Lasciare un indeterminato per uno stage?
2 anni, 11 mesi fa di BBB_Giulia (1 persona ha trovato utile questo commento)
Buongiorno a tutti,
ho letto le varie esperienze di molti, e sono qui a sottoporvi la mia attuale situazione per condividere con voi uno stato d'animo che penso possa rappresentare anche altri.
Premetto che ho 25 anni e con il mio ragazzo a breve vorremmo iniziare a costruire il nostro futuro insieme.
Mi trovo attualmente a lavorare in un'importante azienda leader nel settore viaggi, ho un contratto indeterminato presso un'agenzia di viaggi. Dal periodo potete ben immaginare che non ce la passiamo troppo bene, tuttavia resistiamo grazie alla forza dell'azienda sul mercato. Lavoro con persone molto più grandi di me, la più giovane ha 35 anni e nessuna di loro è laureata.
Io sono laureata in lingue con il massimo dei voti e questo lavoro non ha mai troppo soddisfatto le mie aspettative anche se da qualche mese a questa parte, avevo accettato il fatto che il lavoro in sé potesse non farmi sentire realizzata al 100% e che l'importante fosse l'ambiente. Ed effettivamente, è un ambiente dove tutti mi trattano bene e vige un clima quasi familiare che mi dà molta tranquillità.
Dal punto di vista "emotivo" mi sento di non rendere giustizia ai miei studi linguistici in quanto le lingue non vengono usate mai.
Veniamo al nocciolo, proprio per questa mia insoddisfazione passata e per la situazione Covid-19, ho iniziato a guardarmi intorno.
Dopo vari colloqui, mi è stato offerto uno stage a 6 mesi con rimborso di 500€ nel settore logistica, seguito congedo di una persona del team e rafforzamento dello stesso. Le prospettive di assunzione ci potrebbero essere, a detta loro.
Dalla descrizione si tratta di "assistente del direttore" quindi reportistica, preparazione file excel/pp, minuta e customer service, in pratica dovrei fare diverse attività quasi come se fossi una "tappa buchi". Questo mi porta a pensare che potrebbe essere uno stage rolling e che alla fine mi lasceranno a piedi. D'altra parte, il lavoro potrebbe essere più interessante del mio lavoro attuale in quanto la conoscenza delle lingue è necessaria e apprenderei competenze che potrei meglio rivendere sul mondo del lavoro.
La questione è: lascio un posto con contratto a tempo indeterminato con un lavoro che non mi soddisfa a pieno, in una situazione difficile ma in cui trovo un ambiente familiare in cui lavorare e che mi dà sicurezze economiche a lungo termine per uno stage con nessuna sicurezza ma con un tipo di lavoro che rispecchia maggiormente la mia preparazione universitaria?
Specialmente in questa fase, penso che lasciare un lavoro a tempo indeterminato sia cosa da non fare, d'altra parte il settore viaggi al momento non promette nessuna ripresa nel medio termine. Che fare..
BBB_Giulia
2 anni, 11 mesi fa
Buongiorno e grazie per la risposta!
Al momento le agenzie di viaggio sono in grave crisi, sto lavorando giusto 3 ore a mattina (da 8 di contratto al giorno) e vedo che non si sta muovendo davvero niente.
Per questo intendo che vado in ufficio per scaldare la sedia o poco più perché non ci sono richieste.
BBB_Giulia
2 anni, 11 mesi fa
Buongiorno e grazie per la risposta molto esauriente e precisa.
Redazione_RdS
2 anni, 11 mesi fa (1 persona ha trovato utile questo commento)
Lasciare un contratto a tempo indeterminato per uno stage è sempre un azzardo enorme. Va fatto solo se davvero l'offerta di stage proviene dall'azienda dei propri sogni (o quantomeno un'azienda che opera nel settore dei sogni); e solo se vi è da parte dell'azienda la consapevolezza che il tirocinante ha addirittura lasciato un tempo indeterminato altrove per quella opportunità, ed è in grado di offrire una concreta possibilità di assunzione post stage.
Dal quel che racconti, Giulia, questa azienda del settore logistica ti offrirebbe un tirocinio piuttosto lungo (6 mesi) con un rimborso appena sufficiente (500 euro non sono molti, specie in alcune Regioni dove il costo della vita è molto alto, come la Lombardia; tu da dove ci scrivi?). Quindi sulla carta non una offerta super-allettante, oggettivamente.
C'è però la prospettiva che ti assumano; molto sfumata ("le prospettive ci potrebbero essere"), ma comunque c'è.
Magari potresti tornare all'azienda di logistica con una controproposta: invece di farti fare sei mesi di stage, ti assumano direttamente con un contratto di apprendistato; o quantomeno ti facciano fare uno stage molto più breve, di 1-2 mesi, in ragione dell'esperienza lavorativa da te evidentemente già accumulata (sebbene in un altro settore professionale), e poi questo stage potrebbe appunto essere seguito da un apprendistato, che per inciso è un contratto molto vantaggioso anche per i datori di lavoro.
Vale la pena però di focalizzare un attimo le tue motivazioni. Tu scrivi che patisci il fatto che attualmente, nell'agenzia di viaggi, non metti a frutto le competenze linguistiche acquisite con i tuoi studi universitari. Ora, a naso nemmeno come assistente del direttore potrai fare molto uso delle lingue; a meno che questa azienda di logistica sia eccezionalmente attiva/presente sulla scena pubblica internazionale, e questo direttore vada ogni due per tre a fare convegni e abbia bisogno che tu lo supporti nel preparare report, speech e presentazioni, non ci sembra che le attività standard di una azienda di logistica siano molto più "multilingua" delle attività standard di un'agenzia di viaggi.
Dunque forse sarebbe meglio, se ti senti insoddisfatta dalla tua attuale attività e se ti angoscia (non erroneamente!) il futuro dell'intero comparto delle agenzie di viaggio, che tu cominciassi a guardarti intorno per trovare o un'azienda (preferibilmente straniera) che abbia un business completamente orientato all'estero, e che magari possa offrirti una posizione proprio nel suo "ufficio Estero"; oppure un'opportunità direttamente all'estero.
Ci hai mai pensato/provato?
Milkshake
2 anni, 11 mesi fa (1 persona ha trovato utile questo commento)
Parto dal presupposto che le prospettive di assunzione sono solo parole, non c'è nessuna certezza che al termine ti possano prendere.
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