-architettonici, storici e culturali.
Il progetto ha un budget totale di 250mila euro, di cui 200mila provengono dal Fondo per le politiche giovanili, gestito dal dipartimento Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio. Gli altri 50mila euro sono messi direttamente da Cnca e dagli altri partner, ossia la Federazione Italiana Cemea (“Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva”), LiberaMente Cemea Taranto e Cemea della Sardegna Cooperativa Sociale.
I finanziamenti sono stati ottenuti rispondendo ad un avviso pubblico del governo pubblicato nel 2015. Il progetto si rivolge a giovani tra i 18 e i 35 anni e si propone di creare un effetto leva positivo per le attività che Cnca porta già avanti sul territorio. L’obiettivo, infatti, è quello di coinvolgere più di 800 ragazzi – soprattutto Neet e altri soggetti con fragilità – oltre a quelli (il numero esatto non è precisato) che saranno selezionati con il bando.
Nel presentare la propria candidatura bisogna indicare a quale dei progetti delle realtà coinvolte nell’iniziativa si desidera portare il proprio contributo. Per ciascun progetto saranno selezionati cinque ragazzi, di cui quattro inquadrati come «referenti delle azioni locali» e uno come «responsabile delle azioni locali», che avrà delle responsabilità maggiori e dovrà coordinare tutto il lavoro realizzato assieme ai referenti. In totale, quindi, saranno 40 i ragazzi selezionati. «Nell’ambito di questa iniziativa, i referenti e i responsabili di zona saranno una sorta di raccordo tra la federazione centrale e le varie realtà locali» dice alla Repubblica degli Stagisti Massimo Ruggeri, uno dei responsabili di “Chiamati al Futuro”: «L’idea è che essi riescano a portare il loro sapere sul territorio, valorizzando con il loro talento attività ed iniziative già avviate e facendo sì che altri ragazzi si avvicinino alle nostre realtà».
Sia per i referenti sia per i responsabili locali è previsto un contratto di collaborazione con Cnca, valido fino a fine progetto, ossia aprile 2020. Ai primi è riconosciuto un compenso omnicomprensivo di circa 1.000 euro: una somma molto modesta, soprattutto considerato il fatto che l’iniziativa partirà a ottobre e si concluderà nell’aprile 2020. È sostanzialmente un contributo necessario a sostenere tutte le spese necessarie per partecipare agli incontri di formazione. I responsabili locali, invece, riceveranno il quadruplo: 4mila euro.
Stando a quanto si legge sul bando, inoltre, il compenso in questione potrà essere erogato solo alla fine del progetto con i ragazzi – sia referenti che responsabili – che sarebbero costretti ad anticipare le spese di tasca propria. «Sappiamo che, ad esempio, per un ragazzo che viene dalla Sardegna raggiungere Roma o una delle altre sedi in cui si svolgeranno i corsi di formazione potrebbe essere proibitivo dal punto di vista economico» ammette Ruggeri: «Stiamo studiando delle formule per erogare il contributo in più tranche, senza dover aspettare la fine del programma, anche se dipende tutto dalle modalità di rendicontazione utilizzate a livello ministeriale». Al momento non si ancora neanche la disponibilità oraria richiesta ai ragazzi, che con tutta probabilità varierà a seconda dei progetti territoriali. Ciò che è certo è che ai responsabili è chiesto un impegno maggiore, sia a livello di tempo che di mansioni, in quanto dovranno coordinare a livello organizzativo le attività di tutto il gruppo selezionato.
Tuttavia oltre alla somma prevista dal bando – come spiegato sia da Ruggeri sia dal direttore, Riccardo Poli – i giovani selezionati potrebbero ricevere un compenso anche dalle organizzazioni presso cui, effettivamente, svolgeranno il proprio lavoro. A seconda dei casi, infatti, essi potrebbero essere inquadrati come dipendenti a tempo determinato o come collaboratori. Ma il problema è che c'è anche l'opzione di inquadrarli come semplici volontari e in questo caso il rischio è che non ci sia alcun riconoscimento economico oltre alla possibilità di usufruire delle strutture degli organizzatori: perché, obiettivamente, chi mai farebbe un contratto a tempo determinato (con tutti gli oneri di retribuzione, contribuzione, tasse...) quando può avere la stessa persona come volontario e completamente gratis, senza avere alcun onere nei suoi confronti? La Repubblica degli Stagisti ha posto a Cnca la questione: «Al momento questi aspetti sono ancora in via di definizione, ma contiamo di avere un quadro completo entro ottobre» è la risposta di Ruggeri.
Stessa domanda anche a Mauro Turrisi, che segue “Chiamati al Futuro” per conto dell’ente Cemea Taranto. «I ragazzi da noi selezionati contribuiranno allo sviluppo del progetto “Cafè Ludico”, già attivo nella promozione del gioco come valore sociale nel territorio di Martina Franca» risponde Turrisi: «La formula migliore riteniamo sia quella del contratto di collaborazione, anche se al momento non sappiamo con certezza se potremmo garantire ai ragazzi un compenso economico. Il nostro obiettivo, comunque, è quello di proseguire la collaborazione con i giovani talenti selezionati anche al termine de “Chiamati al Futuro”, ricorrendo a contratti a tempo indeterminato, determinato o di collaborazione».
Almeno una volta tanto non si parla di tirocini, ma non è detto che sia una buona notizia: al di là dei buoni propositi per il futuro, resta il fatto che dal punto di vista di compensi e inquadramento, la situazione è ancora un cantiere aperto. «Purtroppo le risorse messe a disposizione dal governo erano molto poche e abbiamo dovuto lavorare di fantasia cercando di coniugare il più possibile le esigenze dei ragazzi con quelle della federazione e con quelle delle varie entità locali coinvolte» si giustifica Ruggeri «L’auspicio è che, grazie a risorse diverse che possono derivare da finanziamenti locali o da donazioni, le organizzazioni del territorio possano garantire un corrispettivo adeguato ai ragazzi e, soprattutto, possano instaurare con essi delle collaborazioni di lunga durata».
“Chiamati al Futuro” ha avuto una vita piuttosto accidentata: nonostante l’avviso pubblico del governo a cui ha risposto Cnca fosse – come detto – del 2015, il via libero definitivo della Presidenza del consiglio è arrivato soltanto nella primavera 2018. Il ritardo, causato da una serie di intoppi e rallentamenti burocratici che hanno interessato il Dipartimento della presidenza del consiglio, è da considerarsi tra i motivi per cui la questione dei compensi è ancora in via di definizione.
In via di definizione sono anche le sedi in cui si svolgeranno gli incontri di formazione. Intanto almeno si sa quali sono le cooperative sociali affiliate a Cnca coinvolte, che si trovano a Brescia (Il Calabrone Cooperativa Sociale), nell’Alta Padovana (Maranatha), a Rimini (Il Millepiedi), a Bologna (Open Group) a Conversano, in provincia di Bari (Itaca) e a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza (Adelante). Altri territori interessati dalle attività del progetto saranno le provincie di Taranto e Cagliari, dove operano i partner di Cnca LiberaMente Cemea Taranto e Cemea della Sardegna Cooperativa Sociale.
Per sottoporre la propria candidatura occorre avere tra i 18 e i 35 anni e presentare la documentazione indicata nel bando: domanda di partecipazione compilata, cv, copia di documento d’identità, breve testo in cui si motiva la scelta di aderire ad uno specifico progetto. La documentazione può essere inviata via e-mail all’indirizzo ufficionazionale [chiocciola] cnca.it – con richiesta di conferma lettura e con oggetto «Avviso Chiamati al futuro» – a mano o per posta alla sede romana di Cnca, in via S. Maria Maggiore 148; l’ufficio è aperto da lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Gli organizzatori effettueranno le selezioni e individueranno i responsabili e i referenti locali sulla base della documentazione ricevuta. La graduatoria finale sarà pubblicata entro sabato 29 settembre sul sito ufficiale di Cnca.
Giulio Monga
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