Crollo degli stage in tutta la Provincia di Salerno: Immacolata Carillo racconta i tre mesi dopo il decreto legge 138

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 17 Nov 2011 in Interviste

Un calo vertiginoso dei tirocini attivati in tutta la Provincia di Salerno dall’11 agosto in poi, data dell’approvazione del decreto legge 138 che all’articolo 11 ha regolamentato l’uso degli stage: se fino a quel giorno erano stati 102, da allora sono stati attivati solo 5 tirocini. La colpa di questo blocco pressoché totale sta nell’interpretazione ristretta che i centri per l’impiego della provincia e di quasi tutta la regione hanno scelto di applicare al decreto. Oggi quindi i giovani campani disoccupati e inoccupati laureati o diplomati da più di 12 mesi vedono rifiutarsi ogni richiesta di attivazione di stage. La contestazione è arrivata alla Repubblica degli Stagisti da un lettore che con il nickname “agenziaformativa” ha denunciato sul forum quello che stava succedendo nella regione Campania. Così la Repubblica degli Stagisti ha intervistato Immacolata Carillo, 50 anni, referente per il settore tirocini dell’Ufficio Provinciale dei Servizi per l’Impiego (UPSI) che da 21 anni si occupa del mercato del lavoro, prima al Ministero e poi dal 1999 alla Provincia di Salerno dove dal 2001 cura il settore dei tirocini.

Dottoressa Carillo, il tirocinio è utile solo ai neodiplomati e ai neolaureati?
Non direi. Le faccio un esempio. Recentemente una giovane laureata, sui 33 anni, già con altre esperienze di lavoro, si era licenziata. Un’azienda molto importante era interessata al suo profilo ma non voleva farle subito un contratto perché il feedback caratteriale della donna ricevuto nella sua ultima posizione lavorativa non era proprio positivo. L’azienda era quindi titubante e ha preferito prenderla in prova per uno stage di sei mesi per vedere se si integrava nel contesto lavorativo. Stage a cui ha fatto seguire immediatamente un’assunzione a tempo indeterminato.
Il tirocinio può essere, quindi, uno strumento di selezione del personale da parte delle aziende?
Nella situazione attuale sia nazionale e ancora più locale del mercato del lavoro il tirocinio è sicuramente uno di quegli strumenti che consentono alla persona di fare esperienza e soprattutto mostrarsi per quello che è. Ricordiamo che l’azienda non investe a tempo perso, quindi preferisce assumere persone che ha già conosciuto, non una persona che ha un bel curriculum scritto ma non è confacente alla mission dell’azienda.
A seguito dell’approvazione del decreto 138 e alla successiva circolare del 12 settembre del ministero del Lavoro, l’ufficio provinciale dei servizi per l’impiego di Salerno ha sospeso l’attivazione di tirocini per i disoccupati e inoccupati, quelli che la circolare definisce “tirocini di reinserimento – inserimento al lavoro”?
La circolare ha creato non poca confusione. Noi come ufficio provinciale dei servizi per l’impiego nel periodo di reggenza della validità del decreto legge abbiamo attivato pochi tirocini e solo per neolaureati e neodiplomati da non più di 12 mesi, prendendo a target di riferimento quanto indicato dalla norma. Può essere d’aiuto al nostro ufficio, infatti la stiamo esaminando, la faq pubblicata su clicklavoro laddove dice che in assenza di regolamentazione regionale, i tirocini extra curriculari di formazione e orientamento in favore di disoccupati e inoccupati possono essere attivati dalle Province e, come espressamente previsto dall’art.11 comma 2, D.L. n.138/2011, trova applicazione l’art.18, L.n. 196/1997 e il relativo regolamento di attuazione (D.M. n. 142/1998).
stageE qual è la regolamentazione regionale in Campania?

La Regione ha una normativa, la legge 14 del 2009 che dà indirizzi a proposito delle misure di inserimento nel mercato del lavoro fra cui i tirocini e in aggiunta l’anno scorso è stato approvato il regolamento 9/2010 che dall’articolo 25 disciplina i tirocini. Il problema è che queste norme disciplinano i tirocini solo per quanto riguarda i soggetti che li possono promuovere e il numero di tirocinanti che possono entrare in azienda. Ma non dicono nulla sui destinatari del tirocinio, così, a mio avviso, ci si deve ricondurre alla norma nazionale. Il regolamento è certamente a metà ed è per questo che alcune associazioni datoriali hanno fatto degli interpelli ma al momento non hanno avuto ancora risposta.
La circolare chiarificatrice comunque parlava di tirocini di reinserimento e inserimento al lavoro, allora perché non fare niente?
Ma la circolare non è stata chiara. Credo ci siano degli elementi per poterli attivare, ma al momento abbiamo dovuto bloccare tutte le richieste di tirocinio di questo tipo. Tutte quelle attivate anche solo fino al giorno prima del decreto sono ancora in corso ma gli altri li abbiamo dovuti bloccare. E poi nella circolare per i tirocini di inserimento e reinserimento al lavoro si scrive che “la regolamentazione rimane interamente affidata alle Regioni”. Regolamentazione che ripeto, noi in Campania abbiamo, ma non disciplina i destinatari dei tirocini.
L’ufficio provinciale dei servizi per l’impiego quindi non attiva e non attiverà più tirocini per disoccupati e inoccupati?
La finalità di un servizio per l’impiego è di promuovere azioni che favoriscano l’inserimento nel mercato del lavoro nei confronti di disoccupati e inoccupati non per forza neolaureati o neodiplomati. Al momento abbiamo delle richieste di attivazione di tirocinio per disoccupati e sarà compito del responsabile, valutando la legge ed eventuali nuove normative regionali, valutare cosa fare.
E da parte della Regione qualcuno si sta muovendo per cercare di risolvere questo problema?
Al momento non abbiamo avuto ancora nessun tipo di indicazione. La Regione è stata interpellata dall’associazione dei consulenti e dalle associazioni datoriali perché anche loro trovano nel tirocinio uno strumento valido per la selezione delle persone. Si potrebbe per una logica intuire – ed è il pensiero di molte associazioni che operano in Campania - che in assenza di una disciplina regionale nel regolamento che individua i destinatari ci si debba rifare per forza ai destinatari indicati dalla prima norma cioè dall’articolo 18 e dal DM 142/98. Altrimenti ci sarebbero solo neodiplomati e neolaureati e sarebbe una tragedia.

intervista di Marianna Lepore


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