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colloqui pietosi: la mia storia

11 anni, 1 mese fa di Zafferano

Sono una laureanda in Sociologia, ho 26 anni, un anno e mezzo di esperienze di stage alle spalle in ambito HR e ormai penso di essere al limite della crisi di nervi.

Ho mandato candidature tramite il db di placement della mia Università ed è da un mese e mezzo che faccio colloqui senza arrivare a nulla.

Le casistiche che si verificano sono le seguenti:
- Aziende che fanno screening al telefono e mi cassano perchè sono troppo "Senior" (nb. non anagraficamente, ma "professionalmente", perchè io non lo sapevo che 12 mesi di stage, 6 mesi di recruiting in una società di Consulenza e 6 mesi in Training in una big della telco, facessero di me una professional!)
- Aziende che mi scartano per offerte in HR Recruiting e Training perchè vorrebbero risorse junior-junior (come se un anno di esperienza complessiva pregiudicasse totalmente la mia capacità di apprendere!)
- Aziende che mi scartano a metà percorso perchè mi candido su lati duri della gestione del personale, visto che ho esperienza su Formazione e Selezione, e quando esprimo, ormai non so più che lingua usare, che vorrei fare qualcosa di tecnico,per l'incontenibile voglia di IMPARARE e completare il mio profilo, mi dicono che vado bene ma meglio 1- risorse "tabula rasa", oppure 2- risorse già skillate, ma non troppo.

Non parliamo dei tempi di risposta e restituzione dei feedback e professionalità dei selezionatori che incontro nelle salette dei colloqui! Vorrei proprio poter fare nomi e cognomi e imprese (tutte BIG)per avere un sollievo a tanta frustrazione.

Mi avevano detto di studiare l'inglese, e allora sono andata a fare 9 mesi in Inghilterra a fare la ragazza alla pari, perchè l'Erasmus è costoso e i fondi a disposizione dell'Università sono scarsissimi. In 9 mesi a stretto contatto con una famiglia puramente britannica, in un paese di 20.000 abitanti dimenticato dal buon Dio credo di aver imparato molto di più di uno studente che fa 4 mesi in mezzo a stranieri;

Mi avevano detto di macinare esperienza prima di laurearmi, e allora ho fatto 3 stage.

Mi avevano detto di potenziare le competenze informatiche, e allora ho fatto un corso di Excel per utente UpperIntermediate.

Mi avevano detto di fare un progetto di tesi originale, perchè sarebbe stato apprezzato.

Qual'è il risultato?

Che il mio odio per la società aumenta a dismisura, che non credo che per un lavoro bisogna essere così speciali, che la maggior parte delle persone che conosco, a ogni livello di professionalità, non sono state formate in chissà che istituzioni, che il loro inglese è mediocre, e quindi?

Qualcuno mi può dare una risposta?

reynold

10 anni, 9 mesi fa

Mah è l'unica cosa che mi vien da dire.Premesso che hai avuto una ottima idea a fare gli stage durante gli studi dirò che:
1.Ti lamenti dei tempi di risposta. E' già tanto avere una risposta. Giusto o sbagliato che sia i tempi sono lunghi, ci vuole minimo un mese per un'assunzione.Minimo.
2. E' da un mese e mezzo che mandi cv. Non mi pare sto gran lasso di tempo.
3. Sei ancora laureanda non laureata.
Credo tu abbia tutte le carte in regola per trovare una buona occupazione ma non dovresti scoraggiarti e lamentarti alle prime minuscole superabili salite (anzi cavalcavia)



nicodrugo85

11 anni fa

@izzie ti quoto in pieno, la generazione di 15anni fa non si rende minimanete conto della fortuan che ha avuto, e stuta sentenze su noi che siamo laureati e non riusciamo a trovare uno straccio di lavoro anche minimanete collegabile al nostro campo di studio. Anzi ci chiamano choosy deridendoci per siamo ancora a casa con i genitori. Come se ci fosse scelta.
Sto facendo stage con gente di 40 anni che dopo la laurea ha trovato subito lavoro stipendiati subito a dovere, e mi guardano dall alto verso il basso come se fosse giusto che io debba prendere 400 miseri euro di rimborso spese per fare la gavetta.

TUtti i problemi che avete elencato fanno parte della legislatura Italiana, prendiamo in considerazione di spostarci dalla nostra terra, non facciamo solo quelli bravi a lamentarci.

albertagort

11 anni fa

caterina. .ma di cosa stai parlando? hai confuso i topic?

caterina78

11 anni fa

E poi non devo dire che ho avuto problemi al lavoro e dove allora? e con chi allora? se tutti lo sapevano. Ed oggi mi devo arrabbiare perchè ancora ho il telefono e le macchine e la mia stanza e tutta la casa sotto controllo e il ristorante. E di cosa di essere spiata quando già è stato fatto per mesi e si sa tutto? Cosa non devo fare sentire? E poi chi mi dovrebe aiutare? C'è qualcuno che non sa e mi crederebbe? L'ipnosi non ha funzionato, i grandi maghi hanno fallito, il lavaggio del cervello era già lavato e non ha funzionato. Che palle non ne posso più.
mandatemi anche da qui l'avviso dell'avvocato. Come si dice da noi 'Cose de pazzi'

caterina78

11 anni fa

E poi non devo dire che ho avuto problemi al lavoro e dove allora? e con chi allora? se tutti lo sapevano. Ed oggi mi devo arrabbiare perchè ancora ho il telefono e le macchine e la mia stanza e tutta la casa sotto controllo e il ristorante. E di cosa di essere spiata quando già è stato fatto per mesi e si sa tutto? Cosa non devo fare sentire? E poi chi mi dovrebe aiutare? C'è qualcuno che non sa e mi crederebbe? L'ipnosi non ha funzionato, i grandi maghi hanno fallito, il lavaggio del cervello era già lavato e non ha funzionato. Che palle non ne posso più.
mandatemi anche da qui l'avviso dell'avvocato. Come si dice da noi 'Cose de pazzi'

caterina78

11 anni fa

L'uniliazione maggiore non è fare la cameriera dopo essersi laureata in Ingegneria. L'umiliazione maggiore è essere consapevoli di essere stati spiati per due anni. Ad esempio avere il sospetto che il computer è stato rubato volontariamente ed averne la conferma. Che quel giorno il mio amico mi mostrò con gli occhi la telecamera. E che in compagnia si mettevano a parlare all'angolino. Sapere di essere stati spiati tutto il giorno. Di essere stata umiliata derisa controllata. Di avere il telefono da un anno sotto controllo, la mail del lavoro e quella personale. E non capirne il motivo.
Eppure c'era tanta gente che non faceva nulla, tanta che andava e usciva.
Forse devo ringraziare l'università per l'opportunità avuta.
Forse tutto è iniziato a Novara, poi a Tortona per finire a Varese.
Ma io non rimpiango quello che ho fatto nei miei studi non avrei voluto fare altro nella mia vita. In realtà mi è piaciuto imparare. ma per il futuro se dovessi fare la cameriera a vita non mi dispiacerebbe. E sono veramente felice.

izzie

11 anni fa

Cara Zafferano, mi spiace molto apprendere della tua storia. Da quanto scrivi e da come scrivi sembri davvero una persona in gamba, dedita e preparata. Purtroppo passione e motivazione non sono qualità dall'intrinseco valore nel mondo del lavoro, almeno oggigiorno. Qui non si tratta di credere o meno in una verità fatta di stage e parolette in inglese che cercano di quantificare la preparazione di un soggetto quando il solo obiettivo è far confluire il tutto in due sterili categorie: sei un peso per l'azienda o l'azienda ti può sfruttare in qualche (qualsiasi) modo. Sono disillusa anche io e stufa di sentire le critiche di quelli che accusano i laureati di avere un atteggiamento saccente e pretenzioso; di essere stati sciocchi e poco lungimiranti per aver imprudentemente creduto alle subdole promesse delle università; di quelli che approvano l'atteggiamento immorale delle aziende che se ne approfittano solo perchè glielo si permette. Come se in qualche modo la colpa di un sistema scorretto e guasto fin dal principio fosse nostra. Come Zafferano credo che quella dell'univesità sia stata un'esperienza di vita prima di tutto, che mi ha aperto la mente e mi ha permesso di sviluppare coscienza individuale e consapevolezza. Non rimpiango nemmeno un secondo la mia scelta di aver studiato, di aver sacrificato tanti anni nonostante siano molti quelli che ne approfittano del momento sfortunato per godere dell'insuccesso dei laureati e smaniano dalla voglia di ricordarti che gli anni universitari non sono stati null'altro che un'irrecuperabile spreco di anni di pratica ed esperienza. E' questo pensiero diffuso il risultato di una società che ormai ha toccato i minimi storici di decadenza.
Ce l'ho fortemente con le generazioni passate che non riconoscono minimamente la fortuna che hanno avuto nell'avere sviluppato attività professionali in un momento sicuramente più favorevole dell'odierno, si ritengono 'arrivati' e per questo ostentano atteggiamenti superbi e inaccessibili, sputano tendenze, predicano ipocrisia mascherata da virtù. Nessuno crede più nel valore dll'insegnamento e della trasmissione di valori senza ottenere qualcosa in cambio. Questa è la verità. Ci sarà di sicuro qualcuno che è in disaccordo con quanto scrivo così come riconosco che non si può fare di tutta l'erba un fascio ma questa è la mia esperienza e quanto mi sento di riportare.

stellabari

11 anni, 1 mese fa

Non posso credere che ancora si continui a scrivere su questi post.
Sono contenta che molti abbiamo goduto di notorietà e pubblicità.
A volte basta solo massacrare una persona per avere il massimo risultato.
SI spera almeno che le cose siano cambiato in meglio altrimenti .............

Zafferano

11 anni, 1 mese fa

A me non interessa, io sono disillusa da un pezzo, e il mio post era proprio uno sfogo per la frustrazione di essere stata chiamata dalle grandi che predicano valori inappuntabili e poi non si accorgono che è anche una buona occasione di pubblicità svolgere selezione con un minimo di etica e di empatia. Essendo tutte aziende consumer, avrei proprio voluto poter scrivere " non comprate più auto della XX e detersivi della YY", ma non potendo, ecco il mio post.
Sul discorso dell'enfasi delle università sulla loro capacità di preparare risorse, non mi esprimo neanche: io ho studiato perchè mi piace imparare e sono genuinamente convinta che una cultura serva a essere una brava persona in ogni circostanza della vita. Ma questo anche senza andare all'università, potrei anche frequentare una biblioteca per formarmi. Che uno stagista laureato sia messo a ricevere corrieri, andare al post office, ritirare bolle non mi fa impressione, è giusto che tutti imparino a fare cose semplici. Quando si ricevono corrieri, si fanno fotocopie, si è comunque a contatto con figure professionali diverse dell'azienda e questo può servire anche a sviluppare le relazioni, a sapersi misurare con anzianità e ruoli diversi in azienda e imparare, comunque.Il mio è solo un rammarico verso lo spreco di potenziale di un laureato, perchè io ero cosciente quando studiavo i libri per gli esami e in un modo o nell'altro quei volumi mi hanno dato un taglio per leggere i fenomeni e per chiedermi ogni volta se le cose non possono essere fatte in un altro modo, diverso (o se non proprio, integrativo) rispetto allo status quo. I laureati non li ascolta nessuno, nessuno si prende la briga di sviluppare anche del 1% il loro potenziale in termini di sapere che hanno accumulato.

albertagort

11 anni, 1 mese fa

Scusatemi, ma devo intervenire e fare la parte del cattivo/inopportuno. In realtà non mi stupisco per nulla di queste storie. Mi meraviglierei del contrario.

Ma voi, ci credete davvero a questo mondo fatto di stage, HR (presumo human resources, il vecchio ufficio del personale), screening (valutazione?), senior (con esperienza),junior (senza), junior-junior (proprio senza), recruiting and training(pratica), big (grande azienda), skillato (sembra un insulto, potrei interpretarlo come "uno che ha delle qualifiche/capacità), upperintermediate (uno che ne sa un pò piu del minimo).
Non si tratta di semplice abuso della lingua inglese, che mi sta anche bene vista la globalizzazione e il futuro amalgama dei popoli. Quanto piuttosto mi sembra che le università italiane abbiano usato una tecnica subdola di people's fascination (specchietti per le allodole), promettendo di formare queste figure "fondamentali" , ora ovviamente in mostruoso sovrannumero. Le aziende poi, dall'alto della loro etica (e parlo sopratutto di grosse multinazionali), ne hanno approfittato, facendo credere agli utenti che basti fare l'università per saper selezionare il personale [cosa che, se avessi una mia azienda, farei fare solo a me stesso, o a una persona che abbia una consolidata esperienza specifica nel campo di interesse (ad es: segereteria, sviluppo software, vendita, progettazione, riparazione macchinari, gestione magazzino, produzione). Mentre poi durante gli stage ti mettono a fare tutt'altro, magari quello che all'azienda serve realmente, come poi succede quando ti "assumono" ( a costo quasi zero, tanto sono qui per imparare).

Ecco, senza l'intenzione di voler deludere qualcuno (anche io sono stato deluso, seppur in ambito scientifico, poi volente o nolente ho dovuto fare tutt'altro), mi piacerebbe che ci si staccasse da questo modo di vedere il lavoro, davvero poco sostanzioso, per guardare la realtà sotto un aspetto piu concreto. Per evitare di continuare di darsi in pasto alle università, ai master, alle aziende poco serie.

bigpink

11 anni, 1 mese fa

Ciao zafferano,
pensa che nella mia azienda molti erano disposti a favori di tipo sessuale.
nei diversi piani dello stabile si concedevano amicizie per prestazioni di ogni genere.
sia tra i potenti che quelli meno. ma molti erano lì grazie a quello le testimonianze tra gli amici storici erano tante.
ma non solo dentro anche nei parcheggi si raccontava e nelle mense.
gli sguardi e le occhiolini erano frequenti e più ti davi e più ti ricambiavano. A tanto stress bisogna rimediare. con massaggini, telefonate e complimenti.
ma poi che male c'è se uno ascolta e guarda dentro casa tua, nel privato e ovunque
a me capitò in casa, in campagna e poi dal parrucchiere.

stellabari

11 anni, 1 mese fa

Brutta storia. Peggio della mia.

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