Dalla parte dei laureati - lo stage serve per trovare lavoro?
15 anni, 6 mesi fa di Eleonora Voltolina
Link all'articolo originale: Dalla parte dei laureati - lo stage serve per trovare lavoro?
La notizia è di pochi giorni fa: secondo Eurostat l’Italia è agli ultimi posti nell'Unione Europea per numero di laureati. Dalle rilevazioni del 2007 risulta che tra gli italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni, solo uno su cinque ha finito l’università: per la precisione il 19%. A parimerito (o demerito) dell’Italia c’è l’Austria: sotto di loro solo Slovacchia (18%), Romania (17%) e Repubblica Ceca (16%). Ben lontani dalle capolista Cipro (47%), Irlanda (44%) e Francia …
mefisto
15 anni, 1 mese fa
Concordo con Cassandra,perché ho fatto un master post laurea che comprendeva uno stage di 4 mesi e dopo averlo fatto e avere conseguito il diploma del master, sono allo stesso punto di prima: mi propongono di continuare con l'esperienza formativa, sì... un altro stage. scusa ma laureata e masterizzata, mi sembra che siano due qualifiche sufficienti a livello formativo, in cosa devo ancora formarmi? continuo a formarmi e quando inizierò a lavorare sul serio allora???
Cassandra
15 anni, 1 mese fa
Rispondo seccamente alla domanda, dal basso della mia esperienza che è pur sempre, soggettivamente parlando, cosa rilevante. Lo stage serve per trovare lavoro?
No.
Potrebbe se fosse usato in modo diverso e prevedesse, obbligatoriamente, una retribuzione. Allo stato attuale siamo di fronte alla tratta degli schiavi: si offrono stage gratuiti a persone laureate, masterizzate, con già molti tirocini sul curriculum.
Cui prodest? A chi chiede di lavorare senza in cambio corrispondere un compenso adeguato, ovvio.
Nulla giova, o pochissimo, al giovane o meno giovane aspirante lavoratore al quale, al successivo colloquio, verrà offerto...uno stage.
stecrimi
15 anni, 6 mesi fa
Caro Picchio, probabilmente mi sono espresso male nel mio commetto. Il mio dubbio riguarda la correlazione tra laureati e benessere economico: Cipro ha quasi il doppio degli abitanti del Lussemburgo e una percentuale di laureati maggiore, eppure il reddito medio pro-capire a parità di potere di acquisto è poco più di un terzo di quello dei fortunati lussemburghesi... Chiaramente un singolo esempio non è significativo, però mi sembra che quantomeno debba fare riflettere: non basta sfornare tanti laureati (che poi magari il sistema Paese non è in grado di assorbire) per aumentare il benessere economico di un Paese.
Sul sito della regione Lazio ho trovato uno spunto interessante (http://www.regione.lazio.it/binary/web/statistica_allegati_statstiche/aIV_2_istruzione.1142330824.1160039528.pdf): i laureati nell'Italia centrale sono percentualmente più numerosi che nell'Italia settentrionale (e non di poco, 9,0% contro circa 7,5%). Eppure mi sembra che il Nord Italia abbia una situazione economica più prospera rispetto al centro Italia (che comunque non se la passa certo male). A questo punto iniziamo a confrontare aree con decine di milioni di abitanti, per le quali - quindi - una correlazione statistica tra i due dati )laureati e benessere economico) avrebbe dovuto essere presente, nell'ipotesi in cui i due fenomeni fossero così fortemente legati...
picchio
15 anni, 6 mesi fa
Bisogna tener conto che Cipro ha poco più di settecentomila abitanti: in pratica è una città (neanche tanto grossa) rispetto all'Italia e agli altri Paesi citati (l'Irlanda ha circa 4 milioni di abitanti; la Francia 64 milioni; l'Austria 8 milioni; la Slovacchia 5 milioni; la Romania 22 milioni; la Repubblica Ceca 10 milioni). Però fa parte dell'UE e quindi nella classifica Eurostat la doveva mettere. Rispetto al commento di Stecrimi penso quindi che la posizione di Cipro in questa classifica non abbia grande valore statistico.
Però un dato comunque importante è il confronto con la Francia, che ha il triplo dei laureati rispetto a noi almeno nella fascia d'età 25-34. Quanto più è alto il livello di istruzione di una popolazione, tanto più dovrebbe essere alta la qualità della vita delle persone.
Dò come spunto una citazione di un esperto di demografia (Giuseppe Gesano): "Il grado di istruzione costituisce uno dei fattori più potenti nel discriminare i livelli di molte delle variabili demografiche ed i comportamenti della popolazione che li determinano. Tempi e modi della nuzialità, dimensioni e cadenza della riproduzione, età e cause nella morbilità e nella mortalità, portata, direzioni e tasso di permanenza dei flussi migratori, non diversamente da alcuni fattori intermedi – come la partecipazione al mercato del lavoro o la cura della propria salute – che su quelle variabili intervengono in modo determinante, risultano tutti fortemente dipendenti dal livello di istruzione".
stecrimi
15 anni, 6 mesi fa
Il Paese con la più alta percentuale di laureati è Cipro, nazione che non mi pare possa vantare un particolare benessere economico. Questo potrebbe lasciare intendere che non esiste una connessione diretta tra percentuale di laureati e sviluppo economico. Del resto vorrei fare una considerazione che ritengo importante: dall'articolo sembra trasparire che l'Italia - proprio perché in fondo alle classifiche relative al numero di laureati - avrebbe bisogno di un maggior numero di laureati. Eppure tale circostanza mi sembra smentita seccamente dai fatti: in Italia non c'è penuria di laureati, tanto è vero che quelli che ci sono spesso faticano a trovare un impiego. Da questo fatto mi sembrerebbe quasi possibile affermare, al contrario di quello che fa l'articolo, che in Italia di laureati ce ne sono già troppi rispetto alle esigenze del Paese.
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