Ministri e assessori vogliono che gli stage curricolari continuino ad essere gratis: le audizioni

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 26 Giu 2022 in Notizie

proposta di legge Rimborso spese tirocinio curricolare

Gran parte del mondo politico non vuole dare diritti ai tirocinanti curricolari. Nelle audizioni dei giorni scorsi sulla proposta di legge ora in discussione alla Camera sono emersi molti no all’indennità ai tirocinanti curricolari. La motivazione addotta più di frequente: «sono studenti di scuola superiore!». Peccato che invece la proposta di legge escluda dal perimetro di azione gli studenti delle superiori.

Le audizioni del 21 e del 23 giugno, protagonisti rappresentanti delle regioni e il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, lasciano perplessi non solo per la contrarietà al rimborso spese (minimo!), previsto dal provvedimento ma anche per il fatto che obiettano su qualcosa che la proposta di legge nemmeno prevede: l'obbligo di indennità per i minorenni impegnati in stage "in alternanza", quelli che oggi si chiamano pcto. Tanto che viene da chiedersi: hanno letto il testo prima di andarlo a commentare in audizione alla Camera? Hanno ben presente cosa sono i tirocini curricolari? Si rendono conto della differenza tra un tirocinio curricolare svolto da uno studente universitario e uno svolto da un allievo di scuola superiore in alternanza?

L’articolo 8 della proposta, infatti, prevede che ai tirocinanti spetti «il rimborso integrale per le spese di trasporto, di strumentazione e, qualora il tirocinio superi le cinque ore giornaliere, di vitto, a carico del soggetto ospitante» e al comma 2 che «ai tirocinanti maggiorenni, a decorrere dal secondo mese del tirocinio, è corrisposta un'indennità omnicomprensiva pari a un minimo di 300 euro, a carico del soggetto ospitante, salvo che la convenzione non disponga diversamente». È evidente, quindi, che gli studenti delle scuole superiori impegnati in tirocini curricolari previsti dal piano di studi non  guadagneranno il diritto di ricevere un emolumento mensile.

Nell’audizione presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio le Commissioni riunite cultura e lavoro della Camera hanno ascoltato giovedì 23 il ministro Bianchi, che ha avanzato la sua contrarietà al rimborso spese affermando che «il tirocinio curricolare non configura un rapporto di lavoro ma non configura neanche in un’altra forma un’attività surrogatoria di lavoro o di stesso avviamento al lavoro».

Nella sua lunga illustrazione Bianchi ha spiegato che a suo avviso non dovrebbe esserci un grande coinvolgimento didattico da parte delle imprese nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Ptco) perché «è chiaro che quando su attività che sono strettamente legate ad attività educative dovessimo far si che colui che riceve deve anche versare 300 euro al mese, questo ci bloccherebbe le attività didattiche». Aggiungendo poi che per quanto riguarda gli istituti tecnici superiori, cui è dedicata una riforma da poco approvata in Senato, «ho insistito che si passasse dal 30 al 35 per cento le ore di tirocinio. E ora devo imporre a un’impresa una remunerazione di un’attività didattica di questa natura?». Il ministro sembra assolutamente convinto che tutte le imprese rifiuterebbero: «Questo ci rende impossibile raggiungere il target del raddoppio degli iscritti nell’anno prossimo», previsto tra l’altro dal Pnrr.

Peccato che ci siano già molte imprese che, pur non essendo obbligatorio per legge, prevedono già adesso una indennità a favore degli stagisti curricolari. Non è affatto impensabile, quindi, che un'azienda che accoglie in tirocinio uno studente riconosca il valore del tempo e dell'impegno che quello studente-stagista, pur in formazione, sta dedicando alla struttura che lo ospita, e lo faccia erogando una piccola indennità mensile. Questa legge semplicemente chiederebbe a chi ancora non lo fa di cominciare a farlo.

Bianchi, però, è anche andato oltre. E in chiusura di intervento ha esposto un calcolo sulle spese che il Governo dovrebbe affrontare qualora la normativa sui tirocini curricolari venisse approvata. Prendendo in considerazione la nuova norma approvata in Senato sulla formazione dei docenti, che prevede un tirocinio di 240 ore (pari a 6 settimane a tempo pieno), e le assunzioni fatte ad ora e le prossime in ambito scolastico, il ministro ha affermato: «Avremo 300mila persone che dovranno frequentare le nostre università nei prossimi due anni e non è pensabile che le nostre scuole e università siano in condizione di versare 300 euro al mese per 400mila tirocinanti. Comporterebbe una copertura da parte della ragioneria che mi impedirebbe di porre il problema perché non c’è copertura».

Nel corso dell’audizione è intervenuta anche
Rosa Maria Di Giorgi di Forza Italia che, pur riconoscendo che sarebbe giusto dare un riconoscimento all’impegno dei giovani, ha sottolineato la difficoltà per soggetti pubblici e imprenditoriali di sostenere le spese. Valentina Aprea, anche lei Forza Italia, che già nelle scorse settimane aveva espresso contrarietà verso l’indennità obbligatoria agli stagisti curricolari, in questo caso però ha aggiunto che almeno il rimborso spese per il trasporto e per il vitto qualora lo stage superi le cinque ore dovrebbe essere mantenuto a carico del soggetto ospitante; una posizione più o meno condivisa da Elena Murelli della Lega e da Carmela Bucalo di Fratelli d'Italia.

In chiusura di audizione è intervenuto Manuel Tuzi, relatore insieme a Massimo Ungaro del provvedimento che ha precisato come l’indennità di cui si sta parlando è relativa ai maggiorenni quindi ai percorsi universitari, «mentre per i rimborsi per i pasti o eventuali spostamenti si parla di cifre estremamente inferiori», come a puntualizzare che le paure degli esborsi monetari avanzate dal ministro non siano fondate.

Tuzi ha anche sottolineato che la prospettiva dell’eventuale riduzione del numero dei tirocini dovuti all’obbligo di indennità è incongrua rispetto a quello che oggi raccontano i dati ufficiali. «Da quando è stato inserito un minimo di indennità il numero di tirocini extracurriculari è aumentato, quindi abbiamo un trend esattamente opposto. Noi parliamo con dati e fatti alla mano, quindi nonostante i timori, i dati oggi mostrano una situazione diversa. Dobbiamo tenerlo in mente quando ci sarà la scadenza emendativa».

Non è solo il ministro Bianchi ad essere contrario al provvedimento: esso non sembra riscuotere pareri positivi nemmeno da parte dei presidenti delle Regioni. Tanto che un paio di giorni prima dell'audizione del ministro
di fronte alle Commissioni lavoro e cultura di Montecitorio c'era stata quella dei rappresentanti della Conferenza delle regioni. E già lì era emersa una notevole insofferenza verso i nuovi diritti per gli stagisti curricolari previsti nel testo.

Ad illustrare le rimostranze delle Regioni in quel caso è stato in videoconferenza Claudio Di Berardino, assessore del Lazio e coordinatore della Commissione istruzione della Conferenza delle Regioni. Di Berardino ha affermato che la proposta di legge non è perfettamente in linea con le finalità dell’istituto e che «ci sono una serie di norme che orientano lo strumento verso scopi occupazionali e di inserimento nel mercato del lavoro che dovrebbero essere invece residuale, visto che i tirocini curricolari sono per natura svolti nell’ambito dei percorsi formativi
».

Ed ecco l'elenco delle cose che a Di Berardino non stanno bene:
«L’introduzione di un’indennità economica a favore di un tirocinante, la soggezione dei tirocini curricolari alla comunicazione obbligatoria, la costruzione di un sistema di premialità che favorisca i soggetti ospitanti che al termine del percorso assumano i tirocinanti». Misure che migliorerebbero la vita di decine di migliaia di giovani ogni anno. Eppure secondo l'assessore «queste regole e gli aggravi economici rischiano di scoraggiare le imprese ad ospitare giovani in tirocinio».

Specificamente sul fronte indennità, la motivazione addotta è che introducendola si «rischia di creare più un lavoro povero anziché promuovere occasioni formative di valore». Di Berardino però si schiera anche contro una misura completamente a costo zero, e cioè l'introduzione dell'obbligo di comunicazione obbligatoria anche per i tirocini curricolari. Questo è invece un aspetto importantissimo, visto che ad oggi non ci sono dati certi in Italia su quanti ogni anno ne siano attivati, ma solo stime di massima. Senza quindi capire quale sia la reale platea dei destinatari.

L'assessore
laziale ha infine ricordato che «sono in corso i lavori per la predisposizione delle nuove linee guida in materia di tirocini extracurricolari», consigliando «pertanto di attendere i contenuti per scrivere una disciplina dei tirocini curricolari che sia coerente con la direzione intrapresa dagli extracurricolari».

Su questo punto è intervenuto Massimo Ungaro, Italia Viva, relatore del provvedimento, osservando come la richiesta di attendere la formulazione di nuove linee guida per i tirocini extracurricolari prima di scrivere quelle sui curricolari sia totalmente in antitesi con l’altra osservazione delle Regioni, che a voce alta hanno più volte preteso di mantenere distinti i due tipi di stage. Ungaro ha ricordato che l’introduzione di un’indennità non restringerebbe le possibilità di tirocinio offerte dalle imprese: chi sostiene questo «ignora quanto è successo per gli extracurriculari. Otto anni fa è stato introdotto il rimborso spese obbligatorio e otto anni dopo sappiamo bene che il numero degli stage extracurriculari non è diminuito ma è esploso. Quando si fanno queste affermazioni» ha detto il deputato di Italia Viva, «bisogna tenere conto anche di questi dati».

In chiusura ha parlato Tuzi invitando tutti a «osservare il fenomeno dei tirocini curricolari al netto dei numeri dei ragazzi che sono a scuola
» e citando le stime: «tra i 150mila e i 200mila tirocini. Questi sono dati più o meno ufficiali. La valutazione effettiva» della proposta di legge, al netto degli allarmismi, «da un punto di vista economico deve essere commisurata sul numero attuale dei tirocini».

Le Regioni – e ancor più il ministero dell'Istruzione – dovrebbero fornire i dati sui quali basano questi pareri tanto negativi. Eppure finora non l'hanno fatto. La sensazione, di fronte a questo fuoco serrato per affossare la proposta di legge che finalmente darebbe qualche diritto e qualche garanzia in più anche ai tirocinanti curricolari, è che ci sia una significativa parte della politica che vuole continuare con la pratica dei tirocini curricolari senza indennità, e che per evitare che questa proposta di legge vada in porto sta sollevando obiezioni poco fondate.

Marianna Lepore

Community