Tasso di assunzione post stage a sei mesi, dati a confronto

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 28 Set 2021 in Approfondimenti

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Le informazioni sulla probabilità di assunzione post stage in Italia sono molto poche. L’accenno contenuto a questo proposito – e solo dal 2015 – nel Rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie pubblicato dal ministero del Lavoro si riduce a due righe: un numero senza nemmeno un denominatore, nessuna percentuale.

Nel suoi due Rapporti sui tirocini l'Anpal ha approfondito, dedicando una quindicina di pagine all'argomento, ma senza purtroppo fornire i dati scorporati anno per anno. Nel primo Rapporto, datato 2019, ci sono informazioni sull'esito dei tirocini attivati nel quadriennio 2014-2017
a partire dai dati delle CO, le Comunicazioni obbligatorie. L'Anpal ha preso in considerazione in quel caso il milione e 263mila tirocini di durata superiore a 14 giorni e terminati da almeno sei mesi rispetto alla data di estrazione della Banca Dati, evidenziando come ad essi abbiano fatto seguito entro i primi sei mesi dal termine dell'esperienza di tirocinio quasi 586mila contratti di lavoro: un 26% di tasso di assunzione medio post stage presso lo stesso datore (poco più di 330mila assunzioni), più un 20% (quasi 256mila assunzioni) presso datore differente.
Da ricordare che proprio nel quadriennio preso in considerazione sono stati più poderosi gli incentivi pubblici all'assunzione degli under 30, compresa la misura di Garanzia Giovani che premiava tra le altre cose proprio l'assunzione dopo il tirocinio.

stage lavoro assunzione post tirocinioSecondo il Rapporto Anpal del 2021, la percentuale media di tirocini cui ha fatto seguito
entro i sei mesi dalla conclusione del tirocinio un rapporto di lavoro con lo stesso datore che ha ospitato l’esperienza di tirocinio è 29,9%. In questo caso sono stati presi in considerazione i tirocini attivati nei sei anni dal 2014 al 2019, sempre di durata non inferiore a 14 giorni e terminati da almeno sei mesi: ne emerge un insieme di 1.704.841 tirocini.

29,9% è la media nazionale, ma c'è maggiore probabilità  di essere assunti se si fa il tirocinio in una Regione del Centro Italia (31,6%) o del Nord Ovest (31,5%). Seguono le Regioni del Nord Est con 31%. Fanalino di coda le regioni del Mezzogiorno, dove la percentuale di assunzione post stage si ferma a 25,2%.

Il Rapporto indica poi che, a sei mesi dalla conclusione di un tirocinio, il 34,6% degli ex tirocinanti risultava privo di “esito”, il 53,9% impegnato in un rapporto di lavoro (presso stesso datore o datore differente), e l'11,5% impegnato in un nuovo tirocinio.
In particolare in
quel blocco di sei anni vi sono 509.039 assunzioni “presso stesso datore” e 409.147 assunzioni “presso datore differente” (i dati numerici, non contenuti nel rapporto, ci sono stati comunicati direttamente dall'Anpal), conteggiando le assunzioni avvenute entro sei mesi dalla fine del tirocinio – sempre sull'insieme dei 1.704.841 tirocini attivati nei sei anni 2014-2019 e conclusi da almeno sei mesi al momento dell'estrapolazione dei dati, avvenuta a marzo 2020. Ciò si traduce in un 24% di tasso di assunzione post stage medio presso altro datore, più appunto il già indicato 29,9% presso stesso datore.

Queste analisi di Anpal sono importanti ma hanno due limiti
. Il primo è che arrivano con grande ritardo: nel caso dell'ultimo Rapporto, pubblicato a fine maggio del 2021, le informazioni contenute in grafici e tabelle si riferiscono a un'estrapolazione dei dati dal database avvenuta addirittura oltre un anno prima, a marzo 2020, quando molti dei tirocini del 2019 non erano nemmeno terminati!

Il secondo limite è che tali analisi accorpano molti anni – quattro nel primo caso, ben sei nel secondo – rendendo difficile analizzare gli eventuali cambiamenti nelle pratiche relative allo stage e nei suoi esiti.

Per questo la Repubblica degli Stagisti ha chiesto a più riprese al ministero del Lavoro di fornire dei dati più precisi, di anno in anno, sopratutto considerando che questi dati sono già esistenti e immediatamente disponibili: non serve insomma attendere mesi o anni, basta interrogare il sistema delle CO e estrapolarli. Ecco le ultime informazioni che abbiamo ottenuto sul 2019 (e, molto parzialmente, sul 2020).

Una prima tabella, ricevuta dalla Repubblica degli Stagisti a marzo 2021, riguarda le “Attivazioni di tirocini extracurriculari per genere e trimestre. Valori assoluti e tasso di assunzione post tirocinio entro i sei mesi dalla fine del tirocinio ed entro il 31/12/2020”. La tabella riporta i dati suddivisi per anno, affiancando il 2019 e il 2020, e dettagliati per “trimestre di attivazione del tirocinio”.

A fronte dei 234.513 tirocini attivati nel 2020, al ministero al ministero risultava un tasso di assunzione post stage (con contratti stipulati “entro sei mesi dalla fine del tirocinio”) pari al 17%.
Tale 17% consiste in poco più di 40mila persone (per la precisione 40.285) che hanno cominciato uno stage nel 2020, anno della pandemia, e hanno poi ottenuto entro sei mesi dalla fine del tirocinio un contratto di assunzione Ma tale conteggio è incompleto, poiché termina con la fine dell’anno, dunque esclude tutti quelli assunti dopo. Fermandosi infatti la rilevazione a fine 2020, essa non ha potuto prendere in considerazione (come invece per i dati analoghi che vedremo poco sotto, relativi al 2019) anche l’anno successivo per tracciare le assunzioni avvenute dopo la conclusione degli stage attivati negli ultimi mesi del 2020 o che avessero in altro modo “scavallato” da un anno all’altro. 

Le percentuali contenute nella tabella escono mettendo a numeratore i “tirocini attivati nel trimestre X che hanno trovato un rapporto successivo entro i 6 mesi dalla conclusione” e a denominatore i “tirocini attivati nel trimestre X”, come confermato alla Repubblica degli Stagisti da Grazia Strano, direttrice generale del ministero del Lavoro.


Poichè la tabella registra il “tasso di assunzione post tirocinio entro i sei mesi dalla fine del tirocinio ed entro il 31/12/2020”, è inutile ripercorrere qui la progressione per trimestri del 2020, dato che chiaramente parte del secondo, e poi tutto il terzo e il quarto trimestre risultano azzoppati dalla circostanza del Covid e dalla “chiusura” della registrazione dei dati a fine dicembre.
Basti qui indicare che dei 69.588 avviati in tirocinio nel primo trimestre 2020 (l'ultimo Covid-free e lockdown-free, almeno in larga parte), il 36% cioè oltre 25mila sono poi stati assunti con un contratto di lavoro entro sei mesi dal termine dello stage ed entro la fine del 2020.

Per il 2019 invece vale la pena fornire il dato generale e quelli particolari di tutti e quattro i trimestri. Nelle colonne dedicate al 2019, accanto al numero 355.863 che rappresenta il totale dei tirocini extracurricolari attivati quell’anno, il ministero indica 43%. Il che equivale, in numeri assoluti, a 154.308 contratti di assunzione stipulati, grossolamente nell’arco di 24 mesi – tra il gennaio del 2019 e il dicembre del 2020 – a seguito di stage attivati nel corso del 2019.

Dettagliando per trimestre: delle 84.727 persone avviate in tirocinio tra gennaio e marzo 2019 quasi 39mila (il 46%) risultano essere state assunte entro i 6 mesi dalla fine del tirocinio – nello stesso posto dove avevano svolto l’esperienza on the job, oppure altrove. Dei 100.428 tirocini del periodo aprile-giugno 2019 il 42% (cioè oltre 43mila) sono sfociati nei sei mesi successivi in un contratto. Per il periodo successivo – da luglio a settembre 2019 – risultano 78.048 attivazioni e un tasso di assunzione post tirocinio pari a 43%, pari all’incirca a 33.500 assunti. E infine il quarto trimestre 2019, con 92.660 tirocini attivati di cui il 42% – quasi 39mila – ha portato entro sei mesi a un’assunzione.

Il confronto tra il risultati del primo trimestre 2019 (46%) e il primo trimestre 2020 (36%) non si può comunque fare, perché con l'arrivo della pandemia moltissimi stage avviati in quel primo trimestre 2020 sono stati sospesi, poi sono ripresi, e dunque in molti casi alla fine del 2020 non si erano nemmeno conclusi – e tantomeno era terminato, quasi per tutti, il periodo di intervallo di sei mesi tra la fine dello stage e l'eventuale assunzione. Dunque, in questo caso, che il Covid abbia ridotto di 10 punti percentuali la probabilità di assunzione post stage non si può dire. Per fare questo calcolo avremmo bisogno di altri dati, di cui al momento non disponiamo.

E per quanto riguarda i dati di cui disponiamo – quelli tratti dai Rapporti Anpal, o quelli inediti che il ministero del Lavoro ha fornito per il 2019? Sono dati accurati? Verosimili? Se è vero che in Italia da quattro a cinque stagisti su dieci trovano lavoro dopo lo stage, nell’arco di sei mesi – o almeno trovavano, in epoca pre-Covid – possiamo chiederci: quanto durano questi contratti di assunzione? Una cosa è l'ingresso “nell'occupazione”, una cosa è la permanenza in essa. La domanda sorge quando ci si trova di fronte a dati che riportano assunzioni a tempo determinato senza specificarne la durata. Qual è la percentuale di stagisti assunti che però ottengono solo contratti molto brevi, magari di durata inferiore a sei mesi?

Il Rapporto sulle Comunicazioni obbligatorie non fornisce informazioni specifiche sulle assunzioni entro i sei mesi dalla fine del tirocinio: nel Rapporto 2020 per esempio si legge che “nel 2019 il numero dei rapporti di lavoro attivati a seguito di una precedente esperienza di tirocinio è stato pari a circa a 129mila”. Ma viene specificato che di questi 129mila “il 39,5% [è] derivante da tirocini conclusi nello stesso anno”. Ovviamente qui le condizioni della rilevazione sono molto differenti rispetto alla tabella esaminata poco sopra: il numero 129mila comprende tutti i contratti di lavoro stipulati nel corso del 2019 a seguito di uno stage, non solo quelli stipulati entro i primi sei mesi dalla fine dello stage; e più importante ancora – questa la recente scoperta della Repubblica degli Stagisti conteggiando tutte le “prime assunzioni post tirocinio avvenuto nell’arco temporale dei 3 anni precedenti”, cioè
prendendo in considerazione anche persone che hanno effettuato lo stage anche anni addietro (fino appunto un limite massimo di tre anni) e assunte dunque ben oltre i sei mesi dopo la fine dello stage in questione.

Ma estrapolando dal Rapporto 2020 quel 39,5% di assunzioni, pari grossomodo a 51mila, realizzate nel corso di 12 mesi – l’intero 2019 – a seguito di uno stage terminato in quello stesso anno, possiamo avere un dato abbastanza coerente con quello delle “assunzioni entro sei mesi”: certo non tutte le 51mila assunzioni saranno avvenute proprio-proprio entro i sei mesi dalla fine dello stage (in questo conteggio potrà esserci, per esempio, un'assunzione effettuata a dicembre 2019 di una persona che aveva terminato il suo stage a gennaio 2019, dunque oltre undici mesi prima), ma molte di esse invece sì.

Per semplice logica già si può dire che tutte le assunzioni conteggiate in questa estrapolazione e con una data (di CO) anteriore al 1° luglio sono per forza dentro alla definizione “contratto di lavoro attivato nel 2019 derivante da un tirocinio concluso nello stesso anno”; poiché l'assunzione non può che essere successiva alla conclusione dello stage, e poichè da gennaio a giugno vi sono esattamente sei mesi, tutte le assunzioni effettuate dal primo gennaio al 30 giugno conteggiate in questa tabella sono, di fatto, per forza assunzioni entro i sei mesi dalla fine dello stage. Purtroppo non sappiamo quante delle 51mila in questione siano collocate in tale finestra temporale però! Ovviamente, in aggiunta anche una parte delle assunzioni effettuate nella seconda metà dell'anno sono certamente riferite a stage terminati meno di sei mesi prima; anche questo dato però è ignoto. 

Va ricordato che nel dato fornito dal Rapporto vengono conteggiate solamente le assunzioni “presso stesso datore”, a differenza della tabella inedita fornita alla Repubblica degli Stagisti, analizzata poco sopra.


In quella tabella (ricordiamo, fornita alla RdS dal ministero del Lavoro a marzo 2021), invece, abbiamo un 43% di 356mila stage, per la precisione 154.308 assunzioni effettuate nel corso di 24 mesi – l’intero 2019 e l'intero 2020 – a seguito di uno stage, conteggiando le assunzioni “presso stesso datore” e anche quelle “presso datore differente”, ma limitando l’arco temporale ai tirocini attivati
– non necessariamente conclusi nel corso di un solo anno (il 2019: il denominatore almeno qui è chiaro) e – per quanto riguarda il nominatore – alle assunzioni scaturite nei primi sei mesi dal termine di questi tirocini, e non più invece fino a tre anni dalla attivazione del tirocinio.

«Come principio generale forniture [di] dati differenti non è detto che possano essere immediatamente confrontabili», nelle parole della dirigente Strano, «in quanto dipendenti dai criteri applicati in funzione della richiesta». Certamente vero. Ma possiamo almeno ragionare sulla coerenza dei dati.

E’ chiaro che il dato del tasso di assunzione post stage rilevato aumenta o diminuisce a seconda dei criteri scelti. Per esempio: quanto è più ampio l’arco temporale considerato (sia rispetto a quando è stato effettuato lo stage, sia sopratutto rispetto a quanto tempo dopo la conclusione di esso si è verificata l’assunzione), tanto più alto risulterà questo tasso. Dunque se abbiamo due dati simili, ma per i quali uno di questi criteri – o entrambi – sono differenti, sarà difficile, se non impossibile, paragonare i dati.

Allo stesso modo, ovviamente, se si considerano solo le assunzioni “presso stesso datore” il tasso di assunzione post stage rilevato sarà inferiore rispetto a se si considerano anche le assunzioni “presso datore differente”.

Ma non è che si possa bilanciare “a casaccio”. Bisogna trovare uno standard adeguato e poter avere dei dati confrontabili di anno in anno.

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