Lettera al Ministro del Lavoro: dire basta allo sfruttamento degli stagisti, si può!
12 anni, 10 mesi fa di Ale_Ale
Gentilissima
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità,
Prof.ssa Elsa Fornero,
come da oggetto le invio la presente per denunciare una situazione di conclamato degrado, di cui nessuno pare occuparsi.
Mi riferisco all'uso improprio dello strumento degli stage e degli studenti tirocinanti, all'interno delle aziende.
Sempre più, infatti, queste convenzioni (perché sarebbe erroneo parlare di contratti), vengono intese dalle aziende "ospitanti", come metodo per rimpiazzare personale mancante, per brevi o lunghi periodi.
I progetti attivati formalmente rispettano sempre (l'esigua) normativa prevista. Tuttavia, nel concreto, ci si trova di fronte a situazioni aberranti:
- aziende che "ingaggiano", stagisti a ciclo continuo (anche nell'ordine di decine all'anno), con il palese fine di non assumere ma solo di offrire "un'esperienza". Ovvero il laureando/laureato viene inviato a bisognosi uffici, sovraccarichi di lavoro, per smaltire dell'arretrato, per quanto gli è possibile.
- Aziende che oltre a praticare quanto sopra, mentono, millantando possibilità d'impiego col solo scopo di mettere sotto pressione il tirocinante, affinché possa rendere il massimo, sia spinto a fare ore straordinarie (in violazione della legge) e rifiuti eventuali proposte lavorative da altre aziende.
- Stagisti che, per le mansioni di cui sopra, vengono pagati in modo misero (200€) o addirittura non pagati affatto.
In tutto questo i vari enti promotori, si dimostrano del tutto assenti, non intervenendo in alcun modo e avendo comunque ridotto raggio d'azione.
In moltissimi casi lo stage non porta ad alcun impiego. Lo stagista uscente viene semplicemente sostituito da uno entrante (si veda per tutti, l'abuso endemico praticato dalle banche).
Al fine di arginare la situazione di sub precariato sopra esposta, elenco alcune proposte che potrebbero essere d'aiuto, preciso che le stesse si possono considerare un punto di partenza:
1. Il rimborso spese non potrà essere inferiore ai 500 € al mese, con l'aggiunta dei buoni pasto. Il rimborso dovrà essere effettuato con cadenza precisa, non oltre il decimo giorno di ogni mese. (Stop ai tirocini gratuiti, e ai rimborsi forfettari in rata unica a fine stage, cosiddetti rimborsi "a trappola").
2. Riduzione del tempo massimo di durata dello stage, che non potrà essere superiore ai tre mesi; Dopo il terzo mese, la convenzione dovrà essere interrotta o trasformata in regolare contratto lavorativo (di qualsiasi tipo).
3. Nel caso in cui lo stage non venga trasformato in rapporto di lavoro stabile o venga interrotto prima del periodo previsto, l'azienda erogherà allo stagista una mensilità aggiuntiva a titolo di rimborso forfettario d'uscita.
La ringrazio per l'attenzione che Lei o i suoi collaboratori vorrete dare a questo problema che è stato acuito dalla grave crisi economica di questi anni.
Rinnovo la preghiera di attuare un rapido e incisivo intervento, per limitare un fenomeno di chiaro sfruttamento, prima che la situazione si aggravi ulteriormente con conseguenze imprevedibili.
Ricordo, infatti, che la condizione descritta affligge sopratutto i giovani laureati in svariate discipline (non ultimo chi Le scrive), erodendo la loro fiducia in sé stessi ma sopratutto nelle istituzioni politiche, scolastiche ed economiche. Preciso che in condizioni altrettanto difficili si trovano i praticanti, dei vari ordini professionali.
Resto in attesa del Suo tempestivo intervento, in occasione della prossima riforma del mercato del lavoro, che dovrebbe attuarsi a giorni.
Rimango a disposizione per eventuali necessità.
Cordiali Saluti.
Alessio Belia.
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