Anno di superiori all'estero, crescono le domande. Identikit di una generazione in movimento

Rossella Nocca

Rossella Nocca

Scritto il 19 Lug 2017 in Notizie

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«I miei orizzonti si sono ampliati in modi che non avrei mai potuto immaginare». Parola di Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana nello spazio, che grazie a un programma Intercultura, ha frequentato un anno di superiori negli Stati Uniti d’America, presso l’High School di St.Paul (Minnesota).

Sarà proprio per allargare i propri orizzonti – soprattutto oggi che quelli di “casa nostra” appaiono così nebulosi – che sempre più giovani si candidano per partecipare a progetti di mobilità internazionale scolastica e trascorrere all’estero una parte o un intero anno scolastico, di solito il quarto. Un fenomeno che riguarda all'incirca 4mila 17enni all'anno.

La “via maestra” sono i programmi di Intercultura, associazione nata nel 1955, inizialmente a scopi umanitari, come costola italiana dell’American Field Service (AFS), e poi apripista e promotrice degli scambi scolastici internazionali. 

Sono 2.162 i “fortunati” che sono stati selezionati attraverso l’ultimo bando Intercultura per partire durante l’anno scolastico 2017/18 per 65 paesi del mondo. 1.200 per il programma annuale, 200 per quello semestrale e 700 per i programmi trimestrali e bimestrali e per quelli estivi di lingua di quattro settimane. I programmi annuali sono i più numerosi e i più gettonati perché l'esperienza è completa - per Natale si fa giusto in tempo ad adattarsi - e al ritorno si ha tutta l'estate per recuperare il programma dell'anno trascorso all'estero. 

Le domande totali erano state ben 7mila
, ovvero mille in più di un anno fa e quasi il doppio rispetto all’anno scolastico 2012/13 (quando si erano registrate 4.100 candidature). Ciò vuol dire che i posti disponibili con Intercultura non riescono a coprire tutte le richieste. E così questo vuoto viene spesso riempito da agenzie specializzate in viaggi di studio, come EF (Educational First) e YouAbroad.


Con EF Italia partiranno nel prossimo anno scolastico circa 600 studenti, di cui il 70 per cento per programmi annuali e il 30 per cento per programmi semestrali. Il 90 per cento dei ragazzi preferiscono gli Stati Uniti, seguiti da Gran Bretagna e Irlanda, le altre due destinazioni trattate dall'agenzia. Con YouAbroad, invece, studieranno all'estero
circa 1000 studenti: poco più della metà per un anno, un altro 30% per un semestre, e un 15% per un trimestre e periodi affini. In questo caso, le destinazioni più richieste sono state: Stati Uniti (60%), Canada (19%) e Australia (9%). Ciò vuol dire che, solo considerando i principali circuiti, nel prossimo anno scolastico partiranno per un'esperienza di studio all'estero quasi 3.800 studenti di quarto superiore

«In Italia c’è una grossa richiesta, mentre nel resto del mondo c’è stagnazione. Vorremmo mandare più studenti, ma non li accettano», spiega alla Repubblica degli Stagisti Alda Protti, presidentessa volontaria di Intercultura, che oggi conta 4mila volontari e 155 centri locali sparsi per l’Italia e coinvolge annualmente nei suoi progetti circa 900 scuole.

«Le domande riguardano soprattutto i paesi dove si parla inglese: Stati Uniti d’America in primis, ma anche Canada, Nuova Zelanda, Inghilterra» racconta Protti «tuttavia negli ultimi anni c’è stata una diversificazione, ad esempio sono aumentate le richieste per Asia, America latina ed Est Europa».

Nel prossimo anno scolastico il 35% dei ragazzi partiranno per l'Europa, il 24% per l'America latina, il 22% per Stati Uniti e Canada, il 4% per l'Australia e la Nuova Zelanda e l'1% per l'Africa. La crescita più significativa riguarda l'Asia: nel 2000 le partenze per questo continente rappresentavano solo l'1%, oggi sono al 14%.

Secondo la presidentessa di Intercultura il valore dell’esperienza all’estero oggi più che mai può andare oltre la crescita formativa personale, perché «visto quello che sta succedendo nel mondo, partire serve a imparare che esistono culture diverse di cui non bisogna avere paura».

Per partecipare alle selezioni Intercultura occorre compilare un application form in cui si valutano il curriculum scolastico (no a bocciature e debiti significativi negli ultimi due anni), le capacità psico-attitudinali e le conoscenze linguistiche. Seguono colloqui individuali con i volontari di Intercultura, attività di gruppo con ex partecipanti e un incontro con i genitori degli studenti. La domanda va presentata con circa un anno di anticipo, quindi all’inizio del terzo anno di superiori per partire all’inizio del quarto.

Ma la mobilità internazionale è un’esperienza che tutti si possono permettere? Con Intercultura potenzialmente sì. «Per i programmi annuali e semestrali» spiega Alda Protti «il 78% dei ragazzi hanno una borsa di studio parziale pari al 20, al 40 o al 60% oppure totale, sovvenzionata dell’Inps e da altri enti. Il restante 22% dei ragazzi parte con la quota piena a proprio carico, di cui una parte viene usata per sostenere gli studenti con meno possibilità».

Le quote di partecipazione, per i prossimi programmi annuali di Intercultura, vanno da un minimo di 10.800 euro per paesi come Russia, Portogallo e Ungheria a un massimo di 15.500 euro per gli Stati Uniti. Per i semestrali, da un minimo di 8.400 euro per Thailandia, Argentina, Brasile, Cile e Costarica, a un massimo di 15.000 euro per la Nuova Zelanda. I trimestrali e i bimestrali oscillano fra i 7mila e gli 8.400.

Per l'anno scolastico 2017/18 saranno 1.545 gli studenti che usufruiranno di borse di studio a copertura totale o di contributi parziali, di cui 624 offerti da aziende, banche, fondazioni ed enti pubblici e 23 riservate a studenti stranieri che trascorreranno un periodo in Italia. Potevano concorrere a una borsa gli studenti i cui genitori dichiarassero un reddito lordo complessivo dai 22mila euro (copertura totale) ai 95mila euro (borsa parziale al 20%). Inoltre, per ottenere la borsa totale, era necessario aver riportato almeno la media del 7 negli ultimi due anni e nessuna bocciatura; per la borsa parziale era sufficiente non essere stati bocciati.

Diversa è la situazione per le agenzie private. Qui i programmi sono tutti a carico delle famiglie, ma c'è la possibilità di scegliere la destinazione esatta e, con un costo supplementare, persino la scuola da frequentare all'estero. Un programma annuale negli Stati Uniti ha un costo tra i 12.750 euro (EF Italia) e i 10.900 (YouAbroad). Le quote comprendono una serie di servizi, ad esempio YouAbroad fornisce: ricerca e selezione della famiglia ospitante, tasse scolastiche, pick-up da/per l'aeroporto del paese ospitante, assistenza nelle pratiche di rilascio dei visti, volo A/R da Roma/Milano con le migliori compagnie di linea, assistenza del team 24h etc.

Ma al ritorno in Italia cosa succede? Come si legge nella nota 843/2013 del ministero dell'Istruzione, «le esperienze di studio o formazione compiute all’estero dagli alunni italiani appartenenti al sistema di istruzione e formazione, per periodi non superiori ad un anno  scolastico e da concludersi prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, sono valide per la riammissione nell’istituto di provenienza» in quanto «parte integrante dei percorsi di formazione e istruzione». Ai singoli consigli di classe è lasciata la discrezionalità sul metodo di riammissione: ad esempio possono decidere di sottoporre lo studente a prove integrative per le materie trascurate. Inoltre i docenti hanno la possibilità di equiparare l’esperienza all’estero al percorso dell'alternanza scuola lavoro, riconoscendone i crediti formativi corrispondenti.

Le iscrizioni al prossimo programma Intercultura per l’anno scolastico 2018/19 si apriranno il 1° settembre 2017 e potranno candidarsi gli studenti nati tra il 1° luglio 2000 e il 31 agosto 2003.

Rossella Nocca

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