Al via il bando 2015 del Servizio civile: porte aperte a 30mila giovani, anche stranieri

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 21 Mar 2015 in Notizie

Che il governo stia puntando sul Servizio civile - la volontà di rilanciarlo è stata ribadita dal premier con l’annuncio del Servizio civile universale da 100mila posti all’anno - è evidente anche per il numero di posti offerti nell'edizione di quest'anno, in scadenza il prossimo 16 aprile: 29.972 (il picco era stato raggiunto e mai eguagliato nel 2006 con 57mila posizioni, poi ridotte anno dopo anno). Un numero quasi da record, considerando che nel 2014 i volontari sono stati 15mila, senza dimenticare che nel 2012, come la Repubblica degli Stagisti aveva denunciato per prima, il bando nazionale ordinario era perfino saltato (erano partiti solo quelli bandi speciali).

Soddisfazione arriva anche dal presidente del Forum nazionale servizio civile, Enrico Maria Borrelli: «Dopo anni di difficoltà vediamo finalmente ripartire il servizio civile grazie all’impegno del governo, all’attenzione del parlamento e all’azione propositiva del dipartimento della Gioventù». «Sono numeri» continua Borrelli, «che ci fanno credere nel progetto di riforma annunciato dal premier Renzi e che incoraggiano noi enti a investire maggiori risorse per garantire ai giovani un’esperienza di qualità per la loro crescita e formazione».


Tuttavia le previsioni di qualche mese fa, secondo i dati del Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale, si attestavano su cifre ben più alte: le attese erano per circa 46mila partenze. Una soglia che sembra irraggiungibile anche conteggiando insieme i posti offerti con i bandi speciali, ad esempio quelli per i Corpi civili di pace, inedito di quest’anno in dirittura d'arrivo. I fondi attuali, secondo la premessa indicata nei bandi, ammontano a circa 200 milioni di euro. Quelli di partenza erano 132, si chiarisce, via via accresciuti grazie alle risorse recuperate dall’esecutivo. Di qui la possibilità di incrementare i contingenti.

C'è però un altro nodo che Borrelli solleva e che riguarda «la percentuale di fondi realmente utilizzati dalle regioni: gli 11.179 volontari attivati con i progetti degli enti regionali corrispondono solo al 69% delle risorse del Fondo Nazionale Servizio Civile destinate alle regioni» denuncia, e «se le regioni cui sono stati assegnati più fondi di quelli di cui hanno avuto bisogno per finanziare i propri progetti non le renderanno disponibili attraverso una rassegnazione al dipartimento della Gioventù e del SCN nel 2015 ci saranno 4.872 giovani italiani che non potranno fare servizio civile». Un problema amministrativo da risolvere al più presto, e di cui «le regioni dovranno rispondere», rilancia Borrelli.

Quanto ai dettagli più tecnici del Servizio civile, le condizioni restano le stesse rispetto al passato. La durata del servizio è di dodici mesi, e l’assegno mensile di 433,80 euro. La domanda va presentata agli enti di competenza, e non alle singole regioni, «rivolgendosi al sito web». I progetti del bando ordinario, specificano ancora le faq, «consistono in attività inerenti i settori assistenza, protezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, servizio civile all'estero». 


Vale la pena anche citare alcuni dei bandi più corposi: tra loro quello Amesci, che «metterà in campo
59 progetti in 13 regioni italiane: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria» spiega il sito, rivolti a 656 volontari. Un numero simile a quello dei posti messi a bando dall'Anci (l'associazione dei Comuni italiani) della Lombardia, che hanno predisposto 636 posti suddivisi in 57 progetti.

E ancora: l'associazione Mosaico in Lombardia ospiterà 220 volontari e il Cesv (Centro servizi per il volontariato) in Lazio 122. In Veneto 106 percorsi di servizio civile verranno gestiti dall'Associazione comuni della marca trevigiana e altri 86 dal Comune di Venezia, così come i, Toscana 63 dal Comune di Firenze, in Liguria 48 dal Comune di Genova, e in Piemonte ben 204 dal Comune e 133 dalla Provincia di Torino. Tra gli altri enti figurano Adoc, associazione per la difesa dei diritti del consumatore, che realizzerà 11 progetti per un totale di 60 volontari: il Consorzio Parsifal, che in Lazio aprirà 98 opportunità di servizio civile; il Coordinamento associazioni di volontariato della Provincia di L'Aquila, in Abruzzo, con 59 posti. Molto attiva anche la Caritas: solo a Roma i progetti sono sette, per un totale di 31 posti. In Sicilia spiccano i 57 posti dell'Asl di Messina e i 48 dell'Istituto Figlie della misericordia e della Croce; in Friuli Venezia Giulia i 34 della AAS 1 Triestina; in Puglia i 54 della Provincia di Foggia e i  30 dell'Anci Puglia.

Una novità rilevante dei nuovi bandi è che i figli di immigrati, non ancora titolari di cittadinanza, potranno fare domanda per i posti offerti, al pari dei restanti giovani italiani. Un traguardo non scontato, per cui sono stati necessari anni di battaglie in tribunale:
nel 2013 una sentenza del Tribunale di Milano aveva dichiarato «discriminatoria» la clausola che consentiva ai soli cittadini italiani di partecipare al bando, dando ragione a quattro candidati stranieri che avevano fatto ricorso. Un precedente che ha fatto storia, e che ha definitivamente chiuso l’epoca del servizio civile nazionale destinato solo ai ragazzi italiani.

Nei bandi appena usciti si legge infatti che saranno ammessi i candidati tra i 18 e i 28 anni di età 
«in possesso dei seguenti requisiti: cittadini dell’Unione europea; familiari dei cittadini dell’Unione europea non aventi la cittadinanza di uno Stato  membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo; titolari di permesso di soggiorno per asilo; titolari di permesso per protezione sussidiaria», oltre alla richiesta di assenza di precedenti giudiziari.

Un successo soprattutto per chi da anni si batte per l’integrazione delle seconde generazioni. Khalid Chaouki, deputato Pd coordinatore intergruppo immigrazione, parla alla Repubblica degli Stagisti di «un passo in avanti concreto nell’inclusione delle seconde generazioni», e di «una vittoria soprattutto per i figli degli immigrati, ragazze e ragazzi cresciuti in Italia, italiani di fatto ma, purtroppo, in molti casi ancora stranieri a causa di una legge sulla cittadinanza ormai superata». Una scelta politica che secondo Chaouki permetterà a «migliaia di giovani di testimoniare la propria voglia di partecipare alla vita civile di questo Paese»; lungimirante perché «una cultura della convivenza e dell’inclusione si costruisce e si fortifica anche aprendo a tutti l’opportunità di impegnarsi in progetti di volontariato, la migliore prevenzione a fenomeni di emarginazione».


Ilaria Mariotti 

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