Insegnare l'italiano all'estero, il ministero paga fino a 1.700 euro al mese: domande entro il 6 marzo

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 20 Feb 2023 in Notizie

esperienza all'estero insegnante insegnare italiano all'estero lavoro all'estero ministero dell'Istruzione

Insegnare italiano all'estero, per 12 ore alla settimana per un periodo di otto mesi, con un compenso tra gli 800 e i 1700 euro al mese. Un'occasione ghiotta, e una volta tanto ben pagata, messa a disposizione dal Ministero dell'istruzione in un'ottica di promozione e conoscenza della lingua e della cultura italiana: ci sono ancora due settimane per far domanda come assistente di lingua italiana presso le istituzioni scolastiche in alcuni paesi europei nel prossimo anno scolastico, 2023/2024. Circa 300 i posti a disposizione distribuiti in sette stati: Austria, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Regno Unito e Spagna.

Il bando è aperto a chi ha cittadinanza italiana o di uno Stato dell’Unione europea; la data di scadenza entro cui far domanda è la mezzanotte del 6 marzo, termine ultimo entro cui bisogna aver conseguito un diploma di laurea specialistica o magistrale o un titolo di laurea estera equipollente tra quelli indicati nel bando. Tra gli altri requisiti necessari c’è anche il non essere già stati assistenti di lingua italiana all’estero su incarico del Ministero dell’istruzione, non avere alcun rapporto di lavoro con altre amministrazioni pubbliche nel periodo che va dal settembre 2023 al maggio 2024 e non aver riportato condanne penali.

Se in passato era necessario anche aver sostenuto almeno un certo numero di esami nel corso di laurea relativi alla lingua o letteratura del Paese per cui si faceva domanda, ora questo requisito non c’è più. Viene considerato titolo facoltativo, e quindi aggiunge alla fine punteggio, l’aver sostenuto uno o più esami – fino a cinque – relativi alla lingua o letteratura o linguistica del Paese per il quale si presenta la domanda o uno o più esami relativi alla lingua o letteratura o linguistica italiana.

La somma dei requisiti, come indicato dal bando, determinerà il punteggio finale che sarà inserito nelle graduatorie articolate per Paese pubblicate sul sito del Ministero dell’istruzione. Gli incarichi di assegnazione saranno comunicati direttamente via email ai candidati vincitori che saranno successivamente contattati dalle autorità estere per la formalizzazione degli incarichi.
  
L’impegno orario previsto sarà di 12 ore settimanali per circa otto mesi e potrà essere svolto in uno o più istituti di vario ordine e grado. Il compito per cui saranno selezionate queste figure è per il supporto allo sviluppo delle competenze linguistico comunicative riferite al parlato. Questo significa che bisognerà dare priorità all’attività di comprensione, produzione e interazione orale. E, soprattutto, bisognerà affiancare i docenti di lingua italiana per fornire un contributo originale alla promozione e conoscenza non solo della lingua ma anche della cultura italiana.

Il numero preciso dei posti a disposizione si conosce solo con l’avvio del nuovo anno scolastico, ma indicativamente il ministero riporta le disponibilità per l’anno in corso, da cui, quindi, non dovrebbe discostarsi molto il prossimo: in Francia sono disponibili 197 posizioni, in Austria 35, in Spagna e Germania rispettivamente 23 e 22, e poi c'è Irlanda con 8 disponibilità, il Belgio con 3 e infine il Regno Unito con 2.

Agli assistenti di lingua italiana è riconosciuta una borsa di studio mensile che varia a seconda del paese ospitante. Si va dagli 800 euro netti della Spagna, dove però il rimborso sale a mille euro se si viene assegnati a una scuola nella capitale Madrid, agli 850 della Germania, dai 918 euro dell’Irlanda ai 974 – ma in questo caso lordi – della Francia, fino ai 1.103 del Belgio e ai 1.700 dell’Austria. Nel caso del Regno Unito il compenso è pagato in sterline e si va da mille a 1.900 sterline a seconda della sede della scuola e del numero di ore svolte.

Cambia da paese a paese anche la durata dell’incarico: per Austria, Belgio, Irlanda e Spagna si comincia il primo ottobre fino al 31 maggio; in Francia si finisce un mese prima, il 30 aprile; mentre in Germania si inizia il 19 settembre fino al 31 maggio. Caso a parte il Regno Unito dove si può scegliere tra la permanenza lunga, dal primo settembre al 31 maggio o dal primo ottobre al 30 giugno, e la permanenza breve, dal primo novembre al 30 aprile.

È importante ricordare che in sede di domanda è possibile scegliere il Paese di destinazione – sceglierne più di uno comporta l’esclusione dalla selezione
e indicare le preferenze delle città: in fase di assegnazione delle sedi «si cercherà di tenere conto delle preferenze indicate dai candidati, ma non è possibile assicurare il buon esito della richiesta». Quindi la sede potrebbe essere situata in qualsiasi località del Paese prescelto. A quel punto i candidati avranno sette giorni, inclusi i festivi, per comunicare l’accettazione o la rinuncia.

La domanda va compilata online attraverso questo link. Per farlo è necessario registrarsi oppure utilizzare le proprie credenziali Spid o Cie. Sul bando sono presenti tutte le indicazioni, passo dopo passo, per inserire i dati sulla domanda e inviarla. Una volta scaduti i termini si procederà a stilare la graduatoria in base al punteggio, dato dalla somma del voto di laurea, della media dei voti conseguiti in alcuni esami, del titolo di specializzazione in Italiano lingua 2 e della certificazione di livello B2 nella lingua del Paese per cui si presenta la domanda. A questo punto si stilerà la graduatoria per ogni Paese e sarà pubblicata sul sito del Ministero dell’istruzione. Gli incarichi di assegnazione delle sedi saranno comunicate direttamente via mail ai vincitori che, si legge da bando, «saranno contattati dalle autorità estere per la formalizzazione degli incarichi».

Se all’ultimo si decidesse di cambiare idea e rinunciare all’incarico è necessario comunicarlo con tempestività via mail, caricando il modulo di rinuncia firmato sulla piattaforma. Nel caso in cui non si comunicasse la rinuncia, il candidato sarà escluso dalle future selezioni.

Ma vale veramente la pena fare un’esperienza del genere? Facendo qualche ricerca in rete si scopre che, come per quasi tutti i periodi trascorsi all’estero, i commenti di chi ci è passato sono sempre positivi. C’è chi racconta di aver trovato molto utile questa pratica prima di insegnare in scuole italiane, chi la definisce una delle esperienze più stimolanti della propria vita,  chi sottolinea come questi nove mesi arricchiscano e facciano maturare.

Se poi si vuole avere qualche notizia in più si possono consultare le faq predisposte dal ministero e controllare su Facebook, dove si trovano molti gruppi divisi per Paese di destinazione e annata con le storie di chi ci è già passato.   

Marianna Lepore

Foto di apertura da Pixnio in modalità Creative commons

Community