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a che età si comincia a "vivere da grandi"?

15 anni, 5 mesi fa di ladybb

Ciao a tutti. Mi chiamo Barbara. Laurea dei talenti in scienze della comunicazione, attesa di discussione della tesi di laurea specialistica in culture moderne comparate. voto atteso: il massimo. Mi diletto di informatica, suono diversi strumenti, dipingo e scrivo per passione (ho vinto anche diversi concorsi di narrativa a poesia). Sono stata a Dublino 8 mesi per perfezionare il mio inglese.
Ho lavorato in call center dai 18 ai 26, mentre studiavo, poi ho deciso di entrare nel mondo degli stagisti "così imparo un mestiere" mi sono detta. Iveco: communication planning assistant, nell'ente external relations and communication quindi ferrari, yamaha, all blacks,..."figo!" dico. Peccato che sia stata presa in mezzo alla lite intrisa di arrivismo tra 2 tutor...ma come 2 tutor??? non dovrei averne solo uno??? ebbene, uno dei due viene licenziato..dopo 4 mesi di "fai così" "no, fai il contrario", "si comincia", mi dico! e invece mi ritrovo in un ufficio di fortuna, chiuso, da sola, con nulla da fare. Ogni tanto qualche capolino dalla porta e un "come va?"...Nelle giornate ok qualche mail in inglese da inviare e un paio di fogli excel da preparare. STOP. Poi...la crisi economica: cassa integrazione 2 settimane al mese: il mio tutor assente e dunque io a casa. Il termine del mio stage sarebbe dovuto cadere entro le settimane di cassa...nessun problema, vado lo stesso a salutare, festicciola, baci e abbracci, "ci dispiace, ci mancherai"...ecc ecc...alla fine del mese la busta paga non arriva...telefono, eeee... scoperta: il mio stage era stato interrotto 2 settimane prima della fine naturale, a mia insaputa, in quanto, data la cassa, io non servivo nè sarei più servita.
Nel frattempo avevo ovviamente preso casa con il mio fidanzato, musicista e informatico, anche lui disoccupato (recentemente licenziato di punto in bianco da un bel contrattino a progetto).
Torno al call center. Contratto a progetto e stipendio che oscilla tra i 130 e i 500 euro mensili in quanto il contratto è a progetto ma il trattamento e da dipendente. Pago una volta la luce, una volta il gas...se posso la spesa non la faccio e mangiamo a casa dei nostri genitori..una votla da uno, una volta dall'altro.
3 giorni fa faccio 4 colloqui + assestment nello stessio giorno per un altro stage...credevo dovessero prendermi alla nasa! Il lavoro è dall'altra parte di torino e sarà quello di un dipendente normale ma la paga e i diritti ovviamente no. Dovrò alzarmi alle 6 tutti i giorni e fare 2 ore di pullman sia all'andata che al ritorno: 8 ore a lavoro e 4 per lo spostamento...il tempo per me, per il mio studio per la mia famiglia e per il mio fidanzato non ci sarà...
Mi sono permessa di chiedere la possibilità di un'assunzione futura, mi è stato risposto "non le sembra sia un po' presto? valutiamo prima se "ci piacciamo" poi vederemo".

Sognavo una vita di studio e soddisfazioni (meritate dato il duro lavoro e il grande impegno) e invece ho una vita instabile, stressante, che mi costringe a pensare sempre ai problemi e mai a godermi la mia giovinezza, la mia forza e la mia voglia di vivere e di fare. Tutti gli sforzi fatti sinora sono stati vani e vuoti, privi di significato. Ogni giorno è un incubo.

Eleonora Voltolina

15 anni, 5 mesi fa

Cara Ladybb, le tue riflessioni sono molto importanti. E' ormai urgente che la società dia una risposta alla domanda che hai scelto come titolo del tuo post: a che età una persona smette di essere "giovane" e diventa "adulta"? Oggi c'è uno scollamento tra l'età adulta "effettiva" (che inizia, o quantomeno dovrebbe iniziare, dopo la fine del percorso formativo, cioè indicativamente intorno ai 25 anni) e l'età adulta "completa", cioè quella in cui la persona raggiunge una sicurezza professionale e un'indipendenza anche economica, riuscendo quindi a costruirsi il suo futuro senza poggiare sul nucleo familiare di provenienza.
Recentemente ho intervistato Gigi Furini, l'autore di "Volevo solo vendere la pizza" (se ti va di dare un'occhiata all'articolo, il link è questo: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/giovani-lavoro-e-stipendi-troppo-bassi-quando-al-mutuo-ci-pensa-papa-indebitandosi-parola-di-luigi-furini). E anche lui ha messo il dito nella piaga: «I ragazzi purtroppo molto spesso hanno redditi troppo bassi per mantenersi da soli. E allora capita che siano i genitori ad accollarsi il mutuo per la casa, o il finanziamento per la macchina. Dopo i venti, venticinque anni dovrebbero diventare adulti a tutti gli effetti, poter disporre di un reddito proprio e vivere una vita autonoma. Ma non ce la fanno, perché raramente hanno una busta paga decente: e allora per loro garantiscono i genitori».
Più o meno gli stessi concetti espressi da Massimo Livi Bacci (http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/massimo-livi-bacci-stage-alleta-giusta-e-20mila-euro-a-ogni-18enne-perche-diventi-autonomo), professore di Demografia e oggi anche senatore, nel suo libro "Avanti giovani alla riscossa"...
Insomma, il problema è sul tavolo anche se classe dirigenziale sembra ignorarlo. Sta a noi spingere affinchè sia messo nell'"agenda". Perchè una cosa è certa: così non si può andare avanti ancora per molto...

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