Scritto il 23 Dic 2022 in Notizie
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Tutti conoscono il Salone del Mobile di Milano, oppure MiArt, o ancora lo Smau incentrato su innovazione e startup, Bit la Borsa internazione del turismo, o Milano Unica per il settore tessile… non tutti però conoscono chi sta dietro la titanica organizzazione di eventi del genere. Tra le organizzazioni che nel 2022 sono entrate a far parte del network della Repubblica degli Stagisti c’è proprio questa azienda: Fiera Milano. Attiva nel campo nell'organizzazione di manifestazioni fieristiche, congressi ed eventi che spaziano in tutti i settori - moda, sistema casa, meccanica strumentale, turismo, ospitalità professionale, agroalimentare, sicurezza, trasporto commerciale, arte e nautica… - Fiera Milano gestisce 4 milioni e mezzo di visitatori ogni anno distribuiti in 80 manifestazioni in Italia, 160 eventi, e 36mila espositori. Fa tutto questo contando sui suoi 600 dipendenti, praticamente tutti assunti a tempo indeterminato, e ospitando anche ogni anno alcune decine di stagisti.
«La decisione di aderire alla Repubblica degli Stagisti è stata dettata dalla volontà di potenziare il nostro bacino di neolaureati» spiega Elisabetta Ramponi, che dal dicembre del 2021 è Head Talent Acquisition & Employer Branding del Gruppo Fiera: «Noi ricerchiamo sopratutto economisti e ingegneri. Sulla specializzazione degli ingegneri spaziamo: elettronici, edili, civili… Siamo aperti. Cerchiamo persone da far crescere all’interno della nostra struttura».
Talvolta si aprono anche posizioni adatte a candidati con background umanistici, per esempio laureati in Lingue oppure in Lettere: «Se la persona deve andare a fare il suo stage in una segreteria, va bene la laurea in Lettere; ma se invece deve andare a fare un computo metrico degli appendimenti americani dobbiamo per forza prendere un economista. Dipende dalla famiglia professionale, talvolta servono specifiche skills e un background accademico particolare».
L’aspetto imprescindibile è la conoscenza dell’inglese a un livello fluente: «Se un candidato ha fatto l’Erasmus in un Paese anglofono ben venga, ma non è un requisito essenziale».
La procedura di selezione prevede un primo step con una phone interview, un’intervista telefonica che serve al team HR per filtrare e individuare le candidature più interessanti: se si passa questo primo filtro c’è un colloquio con Elisabetta Ramponi e l’HR business partner di riferimento della “linea”, e a volte anche un assessment. «I tempi dipendono da come si incastrano le agende» scherza Ramponi. Solitamente l’intero iter dura qualche settimana: «Ci diamo sempre un kpi metodologico, ma se a un certo punto c’è il Salone del Mobile non possiamo fissare nessun colloquio al manager!»
Una volta selezionato, lo stagista viene assegnato a una delle “divisioni”, ciascuna delle quali si occupa di uno specifico filone di attività. «Noi per esempio facciamo smartworking a seconda delle famiglie professionali» racconta Elisabetta Ramponi: «L’IT ha dei giorni di smartworking, il marketing ne ha altri, l’HR ne ha altri: e gli stagisti seguono questo ritmo, sono in presenza quando gli altri sono in presenza, e svolgono le attività da casa nei giorni di smart working».
La policy di Fiera Milano prevede una indennità mensile di 700 euro per tutti gli stagisti, sia curriculari sia extracurriculari, e in più la mensa aziendale e la possibilità di accedere gratis a tutte le manifestazioni. «I nostri stage durano 6 mesi più ulteriori 6; non prendiamo tantissimi stagisti, una cinquantina all’anno», escludendo ovviamente gli anni del Covid che hanno impattato moltissimo sulle attività fieristiche, bloccando a lungo le attività. «Lo stagista per noi è colui che non ha esperienza. Lo inseriamo in un cammino, gli assegniamo un mentor che lo accompagna nel percorso di training formativo, facciamo trimestralmente dei colloqui di feedback; e alla fine dello stage, se abbiamo l’headcount e se si è formato bene, valutiamo l’assunzione».
«Alcuni stage sono a scopo di assunzione e altri no» specifica Ramponi, anche perché in Fiera Milano esiste in contemporanea anche un filone di assunzione diretta: «Abbiamo molte posizioni aperte “permanent” che sono aperte a candidati giovani». Questo vuol dire profili anche under 30, con qualche anno esperienza alle spalle, a cui possono essere proposti direttamente contratti di lavoro (e con stipendi molto interessanti, a partire da 30mila euro all’anno di Ral): «Per noi questi sono profili junior, specialist con tre anni di experience, maturata anche attraverso stage».
Per trovare i candidati giusti Fiera Milano si muove «soprattutto attraverso LinkedIn e con ricerca diretta, cercando di attingere ai nostri atenei milanesi, che sono tanti e anche di grande prestigio!». Ai giovani Fiera Milano promette un ambiente di lavoro con «un ottimo balance tra uomini e donne» e la volontà di «investire su di loro e sul loro talento: sono il nostro futuro».
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