Stage alla Commissione europea, aperto il nuovo bando: centinaia di posizioni con rimborsi da 1230 euro mensili

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 16 Gen 2021 in Notizie

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Sono aperte le candidature per gli stage alla Commissione europea, uno dei più conosciuti – e ambiti – programmi di tirocinio delle istituzioni europee. Online dallo scorso 5 gennaio, le domande si potranno inviare fino al 29 gennaio a mezzogiorno. E, come per tutte le edizioni, ci si aspetta un numero altissimo di application. In base alle statistiche pubblicate sul sito, in alcune edizioni, come quella del 2016, si sono perfino superate le 18mila candidature. Un numero a cui fanno fronte centinaia di posizioni disponibili, che variano di anno in anno a seconda «delle esigenze e del budget».

Gli italiani sono sempre in testa per numero di domande, con una media superiore alle 2mila application per ogni sessione, una a semestre. E primi sono anche per numero di stagisti selezionati, attestandosi sopra il centinaio nelle ultime tornate. In particolare, per la sessione in partenza a ottobre 2020, le application degli italiani sono state 2.309, e i selezionati del nostro Paese 120. A farcela è stato insomma circa uno su venti. Più nel dettaglio, come chiarito sul sito, «sono circa 2000 i preselezionati appuntati di volta in volta nel Blue Book [il libro dei candidati che dà il nome anche al programma di tirocini, ndr]». Dunque sono tre i candidati per ogni posizione disponibile, «che ammontano in totale a circa 650 per ogni tornata».

L'interesse verso i tirocini alla Commissione europea è legato al prestigio dell'istituzione, ma anche al buon rimborso spese, pari a 1229,32 euro mensili, maggiorato del 50 per cento in caso di disabilità, e a cui va aggiunta l'indennità di viaggio (per distanze superiori ai 50 km) e coperture extra in caso di incarichi per qualche missione. A chi ha svolto il tirocinio non è però concesso un corridoio speciale per entrare nell'organico della Commissione Ue: «L'ammissione a un tirocinio non conferisce ai tirocinanti lo statuto di funzionari o di dipendenti, né comporta eventuali diritti o priorità per quanto riguarda un'eventuale assunzione nei servizi della Commissione europea» mette nero su bianco il regolamento.

Per candidarsi bisogna rispettare una serie di requisiti, variabili a seconda che si opti per i tirocini amministrativi o per quelli nella traduzione. Per entrambi occorre la laurea, almeno triennale, e il non aver avuto in passato esperienze professionali «di alcun tipo» - sottolinea il regolamento - di oltre sei settimane nelle istituzioni europee. Quanto alla conoscenza delle lingue, per i tirocini amministrativi serve la padronanza di almeno due lingue europee, di cui una necessariamente l'inglese, il francese o il tedesco. Per i tirocini nella traduzione, occorre la capacità di saper tradurre verso la propria lingua principale da almeno altre due lingue. Non esistono preferenze per la facoltà seguita, anche se le statistiche online suggeriscono quali sono le tendenze. Per i tirocini amministrativi, circa la metà dei selezionati ha alle spalle studi in Scienze politiche o Giurisprudenza (il 48 per cento). Per quelli nella traduzione, la metà – circa il 49 per cento – in Lingue o interpretariato. Anche aver fatto l'Eramus può dare qualche chance in più, considerando come l'esperienza sia presente in oltre il 20 per cento dei curriculum finalisti.

La procedura per l'application va fatta online, a seguito della registrazione sul sito. Non sarà necessario allegare nessuna documentazione se non dopo aver superato la fase della preselezione. Il sito è molto chiaro su come presentare il proprio curriculum. Ci sono anche consigli pratici, come per esempio quello di evitare di indicare esperienze minori, «come lavoretti estivi o di poche settimane».

I tirocini per cui ci si candida adesso inizieranno il primo ottobre 2021, per terminare il 28 febbraio 2022. La fase di preselezione si collocherà dunque tra febbraio e marzo. Inizia così il primo screening dei curriculum, sulla base di profilo accademico, competenze linguistiche, presenza di un profilo internazionale e così via. Una volta superato il passaggio sarà richiesto il caricamento di documenti ufficiali e si sarà registrati nel cosiddetto Virtual Blue Book, il database contenente le schede di tutti i candidati che hanno superato le preselezioni. Si passa quindi alla selezione vera e propria, tra giugno e settembre, ad opera delle direzioni generali e delle agenzie. Si compila infine la lista dei preferiti in base a una ultima scrematura che passerà per interviste telefoniche o in presenza. Alla fine del procedimento arriverà la proposta ufficiale di tirocinio.

Da specificare poi sono le conseguenze dell'emergenza epidemiologica nell'organizzazione dei tirocini. La sede ufficiale della Commissione Europea è Bruxelles, dunque è lì che si svolge la maggior parte dei tirocini, pur essendovene una parte in altre città tra cui Lussemburgo o altre rappresentanze in altre sedi. Ma l'incertezza, sottolinea un avviso sul sito, «non permette di dire se i tirocini potranno svolgersi come programmato». Lo scoppio dell'epidemia ha costretto infatti i tirocinanti dell'edizione di marzo a scegliere se continuare lo stage in versione smart 'internshipping' oppure interromperlo. Per tutti c'è stata la possibilità di «reiniziare il tirocinio nella sessione di ottobre 2020». 

Per i selezionati si tratterà, come spiega il sito, di «assistere a meeting, partecipare a gruppi di lavoro e conferenze, svolgere attività di ricerca e correzione di documenti, fornire risposte alla cittadinanza». Una serie di mansioni che richiedono, evidenzia l'avviso pubblicato in homepage, «l'interazione personale tra colleghi e la presenza fisica laddove possibile». A cui entro ottobre 2021 si spera di poter tornare senza troppe preoccupazioni.

Ilaria Mariotti 

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