San Valentino, perché limitarsi a un fiore se si può regalare... Un intero albero? Federico Garcea racconta Treedom

Giada Scotto

Giada Scotto

Scritto il 08 Feb 2019 in Interviste

#Federico Garcea #imprenditori sociali #Treedom Ashoka

Da giocatore virtuale a changemaker: la seconda intervista del ciclo dedicato da Repubblica degli Stagisti agli Ashoka Fellow è a Federico Garcea, co-fondatore, insieme a Tommaso Speroni, di Treedom – una piattaforma che, ispirata al noto gioco Farmville, consente a privati e aziende di “adottare” un albero da frutto da donare ad agricoltori che versano in condizione di difficoltà economica in paesi come Asia, Africa, America Latina, ma anche Italia. Accedendo alla piattaforma ciascun utente può acquistare il seme di una tra le tante specie di alberi da frutto presenti e donarlo a un agricoltore locale, che diverrà così proprietario dell’albero e dei suoi prodotti. Il prezzo del seme varia a seconda dell’albero scelto (si va dai 13 euro della pianta di cacao ai 70 euro del baobab), ma la cosa più interessante è che, come in ogni vera adozione, il donatore potrà conoscere il nome dell’agricoltore beneficiario, avere una foto del “proprio” albero e controllarne la crescita tramite un sistema di geo-localizzazione. Un sistema innovativo che permette di aiutare agricoltori in difficoltà e allo stesso tempo di contrastare la deforestazione. Ma il percorso di Federico, prima di arrivare alla fondazione di Treedom, è stato lungo e anche molto variegato. Oggi 37enne, lavora da quando aveva sedici anni. E di lavori ne ha fatti tanti: dal gelataio al mago, dal cuoco all'impiegato. Dopo essersi laureato in Scienze politiche, con in tasca anche un Erasmus in Spagna e uno in Danimarca, inizia, senza però terminarlo, un dottorato in economia. Dopodiché si ributta sul lavoro. Trascorre un anno in banca come analista finanziario, ma poi decide di lasciare il posto fisso ed entrare in una start-up impegnata in ambiente ed energia. Poi, un giorno, arriva l'idea di Treedom.

Come è nata?
Per amore! Mi spiego meglio. Era il 2010 e, a quei tempi, era molto in voga Farmville, un browser game il cui scopo era, per l’utente, piantare alberi per creare una fattoria virtuale sempre più grande e bella. Poiché la ragazza di cui ero innamorato era un’accanita giocatrice, iniziai anche io a costruire la mia fattoria e, siccome volevo fare colpo su di lei, spendevo soldi veri per acquistare alberi virtuali. Per questo Tommaso, mio amico e poi fondatore insieme a me di Treedom, mi prendeva in giro, finché un giorno mi disse: “Scusa Federico, ma se tu e milioni di persone spendete soldi per piantare alberi che non esistono, perché non fare qualcosa che permetta di piantare alberi veri?”. Ecco, Treedom è nata così.

Da un'idea nata per amore a un regalo originale in vista della festa degli innamorati.. il passo è breve! Regalare un albero potrebbe essere una buona idea per San Valentino, no?
In effetti, San Valentino è uno dei momenti dell'anno in cui piantiamo più alberi. Regalare un albero alla persona che si ama è un gesto bellissimo! Per questo abbiamo pensato a una "special edition": per l'occasione sarà infatti possibile regalare una coppia di alberi. Ne abbiamo create cinque tipologie, così che ciascuna coppia possa scegliere quella che sente più vicina: ci sono gli alberi per le coppie sdolcinate e sbaciucchiose, quelli per  le coppie che sono sempre in viaggio, e anche quelli per le coppie litigarelle; poi ci sono gli alberi per le persone complici e, infine, quelli per le coppie a distanza. Ogni coppia potrà piantare alberi che cresceranno, doneranno bellezza e ossigeno al pianeta, e frutti ai contadini che se ne prenderanno cura. E legheranno per sempre la loro storia a quella degli amanti che li hanno piantati.


Quanti, ad oggi, hanno deciso di partecipare piantando il loro albero, e quanti hanno potuto beneficiare di questa opportunità? Ma, sopratutto, a quanti alberi siete arrivati?

Ad oggi le aziende che hanno piantato alberi con Treedom sono settecento, a cui si aggiungono oltre 150mila persone private, così che il numero di contadini coinvolti nei nostri progetti arriva quasi a 30mila, in dieci paesi nel mondo. Grazie a questi contributi, siamo riusciti a piantare già 513mila alberi! Del resto le aziende si muovono ormai sempre più in direzione di prodotti che rispettino l'ambiente: la sostenibilità ambientale non è più un elemento di distinzione delle aziende, è diventato un must have. E questo perché il 51 percento dei consumatori finali italiani è disposto a pagare un prezzo maggiore per prodotti che rispettano l'ambiente. Una percentuale molto elevata, se si pensa che nel 2013 era solo il 32 percento.


Dal 2018 sei uno degli Ashoka Fellow italiani, com'è successo?

E’ stato un percorso molto interessante. Ho affrontato una prima selezione in Italia, dopo la quale mi hanno convocato a Berlino per presentare Treedom a vari esperti e membri di Ashoka. A quel punto il mio progetto è arrivato in America, dove hanno dato l’approvazione definitiva.


Che significato ha esser nominati Fellow?

Essendo stato nominato da poco, è ancora è difficile dirlo. Per il momento posso dire di aver conosciuto gli Ashoka Fellow italiani, con i quali è stato fantastico condividere progetti e sogni. Si nota subito che abbiamo qualcosa in comune, qualcosa che ci lega. Il mio motto è "Making the planet sustainable is the best job on earth!" e credo che anche ciascuno degli altri fellow, più che un lavoro, porti avanti una missione.


In che cosa questo progetto è diverso dagli altri?

Credo che a rendere Treedom un vero unicuum sia l’idea di poter vedere la foto dell’albero,
la sua geo-localizzazione e il racconto del progetto di cui l’albero fa parte, un racconto che si sviluppa nel tempo con aggiornamenti periodici.

Come funziona il lavoro in Treedom?

Abbiamo uno staff composto da ventidue ragazzi, che si dividono tra Firenze e Monaco. I dipartimenti in cui lavorano sono quattro: vendite, comunicazione, forestali e IT. Molti di loro hanno studiato Scienze politiche e sono entrati in azienda da neolaureati, dato che è difficile trovare sul mercato venditori di alberi con esperienza. Quasi tutti hanno fatto uno stage – con un congruo compenso, beninteso! – e poi sono stati inseriti all'interno del team. Ma siamo sempre in cerca.. c'è sempre bisogno di ragazzi giovani con passione e voglia di mettersi in gioco per una buona causa. Per quanto riguarda i nostri finanziatori e sostenitori, invece, si tratta di privati, aziende e impact investitors, ossia imprese e organizzazioni che operano con l'obiettivo di produrre un impatto sociale compatibile con un rendimento economico.


Quale è l'impatto più forte di Treedom sulla società?

Credo sia quello di aver dato la possibilità a tante persone di fare qualcosa di buono per l’ambiente e in generale per il pianeta. Ed averlo fatto sorridendo. Adesso il nostro obiettivo è arrivare a piantare un milione di alberi e creare una community internazionale di utenti e aziende che vogliono contribuire a rendere il pianeta sempre più verde o, come diciamo noi, Let’s green the planet!


Intervista a cura di Giada Scotto

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