Le sentenze dell'Agcm e del Tar del Lazio: mettere corsi a pagamento tra gli annunci di lavoro è una pratica scorretta e inganna chi è in cerca di impiego

Giuliano Balestreri

Giuliano Balestreri

Scritto il 17 Mag 2010 in Approfondimenti

Non si possono imbrogliare i cittadini con annunci parziali, perché ciò rischia di condizionarne le scelte. Un atteggiamento del genere si traduce in pubblicità ingannevole e pratiche commerciali scorrette. Un principio ribadito diverse volte dall’Agcm (l’Antitrust per la concorrenza del mercato, guidata da Antonio Catricalà - nell'immagine qui a destra, l'homepage del sito) e dall’Agcom (authority delle comunicazioni presieduta da Corrado Calabrò, che vigila sui comportamenti dei media) e di recente anche dal Tar del Lazio.
Una delle ultime sanzioni ha colpito Zenith, una società immobiliare di Sondrio che con l’annuncio su alcuni giornali per un lavoro “creativo” da free lance nascondeva una serie di corsi a pagamento. Un atteggiamento sanzionato e censurato dalle authority con una decisione che potrebbe, e dovrebbe, fare scuola. Perché, nonostante tutto, sono ancora troppi gli annunci di lavoro e stage che mascherano la vendita di corsi a pagamento.
Il caso Zenith inizia nel 2009 quando, dopo le segnalazioni da parte del Codacons e di Federconsumatori, l’Agcm apre un’istruttoria chiedendo un parere preventivo all’Agcom sui contenuti delle inserzioni pubblicitarie dell’azienda. Il 29 settembre dello scorso anno l’Agcom scrive: «La proposta pubblicizzata - presentata sotto forma di offerta di lavoro per “Tecnico Pubblicitario” e rivolta a “giovani inesperti ma anche creativi” - ha ricadute sulla sensibilità di soggetti chiaramente individuati, stimolati dalla prospettiva di accedere ad un’opportunità di lavoro, ossia di eseguire un “mestiere creativo”». Tradotto: è uno specchietto per le allodole. Attira i consumatori verso qualcosa che non stanno cercando (un corso anziché un lavoro). L’authority  poi aggiunge: «I contenuti dell’inserzione pubblicitaria non sono esaurienti ed obiettivi e, comunque, non informano adeguatamente il consumatore medio, ossia “i giovani” interessati a tale proposta che, in realtà, non di attività lavorativa si tratta, bensì di un corso di formazione a pagamento, reclamizzato sotto forma di “opportunità previo training di formazione professionale”, senza quindi fornire un’adeguata chiave di lettura per una scelta consapevole». E quindi in assenza di chiarezza il messaggio rischia di condizionare le scelte e le decisioni dei consumatori. Si tratta quindi di una comunicazione “capziosa” che non informa i destinatari sull’effettivo contenuto dell’offerta «inducendoli a ritenere che rispondendo all’inserzione avrebbero trovato un’opportunità di lavoro e non invece l’iscrizione ad un corso a pagamento». L’obiettivo finale è quindi quello di indurre i consumatori ad assumere una decisione che altrimenti non avrebbero preso.
Per l’Agcm si tratta quindi di un’inserzione ingannevole e infatti  l’annuncio «di ricerca di personale cela una vera e propria inserzione pubblicitaria di corsi, in quanto coloro che rispondono alla supposta proposta di lavoro dovrebbero frequentare un corso a pagamento». Una pratica commerciale scorretta per la quale a Zenith viene anche comminata una sanzione amministrativa di 35mila euro. Che il Tar (il tribunale amministrativo regionale, che giudica i ricorsi agli atti amministrativi) del Lazio ha suggerito all’Agcm di ridurre, giusto un paio di mesi fa, in una sentenza (n. 05323/2010) nella quale ha però confermato in pieno i contenuti della sanzione.
Anche per il Tar infatti gli annunci di lavoro che mascherano offerte di corsi a pagamento sono «messaggi pubblicitari che, per come strutturati, formulati e diffusi […] nell’enfatizzare l’aspetto connesso all’opportunità lavorativa e nell’omettere di informare circa la reale natura della promozione, rivolta a corsi di formazione professionale a pagamento, rivestono portata ingannatoria in quanto idonei ad indurre in errore i relativi destinatari» soprattutto perché questi sono persone «in cerca di occupazione, in posizione di particolare debolezza in ragione della sensibilità verso offerte commerciali, quale quella in esame, che prospettano possibilità lavorative».
E con le speranze di chi cerca lavoro non si gioca.

Giuliano Balestreri

Sul sito del Tar del Lazio a questo link il testo integrale della sentenza
Clicca qui per scaricare il testo del provvedimento n. 20365 dell'Agcm sul caso Zenith (formato pdf)

Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Nuova richiesta di help: «Ho risposto a un annuncio per uno stage, ma poi ho scoperto che avrei dovuto pagare 1600 euro: era un corso a pagamento!»
- Boscolo srl, la stuttura della società e le connessioni tra Factory School ed HR:Boscolo

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