Marianna Lepore
Scritto il 18 Lug 2018 in Notizie
BA29 stage per disoccupati stage per inoccupati tirocinio
C’è tempo fino alla fine dell'estate - notizia di questi giorni - e non più solo fino al 31 luglio per i giovani tra i 16 e i 29 anni, residenti a Bari e provenienti da famiglie con un Isee inferiore ai 6mila euro annui, per presentare domanda di partecipazione al progetto BA29, finalizzato all’empowerment e all’inserimento lavorativo di giovani disoccupati o inoccupati, italiani e stranieri a rischio emarginazione sociale. La scadenza è stata prorogata per permettere una partecipazione quanto più ampia possibile. Le risorse messe in campo dal comune sono rilevanti: un milione 410mila euro dal Pon Metro 2014-2020 più altri 500mila euro provenienti dal Patto per Bari, il programma finanziato dall’accordo Stato – città metropolitana, di cui 450mila per borse lavoro e 50mila per rimborso oneri di attivazione dei tirocini formativi. Potenzialmente secondo i calcoli del Comune sono poco meno di 3mila i potenziali beneficiari della misura.
Inizialmente i destinatari del programma dovevano essere solo coloro che avevano la residenza in determinate “aree bersaglio”, individuate tramite criteri di svantaggio e marginalità fisica e socioeconomica. Ma in un secondo momento il Comune ha deciso di includere tra i destinatari anche i soggetti non residenti nelle aree individuate precedentemente che avessero, però, i requisiti anagrafici e reddituali previsti.
A favore dei giovani saranno attivati tirocini di sei mesi presso aziende della città metropolitana di Bari, con un rimborso spese di 450 euro mensili a fronte di un impegno settimanale di 25 ore. Mentre al soggetto ospitante verrà riconosciuto come rimborso spese per l’attivazione dello stage un massimo di 300 euro.
Il comune stima di realizzare con queste risorse circa 700 tirocini, con un impatto del 21% sulla platea degli aventi diritto. Un programma che rientra nelle nuove strategie di lotta alla disoccupazione sul territorio barese, che nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni è pari secondo i dati del comune al 47%, quasi sei punti in più rispetto alla media nazionale.
Il progetto avrà una durata biennale, quindi i giovani che non riusciranno a candidarsi entro il 31 luglio, potranno farlo nelle altre due finestre temporali di apertura di nuovi avvisi che saranno dal primo novembre al 31 dicembre di quest’anno e dal primo maggio al 30 giugno del 2019, fino a esaurimento delle risorse disponibili.
I giovani che hanno intenzione di candidarsi in questa prima fase possono scegliere di consegnare tutta la documentazione – modulo di candidatura, curriculum, fotocopia del documento di riconoscimento, attestazione Isee in corso di validità - o tramite posta certificata politichedellavoro.comunebari [chiocciola] pec.rupar.puglia.it o a mano presso la sede di Porta Futuro del Comune di Bari.
A questo punto è d’obbligo dare un’occhiata ai profili al momento richiesti dalle aziende e per cui sono state inserite offerte di stage. Si va da profili di basso livello come addetti ai servizi di igiene e pulizia, magazziniere, receptionist, estetista, elettricista, parrucchiere, fino a profili per cui sono richieste competenze più elevate come impiegato amministrativo, educatore professionale, ingegneri con varie specializzazioni – gestionale, meccanico, ambientale o idraulico – ma anche addetti al marketing, laureati in scienze della formazione e addetti ai servizi di comunicazione.
I giovani interessati possono presentare la domanda di partecipazione indicando anche tre profili professionali in cui intendono formarsi. Poi il Comune verificherà l’ammissibilità delle candidature e stilerà una lista di candidati ammessi che saranno proposti ai soggetti ospitanti. Saranno a questo punto le aziende a richiedere di effettuare presso il job center Porta Futuro i colloqui individuali per scegliere il tirocinante – colloqui che si svolgeranno nel mese di settembre. In sostanza, il Comune ha il compito di compilare la banca dati con i curricula, mentre il matching finale viene lasciato alle imprese e alle loro esigenze.
Gli ultimi dati disponibili riportano l’adesione di 225 aziende al progetto, con l’apertura di circa 590 tirocini per profili di vario tipo. Ma settimanalmente viene aggiornata la banca dati dei profili richiesti dalle imprese che continuano ad aderire al progetto.
Il Comune da parte sua ha già assicurato che vigilerà sullo sviluppo coerente dei progetti formativi e soprattutto sulla puntualità dei pagamenti. Ma il programma, per quanto nel breve termine potrà dare una mano ai tanti giovani a casa e magari ad alcuni insegnare anche un mestiere, non ha di fatto una progettualità di medio e lungo periodo. Non è prevista, infatti, alcuna clausola per le aziende che sceglieranno di ospitare i tirocinanti che obblighi anche solo in minima percentuale ad assumere i soggetti al termine dello stage. Un limite evidenziato sin nella presentazione del bando da Paola Romano, l’assessora alle politiche attive del lavoro: «Sappiamo bene che il tirocinio non equivale a un contratto di lavoro, però è un’opportunità di crescita per centinaia di ragazzi che vogliano misurarsi con il mondo del lavoro facendo un’esperienza formativa di sei mesi».
I risultati, quindi, sono lasciati al libero arbitrio delle aziende. L'impressione è che nemmeno il Comune si aspetti esiti molto positivi dal punto di vista occupazionale, visto che proprio il sindaco Antonio Decaro a febbraio, durante un’intervista per la presentazione del piano, diceva: «Spero che almeno il quindici per cento di quei tirocini formativi si possa trasformare in un lavoro, una parte a tempo determinato, un’altra indeterminato». Un po' paradossale che la stima del sindaco sia così prudenziale: il dato medio nazionale di assunzione post stage per i tirocini extracurriculari (come questi) si attesta al 31,5%, sembra dunque un po' rinunciatario porsi un obiettivo ridotto della metà! Certo, per avere i risultati bisognerà aspettare almeno la prossima primavera, quando i primi tirocini arriveranno a conclusione e si scopriranno gli esiti di questi stage, ma le premesse sembrano un po’ basse per un bando da due milioni di euro.
Marianna Lepore
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