Più Erasmus, «Erasmus +»: tutte le novità per formarsi all'estero

Chiara Del Priore

Chiara Del Priore

Scritto il 19 Ago 2013 in Notizie

L’Italia e l’Europa strizzano l’occhio a istruzione e formazione. Se il nostro governo ha acceso i riflettori sull’universo giovanile attraverso l’ormai noto «Decreto Fare», la Commissione Europea ha rilanciato attraverso il programma Erasmus +.
Si tratta di una versione riveduta e «ampliata» del più celebre programma di mobilità internazionale, che dal 1987 a oggi ha permesso a oltre tre milioni di studenti (più di 250mila soltanto nell’anno accademico 2011-2012) di svolgere un’esperienza accademica all’estero e a più di 46mila membri di personale accademico e amministrativo di formarsi al di fuori del proprio paese.
Di recente, è stato, infatti, annunciato a Bruxelles uno stanziamento di 16 miliardi di euro per attività a sostegno di istruzione, formazione, gioventù e sport in tutti i paesi dell’Unione Europea, per il periodo 2014 - 2020. Una cifra che sarà, però, confermata solo dopo l’approvazione nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale, fissata per ottobre di quest’anno. Complessivamente si prevede che oltre 4 milioni di persone possano beneficiare del fondo, raddoppiando l’attuale numero dei destinatari di questo genere di iniziative. Il progetto è indirizzato non solo agli studenti che vogliono svolgere un periodo di università all’estero, ma anche a giovani che intendono effettuare tirocini e periodi di volontariato a livello internazionale, insegnanti che puntano ad arricchire la propria formazione in un contesto europeo.
Quando si parla di Erasmus +, infatti, non bisogna pensare solo al programma di mobilità destinato agli studenti universitari, ma a una serie di attività, fino a questo momento comprese in altre iniziative Ue.
La nuova denominazione raggruppa, infatti, tutti i «fratelli» dell’Erasmus, relativi ai settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e, novità per questo tipo di progetti, dello sport. Nel dettaglio: programma di apprendimento (in cui rientrano Erasmus, Leonardo, Comenius e Grundtvig), Gioventù in azione, Erasmus Mundus, Tempus, Alfa, Edulink, Programma di cooperazione bilaterale con i paesi industrializzati. Probabilmente, almeno per il periodo iniziale, il Leonardo e gli altri manterranno comunque i propri nomi, per evitare di confondere le idee e per permettere di abituarsi piano piano alla «novità».
I programmi attualmente esistenti dunque non scompaiono, semplicemente sono inclusi sotto l’etichetta Erasmus +, che altro non è che la denominazione definitiva attribuita a quell’Erasmus for all lanciato dalla Commissione a fine 2011. «La grande novità rispetto al passato è che con Erasmus + sarà possibile dare vita a progetti trasversali rispetto ai diversi programmi. Uno stesso progetto può prevedere, ad esempio, un periodo di studio all’estero, come nell’Erasmus, e un periodo di tirocinio, tipico del Leonardo» spiega alla
Repubblica degli Stagisti Ramon Magi [nella foto], presidente di Eurodesk, struttura dedicata all’informazione e all’orientamento sui programmi a favore dei giovani promossi dall’UE: «La maggior parte del budget, un 77,5% circa, sarà destinata alle iniziative di istruzione e formazione. L’incremento rispetto ai fondi attualmente stanziati per le iniziative europee è stimato intorno al 20%, relativamente al periodo 2007/2013, anche se già si è assistito a un ridimensionamento in rapporto a quanto annunciato più di un anno e mezzo fa: allora si parlava di 19 miliardi di euro, per un aumento di budget del 40%».
Sedici miliardi di euro sono comunque una cifra ragguardevole. Come verranno suddivisi tra i singoli Paesi? La ripartizione dei fondi si basa su una formula che tiene conto del numero di giovani presenti in ciascun paese europeo e della distanza rispetto al centro dell’Europa.  Per quanto riguarda l'Italia, «la percentuale dovrebbe aggirarsi tra il 10 e il 15% del totale dei fondi», chiarisce il presidente di Eurodesk: dunque sei-sette miliardi di euro spalmati su sette anni.
Quanto alle modalità di gestione delle risorse e ai soggetti deputati a occuparsi di questa attività, per ciascun membro Ue è prevista la scelta di un soggetto istituzionale, proposto dal singolo paese e approvato dagli altri stati membri, e di una o più agenzie nazionali, che saranno impegnate nella gestione dei progetti. Per ora non c’è nessuna indicazione ufficiale a riguardo, anche se per l’Italia, secondo i rumors, il soggetto prescelto potrebbe essere il ministero dell’Istruzione.
Al momento si attende l’approvazione formale di Erasmus + da parte del Consiglio Ue e del Parlamento e il Quadro Pluriennale. Step successivo, la pubblicazione degli avvisi relativi alle iniziative comprese nel programma Erasmus + attive da gennaio 2014.

Chiara Del Priore

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