Marianna Lepore
Scritto il 13 Giu 2020 in Notizie
covid Parlamento europeo Stage in istituzioni europee
Sono una delle opportunità più conosciute dai giovani: i tirocini al Parlamento europeo, dopo un periodo di incertezza, non si sono fermati nemmeno durante la pandemia.
Quando nel mese di febbraio sembrava che il Covid19 riguardasse solo il nord Italia, i futuri stagisti sono stati contattati con una mail per informarli che la partenza del loro tirocinio era stato rinviato dal primo marzo al primo ottobre. Poi, grazie all’interessamento del presidente dell’Europarlamento David Sassoli, la situazione si è sbloccata: è stata dapprima introdotta una quarantena obbligatoria di 14 giorni per chi proveniva da Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna prima di cominciare lo stage. Quando la situazione è peggiorata, con il diffondersi dell’epidemia in tutta Europa e con l’adozione di nuove modalità di lavoro agile anche per gli stessi parlamentari, la gestione degli stagisti in partenza è cambiata ancora.
«Il Parlamento ha scritto a tutti i tirocinanti per informarli sulle due opzioni a loro disposizione: continuare il tirocinio seguendo le stesse misure preventive adottate per tutto lo staff, quindi lavoro in smartworking totale fino a successiva comunicazione, o interrompere lo stage e intraprenderne uno nuovo in futuro» racconta alla Repubblica degli Stagisti Mireia Aguilar Pardo, ufficio stampa della Direzione generale per la Comunicazione del Parlamento europeo: «Per quanti hanno continuato, i loro compiti sono stati coordinati, come sempre, dai supervisori e dal Capo dell’unità a cui erano stati assegnati».
Dei 389 stagisti reclutati, solo «il venti per cento ha deciso di interrompere lo stage. Per quanti hanno deciso di continuare in telelavoro, l’applicazione di questa misura comportava il rispetto delle stesse regole adottate dal personale interno, quindi smartworking vicino al luogo di lavoro», in pratica nella stessa città, aggiunge Aguilar Pardo.
Ora è tempo di nuove domande per la prossima sessione di tirocini che cominceranno a ottobre, anche se naturalmente sullo sfondo resta lo spauracchio di una seconda ondata della pandemia. Per il momento è stato pianificato lo svolgimento normale dei tirocini nelle sedi di destinazione, che sono sparpagliate su tutto il territorio europeo, ma se il Covid19 dovesse ritornare «il Parlamento europeo adotterà tutte le misure di sicurezza necessarie per proteggere la salute e il benessere dei tirocinanti, che riceveranno in tempo tutte le informazioni», assicurano dall’ufficio stampa.
La scadenza per fare domanda per la prossima tornata dei tirocini, che si svolgeranno dal primo ottobre 2020 al 28 febbraio 2021, è fissata per il prossimo martedì 30 giugno. Gli stage offerti sono ben 399 e si distinguono in due tipi: i tirocini presso il Segretariato del Parlamento europeo (tirocini Schuman) e quelli presso i Membri del Parlamento. A partire dal 2019 i tirocini di traduzione sono stati accorpati ai tirocini Robert Schuman, quindi chi fosse interessato a uno stage di questo tipo deve cercarlo nell’elenco degli stage presso il Segretariato. Le destinazioni potranno essere sia Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo, sia un ufficio di collegamento in uno dei singoli Stati membri.
Per avere un’idea di che tipo di tirocini si sta parlando si può dare un’occhiata alla pagina delle offerte dove sono elencate tutte le opportunità che possono essere facilmente filtrate per ambito di applicazione (relazioni internazionali, amministrazione, comunicazione), per direzione generale (ovvero l’ufficio a cui fare capo) e per luogo di destinazione.
«Il rimborso spese mensile per questo tipo di tirocini nel 2020 ammonta a 1.362,40 euro per quelli svolti nelle città di Bruxelles e Lussemburgo», spiega alla Repubblica degli Stagisti Mireia Aguilar Pardo, ufficio stampa della Direzione generale per la Comunicazione del Parlamento europeo. E aggiunge «Il rimborso spese cambia a seconda del Paese in cui si svolge il tirocinio». E, infatti, a partire dal 2019 si è passati alla modalità "differenziata", che prevede che uno stage in Bulgaria venga pagato intorno ai 740 euro mensili, mentre uno in Danimarca quasi 1.800.
Gli stagisti non hanno, però, solo il rimborso spese. Hanno, infatti, diritto «a un’indennità di viaggio di un importo forfettario di 250 euro a testa per coprire parte delle spese sostenute per spostarsi dal proprio domicilio al luogo di destinazione del tirocinio», conferma Mireia Aguilar Pardo: «Il Parlamento poi stipula per tutti gli stagisti un’assicurazione medica complementare e un’altra contro gli infortuni sul lavoro anche al di fuori del luogo di lavoro. In più ogni stagista ha diritto a uno sconto di cinquanta centesimi sui piatti principali dei ristoranti all’interno del Parlamento».
Anche questo tipo di stage, come tutti quelli nelle istituzioni europee, è molto ambito dai giovani. Per gli ultimi due periodi di tirocinio (marzo – luglio 2020 e poi ottobre 2019 – febbraio 2020), sono arrivate, in entrambi i casi, oltre 20mila domande per un numero di richiedenti rispettivamente di 8.352 e 8.536. La differenza tra domande e aspiranti stagisti si spiega con il fatto che ognuno può inviare fino a tre diverse richieste. Tra gli oltre 8mila richiedenti gli italiani erano rispettivamente 2.507 e 2.004, per un numero di applications inviate pari a 6.230 e 4.978. Insomma, il 30% delle candidature proveniva dall'Italia: una percentuale come al solito completamente spoporzionata, e impressionante.
In totale gli stagisti reclutati sono stati 389 per il primo periodo del 2020 e 418 per il secondo del 2019, di cui gli italiani rispettivamente 76 e 74.
I requisiti per candidarsi a questo tipo di stage sono: essere maggiorenni, possedere le competenze linguistiche richieste, avere un diploma universitario, non aver lavorato per oltre due mesi consecutivi in un’istituzione o organismo dell’Unione europea, non aver effettuato una visita studio presso il Segretariato del Parlamento europeo nei sei mesi precedenti l’inizio dello stage.
Prima di fare domanda è bene dare un’occhiata all’elenco di tutte le offerte, per leggere le descrizioni dei ruoli, le competenze richieste, il luogo in cui si svolgerà lo stage e anche il numero di domande già arrivate per la stessa mansione. Per quanti, per esempio, fossero interessati a rimanere in Italia, al momento sono offerti quattro stage: uno a Milano e altri tre a Roma, tutti presso la Direzione generale della Comunicazione.
Per procedere alla compilazione della domanda conviene poi leggere tutte le istruzioni, dare un’occhiata al file delle faq per togliersi ogni ulteriore dubbio e avere a portata di mano tutte le informazioni richieste perché una volta compilata non potrà essere modificata. Bisogna quindi visitare la pagina delle offerte di stage, selezionare quella per cui si vuole partecipare, cliccare su apply online e completare il form di registrazione con i dati personali. Si può decidere di mandare la propria candidatura fino a tre tirocini. Si deve quindi selezionare l’offerta, autenticarsi con il proprio account, caricare il curriculum in formato Europass e una lettera di motivazione.
Una volta completata la domanda il Parlamento informa i candidati selezionati via mail in un periodo che va dal primo agosto al 15 settembre. Tutti i candidati saranno informati sull’esito della propria application, sia in positivo che in negativo, ma in questo secondo caso «non saranno informati dei motivi per i quali non sono stati preselezionati o non hanno ricevuto un'offerta di tirocinio».
Il Parlamento europeo si autodefinisce «un datore di lavoro che garantisce pari opportunità», ecco perché sono incoraggiati a fare domanda tutti i candidati senza alcuna distinzione di genere, orientamento sessuale, background culturale, etnico e religioso o disabilità, con la disponibilità di accomodamenti ragionevoli per quest’ultimo caso. Se selezionato, il disabile sarà invitato a un colloquio con uno dei medici del Parlamento che esaminerà ogni singolo caso per decidere la percentuale di disabilità a cui si applicherà un’indennità aggiuntiva mensile, che può andare dal venti al cinquanta per cento.
Non resta, quindi, che affrettarsi e fare domanda per questa opportunità. Sapendo che la competizione è altissima ma che vale decisamente la pena, visto che l’obiettivo è contribuire all’istruzione e formazione professionale europea dei cittadini dell’Unione e che si avrà l’opportunità di vedere da vicino il lavoro dell’organo legislativo europeo.
Marianna Lepore
Foto di apertura: di
Foto in alto a destra e in basso a sinistra: di Dominique Hommel European Union copyright
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