Allarme, nella bozza del decreto “Rilancio” non c'è nulla per gli stagisti

Scritto il 11 Mag 2020 in Notizie

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Gli stagisti italiani rischiano di rimanere ancora una volta delusi e ignorati – col cerino in mano, come si dice. Nelle 434 pagine – quattrocentotrentaquattro! – della bozza del cosiddetto “Decreto legge Rilancio” (il decreto che prima veniva chiamato “aprile” ma adesso si può chiamare tutt’al più “ex aprile, dato che all’11 maggio nemmeno ha cominciato il suo iter di discussione in Parlamento) pubblicata dal Corriere della Sera – in una versione aggiornata al 10 maggio – non vi è nemmeno una menzione di stagisti, tirocinanti, praticanti. Sembra che il governo si sia dimenticato in blocco dell’intera categoria.

Le promesse dunque rischiano di restare non mantenute, e gli stagisti italiani – 350mila all’anno considerando solo i extracurricolari, mezzo milione contando anche i curricolari, cioè quelli svolti durante gli studi, ancor di più considerando chi sta facendo la pratica professionale per l’accesso a una delle professioni regolamentate come avvocato, notaio, commercialista – se qualcosa non cambia in fretta finiranno per veder sfumare anche stavolta la possibilità di vedersi assegnato un sostegno al reddito in questa crisi Coronavirus.

Eppure il Parlamento si è impegnato – e ha impegnato il Governo – non una ma ben due volte, a fine aprile, a prevedere una indennità per le persone che a causa dell’emergenza Covid si sono viste interrompere o sospendere lo stage. Carta canta: c’è un ordine del giorno a prima firma Chiara Gribaudo del PD, sottoscritto anche da Lia Quartapelle, Gea Schirò, Massimo Ungaro, Fausto Raciti, Luca Rizzo Nervo, Enza Bruno Bossio, Fausto Longo, Giuditta Pini e Matteo Orfini. E poi c’è un altro ordine del giorno di Rosalba Testamento del Movimento 5 Stelle.

Entrambi gli ordini del giorno chiedono di prevedere per i tirocinanti un sostegno economico. In particolare, quello di Gribaudo impegna il governo a «prevedere, attraverso il primo strumento normativo utile, misure di sostegno al reddito per tutti coloro il cui tirocinio extracurricolare è stato sospeso o terminato in anticipo, consentendo ai giovani e a tutti gli interessati di mantenersi e riconoscendo la dignità del loro lavoro»; mentre quello di Testamento a «valutare l'opportunità di prevedere, nei prossimi provvedimenti a carattere normativo, l'incremento delle risorse previste nel “Fondo per il reddito di ultima istanza”, assicurandone l'accesso anche agli stagisti e ai tirocinanti operanti in ministeri, enti locali e aziende private».

Eppure, spulciando le 434 del decreto si trova la parola tirocini una sola volta. A pagina 185, quando si parla del  incremento del Fondo per le non autosufficienze, che per legge fornisce sostegno a persone con gravissima disabilità e ad anziani non autosufficienti. È qui che, elencando le finalità “abituali” del Fondo, vengono citati tra gli altri anche i «tirocini finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione». Quindi questo passaggio è totalmente irrilevante per la categoria degli stagisti.

Quello che servirebbe, invece, sarebbe vedere i tirocinanti citati nella parte del decreto che delinea il REM, il “Reddito di emergenza” (se non nel “reddito di ultima istanza”) e chi può accedere a questa misura. Ma al momento non c’è nulla: i tirocinanti non sono nemmeno menzionati.

La politica nazionale si dimenticherà anche stavolta di loro, scaricando la patata bollente alle Regioni? Noi della Repubblica degli Stagisti, e le migliaia di giovani che ci seguono, siamo bene intenzionati a non lasciare che ciò avvenga, e a rinfrescare la memoria di deputati e senatori… prima che sia troppo tardi.

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