Stage da 1.200 al Comitato delle regioni UE, malgrado il Covid «cerchiamo di assicurare un tirocinio memorabile»

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 12 Mar 2021 in Notizie

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Sono circa 50 in totale, suddivise in due tornate, le opportunità di tirocinio con indennità che offre ogni anno il Comitato delle Regioni europeo (CoR) di Bruxelles. L'organo, composto da 329 membri rappresentanti dei 27 Paesi europei, conta su 525 dipendenti e opera in rappresentanza delle comunità regionali e locali «facendosi loro portavoce».

La pandemia sembra aver avuto un qualche effetto sul numero totale delle application pervenute. Sono state solo 2.795 quelle per la sessione della primavera 2021 (dunque per il ciclo di stage appena iniziato), secondo i numeri forniti dall'ufficio tirocini, a fronte delle
3.150 depositate per la sessione primaverile 2020 e delle 3.120 per la sessione autunnale dello stesso anno

Una leggera flessione – un dieci per cento in meno – che non si riflette però nelle application provenienti dagli italiani, che nello stesso arco temporale sono cresciute invece del 25%: rispettivamente 1.112,  1.169 e infine 1.424 per l'ultima tornata.
 Tanto che anche gli italiani selezionati sono cresciuti da due a sei. Un trend, quello dei nostri connazionali, che si verifica per quasi tutti i programmi di tirocinio delle agenzie europee e degli organismi internazionali, e che sembra confermarsi a ogni bando.


Le candidature aperte al momento sono quelle per la sessione autunnale, che si svolgerà dal 16 settembre al 15 febbraio 2022: la deadline è fissata per mercoledì 31 marzo. Cinque mesi di tirocinio accompagnati da una borsa di studio di circa 1200 euro mensili, «tassabili a seconda delle diverse legislazioni di appartenenza del candidato», e con supplementi «del 10 per cento in caso di tirocinanti con coniugi disoccupati o con figli a carico» come chiariscono le 
faq.

La particolarità di quest'anno – non potrebbe essere altrimenti per via della pandemia in corso – è quella della possibilità di svolgere lo stage sì da casa, «ma nella città Bruxelles» specifica alla Repubblica degli Stagisti Marcel Lysoněk dell'ufficio tirocini. «Il telelavoro è la norma al momento» specifica, nel senso che è già applicato per i tirocini in corso: «Il Comitato delle Regioni fornisce a tutti i tirocinanti un laptop aprendo l'accesso alla rete di lavoro interna». E come per ogni altro membro dello staff del CoR, prosegue Lysoněk, «il telelavoro non può essere svolto dal Paese di provenienza a meno di circostanze eccezionali, quali situazioni difficili per motivi familiari, forme severe di lockdown, assenza di collegamenti aerei o ferroviari». 

Solo in questi casi, «la questione va sottoposta all'ufficio tirocini il prima possibile, in modo da trovare una soluzione appropriata». Il viaggio a Bruxelles, sia di andata che di ritorno, rimane comunque coperto, come avviene nella maggioranza dei casi dei tirocini Ue, sempre che si completino almeno tre mesi di stage dei cinque totali. In più è riconosciuta anche una copertura per gli spostamenti con i mezzi pubblici nella capitale belga.

I requisiti per fare domanda corrispondono alle consuete condizioni poste dai bandi delle istituzioni Ue. Vale a dire la cittadinanza europea, una laurea almeno triennale, una conoscenza eccellente di una delle lingue europee e una conoscenza anche solo 'sufficiente' di inglese o francese. Escluso dalla possibilità di candidarsi è invece chi abbia avuto oltre otto settimane di incarichi presso qualche istituzione della Ue.

La procedura per la candidatura è tutta online. Per la lettera di motivazione, specificano le faq, «meglio non inserire dati personali». Questo per «assicurare che il processo di selezione sia il più possibile obiettivo, anonimo e basato sul merito». Ragion per cui, proseguono le faq, «il database non consente ai dipartimenti di effettuare ricerche indicando nomi o dati personali come per esempio le foto». Per i candidati attuali la selezione finale sarà a giugno, con intervista telefonica inclusa, a cui si accederà dopo una mail che avvisa dell'inserimento nella lista dei finalisti e la richiesta eventuale di spedizione di documenti a supporto della propria domanda.

Ma non finire nella lista finale «non significa non essere abbastanza qualificati» tranquillizzano le faq:
«Ci teniamo a sottolineare che non si tratta di una valutazione negativa del vostro percorso accademico o professionale» scrivono. Il significato è solo che «è stato trovato un migliore abbinamento tra candidato e esigenze delle varie unità, e non un migliore candidato».

Bisogna indicare almeno tre dipartimenti presso i quali si vorrebbe lavorare. La struttura del CoR è indicata qui. La scelta può cadere sugli uffici legali, le aree comunicazione, le direzioni risorse umane e finanza, la logistica, gli uffici per le traduzioni; ma sono poi i diversi dipartimenti a filtrare i candidati a seconda delle posizioni vacanti del momento. E sulle diverse attività del Comitato potrebbero esserci variazioni dovute al Covid: «Come per tutti i Paesi Ue,
le misure sanitarie di contenimento dei contagi potrebbero avere un impatto sulle attività pensate per gli stagisti» sottolinea Lysoněk «quali conferenze o altri eventi, che potrebbero tenersi esclusivamente online».

La speranza è che la pandemia il prossimo autunno sia già scemata, ma – proseguono dall'ufficio tirocini – per le restrizioni in corso al momento, «le opportunità di incontrare di persona colleghi o altri tirocinanti sono giocoforza limitate». Benché il CoR «stia facendo il possibile per accogliere gli stagisti e assicurare loro un tirocinio interessante e degno di essere ricordato».


Ilaria Mariotti 

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