«Assunta nella mia azienda preferita dopo uno stage col Bollino»: Francesca Sabatucci, ingegnere in Tetra Pak

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 07 Gen 2012 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Francesca Sabatucci, ingegnere gestionale nell'ufficio Acquisti di Tetra Pak a Mantova.

Ho 29 anni e sono di Teramo. Nonostante la mia passione per le scienze ho frequentato il liceo classico europeo della mia città, allora una proposta formativa molto moderna che univa studio intensivo delle lingue - io ho fatto inglese e francese - ed esperienza all'estero: ogni estate ho passato un paio di mesi in Inghilterra o in Spagna, ospitata da famiglie del posto e spesata dai genitori. 
Negli anni del liceo ho anche collaborato con il settimanale L'Araldo abruzzese, fondando con altri ragazzi un inserto di attualità dedicato ai giovani. Ci siamo trovati da soli gli sponsor per finanziare le spese, mentre il giornale ci garantiva l'uso di un ufficio. Non percepivamo un compenso, era un modo di coltivare una passione, e per me è stata la prima vera esperienza di lavoro di squadra e gestione di tempo e risorse - limitate!
Nel 2001, dopo il liceo, sono tornata ai miei vecchi amori, la matematica e la fisica, e mi sono iscritta al vecchio ordinamento di Ingegneria gestionale a Bologna. Ho trovato una stanza singola  a 400 euro e sono partita. Venendo da studi umanistici all'inizio è stata dura, ma non ho mai dubitato che quella fosse la mia strada e nient'altro avrebbe potuto darmi più soddisfazione. Con la tesi all'orizzonte, ho fatto la mia prima vera esperienza con il mondo del lavoro e a fine 2007 ho iniziato uno stage di otto mesi presso la società petrolifera Api di Roma. Avevo solo il rimborso dei  viaggi da e per Bologna, ma almeno ci "guadagnavo" con la redazione dell'elaborato, su un progetto di ristrutturazione di un parco eolico dell'Api. È un'esperienza che ricordo con molto piacere: mi è stato dedicato molto tempo e molta attenzione, nonostante fossi "solo" una tesista.
Mi sono laureata a marzo 2009 e poi sono volata in Inghilterra per un corso di lingua di tre mesi, preparando nel frattempo anche l'esame di Stato per ingegneri. Tornata a Bologna è arrivato il secondo stage, questa volta in una società di consulenza - un ambito che mi aveva sempre affascinato - e per sei mesi sono stata junior consultant con un rimborso di  600 euro mensili. Dopo mi è stato proposto un contratto a progetto di sei mesi da 1050 euro netti, che ho accettato. Ho imparato molto, ma ho anche capito che quello non era il mio mondo: lavorare per obiettivi di breve termine, cambiare spesso contesto aziendale, non avere un gruppo fisso di lavoro... Non faceva per me.
Quindi ad aprile 2010 ho risposto ad un annuncio di stage in Supply Chain
pubblicato su Internet da Tetra Pak, e dopo pochi giorni sono stata chiamata. L'azienda è venuta incontro alle mie esigenze di lavoro e il primo colloquio si è svolto telefonicamente, seguito da un test online; poi, concentrati in un'unica giornata a Mantova, ci sono stati un assessment di gruppo, un colloquio con la responsabile Risorse umane e infine uno con il manager della sezione, anche in inglese. E solo qualche giorno dopo è arrivato il sì finale; senza esitare ho rinunciato ad una proposta di assunzione presso la società di consulenza di Bologna e mi sono tuffata a capofitto in questa nuova avventura.
Tetra Pak era un'azienda alla quale aspiravo sin dall'università
, una multinazionale solida, un prodotto con il q
uale ero cresciuta, un ambiente internazionale: era un’opportunità imperdibile! Ho iniziato quindi lo stage: sei mesi nell'ufficio Acquisti con un rimborso di 800 euro al mese, mensa e palestra gratuite. Da subito ho avuto la sensazione di essere parte di una squadra, e mi è stato insegnato molto [a fianco, una foto del team di lavoro]. Senza contare che condividevo l'ufficio con ragazzi svedesi, polacchi, cinesi: una scoperta ogni giorno. A febbraio 2011 sono anche partita per la Svezia, dove ho lavorato in temporary assignment per sei mesi, completamente spesata dall'azienda.
Oggi, ad un anno e mezzo dal primo colloquio, il mio bilancio è più che positivo. Ho un contratto di un anno da 27mila euro lordi, e mi è stato già proposto il tempo indeterminato; vivo da sola a Bologna e ho un tenore di vita più che decoroso. Faccio il lavoro che ho sempre sognato di fare e mi sento privilegiata, soprattutto se penso ad ex compagni di facoltà, sfruttati e sottopagati, o che semplicemente fanno un lavoro che non li appassiona. Se chiudo gli occhi e penso al mio futuro, mi vedo ancora in questa azienda, magari con la possibilità di dedicarmi a qualcuno come è stato fatto con me.

Testo raccolto da Annalisa Di Palo

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Scopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello Stagista

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