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Stage, non mi piace

2 anni, 6 mesi fa di user282034

Ciao!
L'anno scorso mi sono laureata in Economia e dopo un po' di colloqui non fortunati, un paio di mesi fa ho iniziato uno stage nell'amministrazione di un'azienda che si occupa di ingegneria.
Il mio ruolo è più che altro la gestione delle commesse, ma c'è qualcosa che non mi torna e non so se è normale.
Partiamo dalla questione del rispetto della persona: quasi tutti fumano, io e altre 3 persone no. Dal primo giorno ho capito che fumano anche all'interno dell'ufficio sia le sigarette normali che le elettroniche e fumano anche nella mia piccolissima stanzina. Io un po' ci sono stata e l'ho accettato, ma essendo una cosa che proprio sopporto dopo qualche settimana l'ho fatto presente e nel modo più gentile possibile ho chiesto se nella mia stanzina potevano fumare quantomeno alla finestra. Mi hanno un po' mostrato astio e hanno resistito 1 settimana (5gg lavorativi) e poi hanno iniziato di nuovo.
Riesco a pranzare se mi va bene verso le 2 del pomeriggio e se voglio andare sola prima me lo fanno notare perché si deve andare a pranzo quantomeno con altre 3 o 4 persone.
Non mi hanno mai veramente rimproverato per questa cosa ma comunque te lo fanno notare.
Poi dal punto di vista formativo/lavorativo nessuno mi segue, sin dal primo giorno. L'altra persona che sta in amministrazione con me se per caso le chiedo una mano a fare qualcosa non mi aiuta mai e dato che fa un part time quando finisce la sua giornata se ne va e fine.
Hanno opinioni discordanti su tutto e si rimbalzano la responsabilità delle cose.
Vogliono che io faccia delle analisi aziendali (cosa che non ho mai fatto in vita mia, se non sui libri) e da questa mia analisi vogliono poter capire quanto investire. So che in un futuro dovrò saperlo fare ma io adesso onestamente non mo sento pronta per prendermi una responsabilità così grande. Si tratta di far spendere eventuali migliaia di euro ad un azienda che ancora non è grandissima, semplicemente sulla base di una mia analisi inesperta.
Quando le prime volte mi è stato detto io ho fatto presente che avrei avuto bisogno di una mano, ma mi hanno liquidata con "poi vediamo". E si presentano settimane dopo cercando i risultati che però non li soddisfano mai.
Ogni volta che provo a chiedere qualcosa mi dicono "abbi pazienza ora ho da fare" e rimango pomeriggi interi bloccata a non fare niente. Di mia iniziativa mi metto a studiare un po' quello che devo fare, ma comunque sembra che non faccia niente durante la giornata.
Non posso dire niente al mio tutor perché è una persona che non sa neanche chi sono ed è il mio tutor solo perché è l'unico dipendente a tempo pieno (gli altri hanno P.Iva).
Però sento di fare due danni:
-A me stessa perché imparo in modo autonomo e vivendo le cose e quindi piano e male ( per fortuna sono una persona abbastanza sveglia e capace e quindi sopravvivo sempre in qualche modo). Ma non sono contenta e vivo i giorni sperando che la sera o il weekend arrivi presto e questa cosa più va avanti e più peggiora anziché migliorare.
-E poi all'azienda, perché non riesco a dare il 100% e quando arriva il momento di presentare qualcosa non è mai perfetta e penso, anche in base a dei discorsi che mi fanno, che non siano contenti di me e del mio lavoro.
Io da parte mia, devo essere onesta, mi sto guardando intorno per altre offerte, magari anche in un settore che potrebbe essere più affine a me, ma dall'altra parte c'è la questione del "sai ciò che lasci ma non ciò che trovi", e con alcuni di loro, nonostante non siano tra quelli con cui lavoro più a contatto, mi trovo veramente bene. Inoltre, per non farsi mancare niente, mi dispiacerebbe pure andarmene, perché sin dal colloquio loro mi hanno detto che per questo lavoro contavano sul fatto che io non me ne sarei andata e che fossi una persona affidabile.

Scusate per il discorso troppo lungo,spero di non aver fatto troppa confusione.

Grazie per l'attenzione,
D.

Redazione_RdS

2 anni, 6 mesi fa

Partiamo dalla fine: non si può rimanere in un'azienda anche se ci si trova malissimo per senso di colpa, cioè per paura di deludere le aspettative di qualcuno. Il senso di colpa non è un sentimento sano, né nelle relazioni personali né in quelle professionali. Si rimane in un'azienda se ci si sente a proprio agio, se ci si sente rispettati e possibilmente anche valorizzati; a maggior ragione quando si tratta di uno stage, e non c'è dunque nell'equazione nemmeno la questione dello stipendio per mantenersi (tutt'al più una indennità mensile).

La situazione che descrivi è quasi comica nella sua sgangheratezza: un solo dipendente regolarmente assunto, tutti gli altri (quanti?) a Partita IVA (probabilmente l'ispettorato del lavoro avrebbe a che ridire), leggi bellamente ignorate (non fumare sul luogo di lavoro non è un suggerimento alle aziende, è una imposizione normativa). Dulcis in fundo, una gestione delle risorse in stage completamente fuori dal mondo: da una parte non si rispetta il progetto formativo, cioè non si investono tempo ed energie per insegnare allo stagista cosa fare, trasferirgli delle competenze; dall'altra parte però si pretende che lo stagista "dia risultati", che sia magicamente in grado di fare cose anche complesse per conto suo e metterle a disposizione dell'azienda.

(Ci manca anche solo che facciano un investimento sulla base di un tuo studio... e se poi l'investimento andasse male cosa farebbero? Se la prenderebbero con te? Ti addosserebbero la responsabilità? Non ci sono proprio i presupposti, stando al tuo racconto, perché questa cosa possa essere accettabile nel quadro di una relazione sana tra uno stagista e il suo soggetto ospitante...)

Cara D, in definitiva, quello che descrivi non ci sembra un posto sano dove svolgere uno stage. Se ci tieni a dar loro "l'ultima possibilità", puoi provare a parlare in maniera franca con il tuo tutor del soggetto promotore (di chi si tratta? Dell'ufficio tirocini dell'università dove ti sei laureata) e capire se insieme potete elaborare una strategia per rimettere sui giusti binari questo stage.

Nella fattispecie, il soggetto promotore potrebbe richiamare all'ordine il soggetto ospitante, "rinfrescandogli la memoria" rispetto a come è corretto trattare uno stagista. A cominciare dal fatto che ti devono seguire nel quotidiano, ti devono insegnare a fare le cose, non ti possono lasciare tutto il tempo a svolgere attività da sola... e non devono fumare! Non solo nella tua stanzetta: non devono proprio fumare in tutto l'edificioooo! ;-)

La cosa importante non è che tu non deluda le loro aspettative, bensì che tu non perda il tuo tempo. Fare uno stage è un vero e proprio investimento per lo stagista: dev'essere ben ponderato, e non ha molto senso portarlo a termine se si impara poco e niente.

Facci avere tue notizie!

weldIng

2 anni, 6 mesi fa

Guarda che sono loro gli inaffidabili. cerca altro!

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