Un libro per aiutare le giovanissime a proteggersi contro gli stereotipi

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 20 Mar 2023 in Notizie

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A dieci anni tutto comincia a cambiare. Un piccolo grande terremoto di ormoni, il corpo che smette di crescere solo in peso e altezza e comincia invece a modificarsi: i bambini non diventano adolescenti dall'oggi al domani, ma attraversano una “età di mezzo” che, specie per le bambine, è cruciale per costruire il proprio futuro di giovani donne. La preadolescenza, che nella letteratura scientifica è collocata nella fascia di età tra i dieci e i tredici anni, è un momento molto delicato in cui possono radicarsi tutti gli stereotipi di genere che portano poi le ragazze ad autolimitarsi nelle scelte personali e professionali, adeguarsi al sistema patriarcale di divisione dei ruoli, ed accettare di poter avere meno libertà di scelta e indipendenza rispetto ai coetanei maschi.

«Oggi ci si concentra sulla prima infanzia perché si sa che sono anni importantissimi per la crescita, e poi sull’adolescenza che è una fase di forti cambiamenti dove sorgono una serie di problematiche», spiega alla Repubblica degli Stagisti Marie Madeleine Gianni, presidente della fondazione Bet She Can (che vuol dire più o meno Scommetti che lei ce la fa?): «Noi invece abbiamo scelto di focalizzarci nel “mezzo”, e cioè su un pubblico che va dagli 8 ai 12 anni, quindi prima che il problema sorga, e con questo progetto in particolare su tre anni-cardine, a partire dai dieci. Ma le tematiche affrontate, l’ascolto, le amicizie, hanno tante trasversalità al di là del focus sul cambiamento del corpo e delle relazioni».

Così arriva nelle librerie il nuovo progetto ideato da Bet She Can, fondazione nata otto anni fa che offre percorsi di sviluppo della consapevolezza di sé a bambine e ragazze nella preadolescenza: L’età di mezzo, un albo illustrato scritto da Emanuela Nava e disegnato da Marco Brancato per Carthusia Edizioni che tratta la delicata fase del diventare grandi, crescere, cambiare: nel fisico e nei rapporti con gli altri. Quattro amiche, non più bambine e non ancora ragazze, sono alle prese con i cambiamenti repentini del corpo e della testa; proprio grazie all’amicizia riescono ad affrontare le trasformazioni che inizialmente sembrano insormontabili, a cambiare prospettiva e a rinsaldare l’affetto tra loro.

«La potenza del nostro primo libro-progetto, Volo con te, è stata una lezione», spiega alla Repubblica degli Stagisti Marie Madeleine Gianni,
che dal 2019 è anche Ashoka Fellow: «Durante la pandemia abbiamo inviato dei kit “Volo con te” nelle scuole e nelle biblioteche, formando insegnanti e risorse dei partner associativi e delle biblioteche municipali a distanza. Questo ci ha dato voglia di sviluppare una formula Bet She Can ad hoc, dal nome “1, 2, 3… Storia!” che partendo da un racconto formato albo illustrato ci consente di sviluppare attività laboratoriali sulle tematiche di consapevolezza, scoperta dei propri talenti e libertà di scelta».

In questa nuova avventura la Fondazione è stata sostenuta da Gedeon Richter Italia, multinazionale della farmaceutica: «Insieme abbiamo deciso di sviluppare qualche strumento per le ragazze e i ragazzi che affrontano il processo di cambiamento e crescita verso l’adolescenza, con tematiche quali la prepubertà e i suoi cambiamenti ormonali e del corpo, ponendo anche l’accento sull’evoluzione nelle relazioni e negli affetti che caratterizza questo momento», racconta Gianni: «Così è nato L’Età di mezzo».

Anche con questo libro il target di riferimento, protagonista della storia e destinatario della lettura, è quello che va «dai 10 ai 12 anni. Anche se i cambiamenti, del corpo, delle relazioni, delle emozioni, sono tematiche che vivono molto anche bambine e bambini di terza o quarta elementare» osserva la fondatrice di Bet She Can: «E poi l’ascolto dei propri desideri, al di là delle costrizioni del mondo adulto, è uno dei leitmotiv dell’albo e vale tanto per ragazze e ragazzi quanto per noi adulti». I destinatari, però, possono essere persone di tutte le età perché l’obiettivo, oltre ad accompagnare i ragazzi in questa fase di cambiamenti, è proprio quello di aprire il dialogo con gli adulti della famiglia.

Bet She Can vuole continuare a concentrarsi sulla fase della preadolescenza a cui pochissimi si rivolgono, che è però determinante per riuscire a portare un cambiamento: «L’impatto sociale è elevatissimo: si va alla sorgente, un attimo prima che si manifesti il disagio prodotto dalle sovrastrutture e dai condizionamenti».

Il libro è progettato per essere vissuto. Nelle pagine finali ci sono una serie di domande e attività che vogliono accompagnare i bambini nell’analizzare i propri cambiamenti fisici, il modo in cui vivono e manifestano le emozioni, l’importanza di un rapporto di amicizia. Ma questo è solo l’inizio. «Ora faremo un lavoro con i nostri educatori ed educatrici per ideare delle attività laboratoriali intorno al libro, per poi affinarle sul campo. Questo ci consentirà di capire meglio quale parte del racconto e attività ad esso legata funziona meglio con i partecipanti di diverse fasce di età o genere», spiega Marie Gianni. L’obiettivo è arrivare a costruire dei progetti come si è fatto con Volo con te, che ormai è alla seconda edizione nelle biblioteche, gira per le scuole, ha trovato una serie di attività consolidate che accompagnano i bambini alla lettura del testo.

L’età di mezzo ha fatto il suo debutto l’8 marzo alla Fiera del libro per i bambini di Bologna e domani, il 21 marzo, sarà presentato durante l’evento “L’età di mezzo – Infanzia e preadolescenza, un terreno fertile per coltivare l’empowerment femminile”, organizzato presso il Centro Filologico Milanese. «Gedeon Richter Italia ha sostenuto questo progetto e per loro è stata prodotta una edizione speciale a tiratura limitata dell’albo, che sarà distribuita alla loro rete di clinici», spiega Gianni, per formare e sensibilizzare i medici sui temi prioritari che riguardano la preadolescenza. In questo evento riservato ai giornalisti sarà quindi presentata per la prima volta la versione speciale. Ma chi fosse interessato a seguirlo può farlo collegandosi dalle 9.30 sul profilo Linkedin di Gedeon Richter Italia.

Un altro degli aspetti interessanti del libro è proprio il processo creativo che ha portato alla costruzione della storia. Dall’incontro tra Bet She Can e Gedeon Richter si è deciso di sviluppare un libro progetto sulla fase della preadolescenza e di affidarne la realizzazione a Carthusia, casa editrice diretta da Patrizia Zerbi che dal 1987 costruisce libri per bambini e ragazzi, che ha coinvolto Emanuela Nava e Marco Brancato per scrivere e rappresentare la storia. Tutto partendo da focus group con bambini e adulti, per raccogliere le loro emozioni e sensazioni su determinate tematiche. «I focus group fanno parte della metodologia consolidata da Carthusia, che Bet She Can ha sposato con entusiasmo: per raccogliere idee, opinioni e riflessioni, così da stimolare la creatività dell’editore, della scrittrice e dell’illustratore, che pure assistevano agli incontri». Gli incontri con i ragazzi diventano centrali per la scrittura del racconto, visto che vengono coinvolti nelle diverse tappe della costruzione della storia, all’inizio, mentre si scrive e alla fine.

Ma ha senso produrre un testo illustrato che ha come destinatari giovanissimi già alle prese da anni con cellulari, computer, social e interattività? Marie Gianni non ha dubbi: «A noi di Bet She Can piace tantissimo il libro, per la potenza del racconto ma anche proprio per il fatto di avere un oggetto tangibile. È stata una nostra scelta, lo era già prima della pandemia e proprio in quella fase è stata ancora più marcata questa contrapposizione tra quello che proponiamo noi e quella che è la vita davanti agli schermi, che sia la scuola in dad o le chat. Il nostro poi è un libro che va riletto, maneggiato, utilizzato. Per ora rimaniamo sul materiale: sono molto affezionata al libro perché penso che porti qualcosa di diverso nelle dinamiche di gruppo, nel nostro cervello e nel nostro sviluppo».

L’Età di mezzo racconta una verità molto spesso sottovalutata, o addirittura taciuta: e cioè che avere dieci anni, undici anni, dodici anni è faticoso, a volte doloroso. Non è tutto rose e fiori, e ci si ritrova disorientati, turbati, a volte frastornati a dover fare i conti con il seno che cresce, il confronto con la vicina di banco a cui sono già venute le mestruazioni o che ha già baciato il suo fidanzatino, nuovi pensieri e nuovi desideri. Mamma e papà smettono di essere il centro di tutto, e il gruppo dei pari prende sempre più spazio nella scala delle priorità. «Entrati nell’età adulta, sembra che nessuno riconosca più l’elemento principale della crescita: la fatica. Come se diventare grandi fosse la cosa più ovvia del mondo, quando è esattamente il contrario», scrive Emanuela Nava nel libro. L’età di mezzo, invece, riconosce quella difficoltà, accompagna le quattro amiche nella sfida più importante, quella della crescita. Senza mai abbandonare l’immaginazione, che ha il potere speciale di aiutare a costurire mondi e scenari diversi.

Marianna Lepore

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