Scritto il 10 Giu 2022 in Notizie
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Il 2021 segna un record di attivazione di tirocini. Dopo la battuta d’arresto del 2020, quando a causa della pandemia il numero di tirocini extracurricolari attivati si era ridotto di circa un terzo rispetto agli anni precedenti e a livello numerico le attivazioni si erano fermate a 234mila, il 2021 riparte col botto, quasi che i datori di lavoro volessero fiondarsi a recuperare il tempo perduto.
Nel Rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie appena pubblicato dal ministero del Lavoro vi sono alcuni – sempre troppo pochi… – dettagli sui tirocini partiti nel corso del 2021, cioè attivati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre del 2021 (alcuni dei quali dunque sono ancora in corso.
Il numero totale di tirocini è appena appena al di sotto dei 330mila: per la precisione 329.551. Come di consueto sono più numerosi nelle Regioni del nord (oltre 185mila) rispetto al Mezzogiorno (quasi 87mila) e al centro (57.500).
Tecnicamente c’è stato un +40% di attivazioni di tirocini rispetto all’anno precedente: ma ovviamente questo non ha grande importanza, dato che l’anno precedente in questione era il 2020, funestato dalla pandemia di Covid, dove a lungo moltissime attività sono rimaste chiuse e dove l’attivazione di tirocini è stata addirittura fermata in quasi tutte le Regioni tra aprile e maggio.
Un confronto più interessante è quello con il 2019, in cui i tirocini attivati erano stati moltissimi: quasi 356mila. Da questo confronto emerge che nel 2021, primo anno post-pandemia, i tirocini sono stati soltanto il 7% in meno che nel 2019, ultimo anno pre-pandemia.
Il rapporto indica anche le differenze regionali: un vero boom di stage extracurricolari nel 2021 si è verificato in Piemonte (+50,3% rispetto al 2020), Toscana (+47,4%), Lombardia (+47,1%), Basilicata (+46,9%), Valle d’Aosta (+46,4%), Campania (+44,2%), Friuli-Venezia Giulia (+44,0%), Lazio e Liguria (+43,5%) e Marche (+42,6%).
Invece in Calabria si registra solamente un +1,4% e in Sicilia solo un +29,3%. Ma questo non sorprende la Repubblica degli Stagisti che già l’anno scorso, analizzando i dati relativi al 2020, aveva notato e evidenziato come queste due Regioni, specialmente la Calabria, non avessero avuto un calo di stage coerente con la pandemia, chiedendosi anche come fosse possibile che in territori certamente non baciati dalla piena occupazione il mercato dei tirocini fosse riuscito a reggere in maniera così straordinaria.
Per quanto riguarda la distribuzione delle opportunità per genere, dei 330mila stage del 2021 il 49,3% è stato a favore di donne e il restante 50,7% a favore di uomini. Pur trattandosi sostanzialmente di una parità, il lieve incremento delle opportunità per i maschi non deve essere preso sottogamba.
Rispetto alla percentuale di assunzione post stage, il Rapporto è come sempre estremamente parco di informazioni. «Il numero dei rapporti di lavoro attivati a seguito di una precedente esperienza di tirocinio è stato pari a poco più di 121 mila» si legge, «di cui il 43,1% derivante da tirocini conclusi nello stesso anno».
Come abbiamo evidenziato nella grande inchiesta dell’anno scorso sulle probabilità di essere assunti dopo uno stage, si tratta di informazioni sommarie, imprecise e abbastanza inutili. Basti pensare che il ministero conteggia le assunzioni avvenute dopo stage svolti anche anni prima (fino addirittura a tre anni prima!). Quindi il dato diventa ancor meno significativo.
Il ministero avrebbe invece, proprio grazie alle comunicazioni obbligatorie (di cui questo Rapporto è appunto un compendio!), la possibilità di fornire dati molto più dettagliati sulle assunzioni post stage, dove avvengono, per chi, in quali settori. Perché non lo fa, malgrado i numerosi appelli della Repubblica degli Stagisti e non solo, resta a tutt’oggi un mistero.
Una piccola buona notizia contenuta nel Rapporto è quella relativa ai tirocinanti adulti-anziani, il cui numero nel 2021 è certamente ripreso rispetto al 2020, ma in maniera più blanda. Dei 330mila stage del 2021 meno di 50mila hanno riguardato persone con più di 35 anni, in particolare 40.305 tra i 35 e i 54 anni e 9.595 over 55. Si tratta di una lieve contrazione rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia, quando gli stagisti 35-54enni erano stati addirittura quasi 49mila – quindi la diminuzione nel 2021 rispetto al due anni prima è pari a meno 17% – e gli stagisti con oltre 55 anni erano stati quasi 10mila (qui la riduzione è solo un 2% in meno purtroppo).
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