Il deputato Aldo Di Biagio spiega la sua interrogazione: «Bisogna difendere chi ha lauree "deboli" dalla discriminazione nelle selezioni»
14 anni, 1 mese fa di Eleonora Voltolina
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Tre deputati di diversi schieramenti, Aldo di Biagio e Angela Napoli del Fli e la 30enne Marianna Madia del Pd, decidono di fare fronte comune per difendere i laureati (e specialmente le laureate) che hanno scelto facoltà cosiddette deboli, come quelle umanistiche, e si trovano in difficoltà perché durante i colloqui le imprese dimostrano di prediligere quasi esclusivamente chi ha fatto Economia o Ingegneria. I tre hanno presentato a metà ottobre un'interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, in …
Riccardo
13 anni, 9 mesi fa
Ciao Khira, innanzitutto grazie per i complimenti :) Io di stage ne ho fatto uno solo, di tre mesetti e finalizzato all'inserimento lavorativo. E non lo rimpiango, a suo tempo è stato utile per ambientarsi. Dopo, nei periodi di ricerca lavoro, la mia posizione è sempre stata la seguente: "No, grazie, stage ne ho già fatto uno e non ne faccio più. In aggiunta, non sono disposto ad accettare offerte di collaborazione/contratti che -almeno- non mi permettono di mantenermi da solo". Punto. Questo per necessità. Un ragionamento di questo tipo implica però una mobilità in termini assoluti che non tutti hanno (i.e. la mia casa è dove metto il cappello). Resta fermo il fatto che hai completamente ragione, ci vuole passione in quello che si fa ogni giorno. Deve piacerti. E penso che se ti piace, le difficoltà si fanno sentire assai di meno. Il problema, dal mio punto di vista, in italia è più di sistema che altro (il fatto di scartare CV anche per età biologica, seppure nessuno te lo dirà mai.., il fatto di non investire nel personale, etc.). Se ti va di fare due chiacchiere, son qua:) hai per caso una mail pubblica dove posso scriverti? Io non volevo lasciare la mia mail privata qui su un forum... :P
Buona settimana,
Cheers
Riccardo
khira79
13 anni, 9 mesi fa
@Riccardo: e comunque sarebbe interessante scambiarsi qualche spunto e opinioni, quindi quattro chiacchiere ci starebbero tutte!
khira79
13 anni, 9 mesi fa
@killordie: l'università è un microcosmo della realtà che viviamo, se quest'ultima non è palesemente meritocratica come potrebbe esserlo il sistema universitario?...Ti capisco perfettamente, e penso che la disparità tra voto-preparazione sia presente già in ogni facoltà, per ogni esame e figuriamoci se non lo fosse per l'università tutta. Il problema quindi è alla base, ma se uno dovesse basarsi solo su questo o ancor di più sulle proprie capacità di "preveggenza" in vista di un futuro lavoro, allora non avrebbe più senso che esistessero quasi tutte le facoltà eccetto quelle reputate "forti"....E la passione? E la predisposizione per certe aree? E i sogni? Si mettiamoci anche questi, perchè se ormai la disillusione è ciò che ciaccompagna ai colloqui, e ancor prima nella ricerca degli annunci giusti, non ci si può togliere anche "l'illusione di un sogno" che ci ha spinto a fare quella precisa scelta accademica, in nome anche di tutti i sacrifici che l'hanno accompagnata fino al conseguimento della laurea!
@Riccardo: ho avuto modo di leggere la tua storia, [lo ammetto, mi sono documentata oggi], tanto di cappello per le tue scelte, anche per il tuo coraggio se così si può definire... giurisprudenza non la considero una facoltà "meno forte" per riprendere le tue parole...anzi, se si volesse intraprendere la carriera "standard" di un laureato in legge dopo la laurea lo aspettano anni di praticantato e il famosissimo esame di stato incubo di chi si accinge a scegliere questa strada...Però la tua storia è diversa, e dalla trafila degli stage sei passato anche tu. Sono contenta per te, per la tua attuale situazione e per le opportunità che ti si sono aperte. Ma come vedi gira e rigira non avevo tutti i torti nei precedenti post: laureato prestissimo, hai partecipato al progetto Erasmus, hai fatto un master e dunque hai quelle cose in più che possono fare la differenza. Io queste possibilità non le ho avute, ma non mi perdo d'animo, non mi abbatto e sono fiduciosa. Soprattutto in me stessa, perchè chi fa da sè fa per tre no? =)
E comunque, io che di anni ne ho 31 non credo di dover essere scartata a priori perchè l'età biologica per un figlio si avvicina, [chi dice poi che io ne voglia e soprattutto che ci sia "la materia prima" per concepirne uno?!]..nascondersi dietro stupide giustificazioni è deleterio per le aziende se il tutto si riduce al "non sei/sei troppo qualificata"!
Riccardo
13 anni, 9 mesi fa
Cara Lovesoull82, cara Khira,
buongiorno! Innanzitutto @Lovesoull: non ho mai detto che "tutti" i laureati in SdC si sono fatti 3 feste a settimana.. ci mancherebbe altro! Ho amici e conoscenti che hanno studiato sodo in Sdc (perchè come tutte le cose, fare una cosa bene e presto richiede impegno) ed ora lavorano in aziende o in ambito pubblicitario. Però ho notato (libera di smentirmi) che la "tendenza" è: più ti laurei prima ED in una laurea "percepita" come "forte" (e qui siamo nell'ambito paranormale delle "percezioni" ;) ) meglio è in termini di ricerca di lavoro. Intendevo questo, non volevo sminuire un percorso di studi. Ti prego di scusarmi se, forse, mi sono espresso male. E' ovvio poi che dipende dal singolo e non solo dalla facoltà, però purtroppo il selezionatore non vede subito di persona il singolo, ma all'inizio solo il CV (a meno che uno-un buon comunicatore!- non invii un videoCV...).
@Khira Vero, "vivo altrove":), se ti interessa scambiare due chiacchiere fammi sapere! :) la mia è una lunga, lunga, lunga storia, ma se hai letto il libro od il vecchio blog di Eleonora...(faccio lo sborone.. sono famoso :P). Dal tono del tuo ultimo post allora direi che o ci mettiamo a fare analisi sul mercato del lavoro italiano e del perchè è così
(ed alcuni elementi sono -secondo me- la scarsissima flessibilità in uscita ed il comune vedere il dipendente solo come un costo e mai come una risorsa)oppure non lo so.. ma penso sia importante che tu dica che non cambieresti niente di quello che hai fatto, significa che hai passione e ti piace quello che fai e che hai studiato. E trovo anche splendido il fatto che non ti scoraggi! Il lavoro però dipende anche da altri fattori che NON dipendono da te (parliamoci chiaro, le aziende italiane raramente assumono direttamente donne oltre i 30 perchè hanno il bruttissimo -difetto- che saranno mamme prima o poi..ma ufficialmente "non sei/sei troppo qualificata"..). Questo forse i tuoi lo potrebbero capire (ho avuto anche io difficolà a spiegare in famiglia un paio di scelte personali..sò testardi i vecchi :) ).
A quale altre soluzioni hai pensato? Magari sarebbe utile scambiare qualche idea in merito...
Cheers
Riccardo
killordie
13 anni, 9 mesi fa
Mi intrometto nella discussione per fare qualche considerazione.
Alcuni discorsi che ho letto sembrano suggerire l'esigenza di fantomatiche doti di preveggenza. Quando ci si iscrive all'università bisogna già prevedere quella che sarà la richiesta del mercato del lavoro dopo 5 anni! (e quando mi sono iscritta io la tanto citata Scienze della comunicazione andava per la maggiore...). Bhe ad averlo saputo prima non mi sarei forse neanche iscritta all'università (laureata in giurisprudenza...talmente spendibile che altro che settore "saturo"). Anzi...ad averlo saputo ancora prima (facendo un salto di altri 5 anni indietro) forse non avrei nemmeno fatto un liceo!
Detto questo...la soluzione non penso sia additare chi ha scelto una facoltà anzi che un'altra. (Applauso a chi si sente superiore solo perchè non ha trovato vomitevole economia politica). Il problema è che un laureato in filosofia (sempre lei!) forse quando si iscrive all'università sa benissimo che trovare un lavoro non sarà semplice e immediato come un suo collega di ingegneria....ma porca miseria...almeno un barlume vago di lavoro come prospettiva vorrebbe averlo, dispostissimo a sbattersi e lottare. Macchè. Queste lauree non sono inserite neanche per sbaglio negli annunci di lavoro. E c'è una bella enorme differenza.
Il problema dell'università è che non è meritocratica, per questo c'è chi si permette di parlare di facoltà da "aria fritta". Ci sono facoltà con "cattive reputazioni" (il Dams non l'avete ancora citato?) da scena muta e 25 assicurato perchè la media culturale degli iscritti è bassina, non perchè le materie affrontate siano inutili. E ci vanno di mezzo anche quelli che lo fanno con passione e interesse.
khira79
13 anni, 9 mesi fa
@Lovesoull82: durante gli anni dei miei studi ho fatto anch'io qualcosa,soprattutto per racimolare qualcosa e non pesare ulteriormente sui miei genitori. Non ho partecipato ai 2/3 anni di feste universitarie, nè reputo la mia laurea "meno forte" di altre, solo più facilmente spendibili nel mondo del lavoro. Anche se non sempre questo discorso è valido, perchè conosco gente laureata ad esempio in economia, con esperienza, che ha impiegato anni per trovare lavoro, e di certo non per "presunzione" senza accettare stage sottopagati o addirittura gratuiti!
Ho lavorato a gruppi di ricerca universitari, ho approfondito materie che oltre ai fini di un esame mi hanno appassionato e che mi hanno indirizzato verso le scelte lavorative che vorrei intraprendere. Ma questo non basta...e non penso che sia capitato solo a me sentirmi dire che mi manca questo o quello....
khira79
13 anni, 9 mesi fa
@Lovesoull82: durante gli anni dei miei studi ho fatto anch'io qualcosa,soprattutto per racimolare qualcosa e non pesare ulteriormente sui miei genitori. Non ho partecipato ai 2/3 anni di feste universitarie, nè reputo la mia laurea "meno forte" di altre, solo più facilmente spendibili nel mondo del lavoro. Anche se non sempre questo discorso è valido, perchè conosco gente laureata ad esempio in economia, con esperienza, che ha impiegato anni per trovare lavoro, e di certo non per "presunzione" senza accettare stage sottopagati o addirittura gratuiti!
Ho lavorato a gruppi di ricerca universitari, ho approfondito materie che oltre ai fini di un esame mi hanno appassionato e che mi hanno indirizzato verso le scelte lavorative che vorrei intraprendere. Ma questo non basta...e non penso che sia capitato solo a me sentirmi dire che mi manca questo o quello....
khira79
13 anni, 9 mesi fa
@Riccardo: la tua domanda è solo l'ultima che si somma alle mie del precedente post. Non sto qui a raccontare la mia storia, nè interessa ai fini del discorso, nè cerco giustificazioni alcune per la mia scelta universitaria o per il tempo in più che ho impiegato per laurearmi. In fondo a nessuno, in sede di colloquio, interessa sapere perchè hai conseguito il titolo fuoricorso, a nesusno interessa quello che hai imparato nel frattempo mentre cercavi di studiare nei pochi spazi che ti ritagliavi durante la giornata, facendo combaciare tutto e senza sentirti fallita....Ma tralasciando queste parole posso solo dirti che io non cambierei nulla del mio percorso di studi, non ho partecipato ad anni di feste universitarie, ho cercato di barcamenarmi per studiare e non pesare troppo sui miei genitori che mi hanno dato questa grandissima opportunità. Ed è questa la cosa peggiore: spiegargli perchè nonostante tutto il lavoro non lo trovo.
Ho pensato a tante soluzioni, eppure c'è sempre qualcosa che non quadra o non può rientrare nei miei piani. Ma questo non mi scoraggia!
Suppongo che tu viva all'Estero e mi piacerebbe sapere la tua di storia, perchè alla fine non è la paura del salto a frenare la voglia di andare, ma a volte è anche per mancanza di altro....
lovesoull82
13 anni, 9 mesi fa
Per Riccardo: chi ti dice che chi esce dalle facoltà forti (ingegneria, economia ecc) ha studiato 10/12 ore e chi invece si è laureato in scienze della comunicazione ha partecipato a tre feste a settimana? E' un giudizio di merito, consentimi, azzardato e che offende chi come me ha sempre unito alla formazione accademica l'attività lavorativa. A Khira79 che dice come si fa, rispondo: di giorno giravo la città con il mio taccuino, collaborando con una testata giornalistica e altri uffici stampa, di sera studiavo (rinunciando a feste e cenette). Risultato: è vero che oggi sono ancora precaria ma è anche vero che ho deciso di percorrere una strada impervia che è quella dell'eccellenza. Io, ieri come oggi, ho scelto di specializzarmi nel campo della comunicazione mossa da motivazioni che non sono cambiate: Passione, propensione per questa materia, capacità personali. Chiudo dicendo che non sempre la preparazione degli studenti è legata alla facoltà; ho incontrato ingegneri che hanno difficoltà a scrivere una email senza orrori grammaticali, che non conoscono la differenza tra decreto e disegno di legge, che non leggono un quotidiano.
Riccardo
13 anni, 9 mesi fa
Cara Khira, buongiorno. Tu mi chiedi: "come si fa ...etc etc etc". Io ti rispondo con una domanda: anche facendo tutto quello che hai detto, come si fa a trovare un lavoro in italia che permetta di mantenersi decentemente? Chiedo perchè "più o meno" rientro nel profilo (ed è stata dura, azz se è stata dura), e l'ultima volta che un'azienda italiana mi ha proposto qualcosa era intorno ai famosi 1000 euro..oppure propongono i famosi stage..
Sono il primo a dire che la laurea in comunicazione non è inutile in linea assoluta, tuttavia, parlando di fatti e vedendo la situazione dei miei amici in italia, posso anche dire anche che chi si è fatto il mazzo per anni 10/12 ore al giorno in lauree forti e ne è uscito bene ed in tempo, di solito adesso il lavoro ce l'ha. Chi si è fatto 3/5 anni di 3 feste universitarie a settimana in lauree percepite più "soft" ed ha finito comodamente adesso non trova nulla. Un'ingiustizia? Mah, non saprei.. Però io non darei tutta la colpa allo Stato perchè IO scelto di studiare scienze delle comunicazione ed ora non trovo lavoro... sarebbe lo stesso nel mio caso incavolarsi perchè ho studiato giurisprudenza e poi avrei dovuto fare in aggiunta la pratica legale. Ma lo sapevo anche prima che era così...
Cheers
Riccardo
khira79
13 anni, 9 mesi fa
Sono laureata in Scienze della Comunicazione, una delle lauree umanistiche che troppo spesso viene criticata e passata come "scienze delle merendine" dai ragazzi stessi iscritti ad altri corsi di laurea. Il mio è il vecchio caro amato/odiato ordinamento quinquennale e posso dire che effettivamente il livello di studio e di preparazione è ben diverso rispetto al nuovo ordinamento che è nato qualche anno fa. Al di là della polemica se le lauree umanistiche siano o meno aria fritta, mi permetto di dire che ogni corso di studio ha le sue difficoltà e le sue ragioni d'essere, spendibile o meno nel mondo del lavoro è un altro discorso. Ma di sicuro io che sono specializzata in Comunicazione di impresa non trovo chissà quanti sbocchi e di certo nel mio percorso accademico ho affrontato materie economiche/politiche anche se non allo stesso livello di un laureato in Economia. Il problema è che oggi, al di là della scelta universitaria (che a mio modesto parere va scelto per PASSIONE e non solo perchè un domani quel pezzo di carta possa essere venduto meglio nel mondo del lavoro) è richiesto sempre di più. Basti pensare che per un semplice stage il soggetto cercato è come se dovesse aver conseguito due o più lauree: economia, lingue e chissà cos'altro per andar bene all'azienda. Necessarie magari anche esperienze lavorative, meglio ancora se all'estero, aver partecipato al progetto Erasmus o magari conoscere oltre al perfetto inglese anche un'altra lingua...il tutto con un percorso accademico eccellente e non oltre una certa età..Ecco, ora mi chiedo: come si fa a studiare, portare a casa ottimi voti agli esami, lavorare per accumulare esperienza, imparare spendendo magari anche soldi propri per un buon corso di lingua, il tutto senza superare i 28 anni e soprattutto se si studia fuori sede???
Ecco, io non ce l'ho fatta a fare tutte queste cose insieme, e probabilmente ne pago oggi lo scotto, ma che non mi si venisse a dire che la mia facoltà è aria fritta, questo proprio non lo accetto....
Marquis
13 anni, 9 mesi fa
Evvai: uno che difende l'utilità di Scienze della Comunicazione :D
horazio
13 anni, 10 mesi fa
Ma io sono perfettamente d'accordo sul fatto che le università hanno preferito foraggiare se stesse dando lavoro a docenti e rettori invece che preparare i giovani. Non ci sono dubbi su questo.
Ma bisogna sapere queste cose prima di intraprendere una carriera universitaria lunga anni.
Mvagnoni
13 anni, 10 mesi fa
Caro horazio, abbiamo foraggiato università che non si sono fatte scrupolo di offrire corsi di laurea non solo inutili (e sottolineerò semnpre che un corso di laurea in storia filosofia o lettere NON è inutile, mentre molti altri sì), ma anche fatti con i piedi. Dopodichè un bel calcio nel sedere. Allora mettiamola così:
Sistema universitario finlandese: Tutti i corsi di laurea sono a numero chiuso, e sottolineo tutti, non solo quelli dove è necessario salvaguardare qualche casta. Il numero è programmato in relazione alla stima di lavoratori di cui ci sarà bisogno per ogni figura professionale. Non si limita il diritto allo studio di nessuno perchè la possibilità di studiare non è legata al censo ma al superamento di un test, per cui se una persona è realmente intenzionata a studiare una data materia dovrà impegnarsi, ed eventualmente aspettare anche qualche anno prima di riuscire ad accedere all'università. Altrimenti fa altro. E dopo gli studi non si ritroverà con un pezzo di carta straccia ma con un lavoro che lo aspetta adeguato alla sua preparazione.
Confrontiamolo con il nostro: può uno Stato lavarsi le mani di un problema così grave creato in anni e anni di inefficienza, ottusità, miopia, scollamento dalla realtà? Accettare tranquillamente di aver buttato al vento risorse pubbliche, con università colabrodo piene di gente non motivata, con titoli che si elargiscono come acqua fresca e che livellano tutti verso un'ipotetica "altezza" che di conseguenza non vale niente? Ritrovarsi con il 30% di giovani disoccupati?
Chi la pensa come te dimostra di non essere capace di vedere un palmo al di là del proprio naso: e ti garantisco che le lauree umanistiche servono anche a questo.
horazio
13 anni, 10 mesi fa
Beh si sta inizando ad andare fuori tema, se parliamo di validità io annullerei immediatamente tutte le lauree del '68 e dintorni.
Cmq, il discorso iniziale era: bisogna tutelare le lauree deboli ??
Secondo me no ! Casomai bisogna svegliarsi ed essere consapevoli di cosa si fa nella vita.
Siamo tutti liberi di laurearci in filosofia, ebraico antico, letterature comparate e scienze della pace ed altre lauree "diversamente utili" ma poi non si può frignare perchè con un 110 e lode in una di queste lauree non si trova lavoro !
Mvagnoni
13 anni, 10 mesi fa
In perfetto stile italiano: si fanno disastri nell'organizzazione universitaria, sapendo benissimo che i laureati che ne verranno fuori non avranno una preparazione all'altezza dei laureati precedenti (perchè è così). E allora che si fa? Si penalizzano i nuovi laureati invece di rimettere mano al sistema universitario; si è ben lungi dall'ammettere errori istituzionali, e anzi si continua a smantellare tutto il sistema dell'istruzione. Ma ci siamo chiesti chi saranno i legislatori di domani? Gente che non sa leggere e scrivere? O i soliti figli della fortuna che hanno studiato nelle migliori scuole e università dove l'istruzione si paga a peso d'oro?
E poi non venite a dirci che la colpa delle nostre sventure è nostra perchè abbiamo scelto di studiare filosofia.
marinellasichi
13 anni, 10 mesi fa
Credo che un intervento debba essere previsto e doveroso a seguito delle "EQUIPARAZIONI TRA LAUREE DI VECCHIO ORDINAMENTO, LAUREE SPECIALISTICHE E LAUREE MAGISTRALI" previste dal Ministero invitando gli Enti Pubblici ad accettare solo le " Lauree di Valore" per i concorsi pubblici.
Da un lato non auspico una moratoria, che sarebbe controproducente, ma senz'altro la possibilità di integrare con i soli esami mancanti il percorso di laurea nella stesa facoltà.
Mi spiego meglio, un laureato in Economia con un percorso non accettato dagli Enti pubblici dovrebbe semplicemnete riempire i crediti mancanti. Attualmente è costretto ad iniziare un nuovo percorso di laurea e discutere una nuova tesi. E' palesemente iniqua una norma che cancella di fatto ex. ante la validità di un titolo attuale ed al contempo mantiene la validità delle vecchie Lauree degli anni 80. Al contrario di quello che accede nel resto del mondo.
Mvagnoni
13 anni, 10 mesi fa
Caro Orazio e tutti gli altri, e allora quelli che hanno scelto lauree umanistiche che fanno adesso? Si impiccano? Mensa della Caritas? Rapine in banca?
Credo che questo SIA un problema dell'Italia e non solo di questi poveri disgraziati.
Per tacere del fatto che all'Italia SERVONO come il pane insegnanti di lettere, di filosofia, di storia, ché la gente non sa più parlare nè scrivere in italiano: e i ragazzi che escono dalle scuole di oggi, massacrate da una politica dissennata, sarnno dei perfetti ignoranti, incapaci di ragionare, carne da macello: è questo che vogliamo? E voi dite che le lauree umanistiche sono aria fritta?
Povera Italia...
sarapalu
13 anni, 10 mesi fa
Perfettamente d'accordo con @lovesoull82! Spero che la passione venga premiata in qualche modo...
lovesoull82
13 anni, 10 mesi fa
Io credo che l'argomento è stato un pò banalizzato. Non si può parlare di lavoro facendo
riferimento solo a cosa il mercato chiede e offre. In gioco c'è la vita di milioni di ragazzi
che hanno sogni, progetti e ambizioni. Non possiamo certo diventare un Paese che sforna solo ingegneri
perchè di certo questa omologazione non contribuirebbe a far crescere l'Italia. E poi chi non ha questa
ambizione e non è portato, sono convinta, comunque non riuscirebbe. Oggi non basta essere bravi
in un settore, bisogna essere i migliori. Regola che vale in qualunque campo. E per essere
bravi non basta studiare, bisogna avere quell'elemento irrazionale ma fondamentale nella vita:
la passione! Senza, probabilmente, si può tirare a campare ma di certo non si realizzano grandi
cose nella vita. Perciò, non giudicherei, caro Horatius, così severamente chi sceglie lauree
meno spendibili sul mercato solo perchè ha il coraggio di crederci. In fondo il lavoro
è una componente importante della nostra vita e ognuno ha il diritto di scegliere ciò che maggiormente
corrisponde alle proprie aspirazioni.
Sibyl
13 anni, 10 mesi fa
P.S. Le lauree umanistiche non sono "aria fritta", per lo meno non tutte. Ovvio che un laureato in filosofia delle religioni può fare ben poco in azienda (almeno inzialmente) ma questo non vuol dire che il suddetto laureato sia un povero scemo che ha studiato l'aria fritta. Ricorda che senza cultura e pensiero critico il mondo non va avanti, così come senza aziende e fabbriche!
Sibyl
13 anni, 10 mesi fa
Caro Horazio, direi che in linea di massima sono d'accordo con quello che hai scritto tu. Ognuno di noi, per quanto giovane, può ben capire che una laurea in filosofia delle religioni non offre le stesse possibilità di lavoro di una in economia (per riprendere il tuo esempio). Per cui c'è poco da piangersi addosso... Ciò che mi fa arrabbiare però è che tante facoltà pur di attirare studenti ingannano perfino sulle misere possibilità lavorative che si avrebbero! Vi porto il mio esempio: quando mi sono iscritta a Filosofia (triennale) mi hanno prospettato la possibilità (secondo loro difficile, ma reale) di fare la giornalista, l'insegnante o la bibliotecaria. Nessuno invece mi ha detto che per la prima cosa serve un master in giornalismo, per la seconda servono avere dei crediti in materie che NON ti è permesso inserire nel piano di studi nemmeno come sovrannumerari, e che per l'ultima non serve affatto una laurea!! E' questo che personalmente mi ha fatto talmente arrabbiare che ho cambiato corso di laurea e università.
Credo che sia una specie di "pubblicità ingannevole" molto subdola e dalle tristi conseguenze.
horazio
13 anni, 10 mesi fa
Ma è un problema dell'azienda ! se fa la scelta sbagliata nelle assunzioni.
Ed è un problema del giovane se ha scelto filosofia delle religioni invece che
economia e commercio, per fare un esempio.
Se siamo liberi di scegliere cosa studiare dobbiamo essere anche responsabili delle
nostre scelte.
Dall'idea di questi due deputati trasuda un assistenzialismo da unione sovietica.
Invece di prendersela con le aziende che assumono solo certi profili io me la prenderei
con tutte quelle università che recentemente hanno sfornato lauree e corsi improbabili
e hanno ingannato i giovani nutrendo false speranze.
sarapalu
13 anni, 10 mesi fa
@horazio: Forse hai ragione sul fatto che dovremmo orientare i nostri studi a profili più ricercati dalle aziende, mi rendo conto che in Italia il mondo del lavoro funziona secondo questa logica.
Tuttavia, in altri paesi non funziona in questo modo (parlo della Gran Bretagna, che conosco). La laurea (triennale) è uno scalino di PARTENZA per i giovani e i profili umanistici sono molto ricercati dalle aziende.
Quello che volevo dire con il mio intervento è che le cosiddette "lauree deboli" non sono affatto "aria fritta" (certo, ci sono delle eccezioni), ma sono un percorso formativo a tutti gli effetti. Troppo lontano dal mondo aziendale? Forse. Certo è che nessuno esce dall'università con una professionalità in mano, tutti devono imparare, ma spesso le aziende non prendono neanche in considerazione certi profili. Si preferisce un laureato in economia che ha trascinato i suoi studi troppo a lungo e con risultati mediocri piuttosto che un laureato in materie umanistiche che ha portato avanti gli studi con passione e ottimi risultati. E' questo che non capisco... sicuri che il primo sia davvero un miglior investimento per l'azienda?
Rimango col punto di domanda naturalmente. Ciao
horazio
13 anni, 10 mesi fa
Invece di difendere le lauree deboli bisognerebbe che ci sforzassimo di analizzare
attentamente il mercato del lavoro, vedere quali sono le professionalità più
richieste e quelle meno e poi scegliere gli studi di conseguenza.
Alle aziende non servono laureati in "aria fritta", mettetevelo in testa !
sarapalu
14 anni, 1 mese fa
Mi trovo molto coinvolta da questo tema. Mi sto laureando in Lingue e credo di aver acquisito un bagaglio di conoscenze e di esperienze sufficiente ad entrare nel mondo del lavoro o quantomeno non necessariamente "inferiore" rispetto ai laureati in altre discipline. Tuttavia ogni qualvolta mi imbatto in annunci di lavoro (compresi quelli che hanno aderito alla lodevolissima e indispensabile iniziativa OKStage) i profili ricercati sono molto simili tra loro. Raramente viene dato spazio a candidati di facoltà umanistiche.
Sono d'accordo col deputato Di Biagio riguardo al fatto che questa selettività è probabilmente dovuta ad una scarsa conoscenza reciproca tra il mondo accademico e quello lavorativo. Credo che variegare la provenienza accademica dei dipendenti all'interno di un'azienda non possa che arricchirne il potenziale umano. Senza negare che certi profili tecnici provengono da facoltà come Ingegneria o Economia, sono certa che, magari con un leggero sforzo iniziale di formazione da parte dell'azienda, anche molti laureati "umanistici" potrebbero trovare il loro spazio e apportare il proprio contributo.
Ringrazio Eleonora e la Repubblica degli Stagisti che, per me come per molti altri colleghi, sta diventando un punto di riferimento importante per muovere i primi passi nel mondo del lavoro.
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