In risposta a #30598
Ringrazio voi della redazione per la risposta molto minuziosa ed esauriente nonchè incentivante a guardare con ottimismo al futuro!
La selezione del personale non è una scienza esatta... e capita che un candidato che magari sulla carta è "forte", adatto al ruolo e con le competenze giuste, poi in sede di colloquio non convinca.
Talvolta si tratta di un giudizio di valore: magari durante il colloquio il selezionatore si accorge che il candidato non parla inglese bene come dovrebbe, o che ha qualche altra lacuna. Bisogna qui aggiungere che raramente i selezionatori si prendono la briga di dare un feedback puntuale e sincero ai candidati che scartano; un po' per risparmiare tempo, un po' per evitare polemiche, preferiscono quasi sempre addossare la responsabilità a un candidato che per qualche ragione è stato preferito.
Dunque in effetti è improbabile che un candidato scartato in una qualsiasi procedura di selezione del personale sappia precisamente perché è stato scartato (il che è un peccato, perché dei feedback puntuali, benché sicuramente poco piacevoli da ricevere, a volte potrebbero aiutare i candidati a migliorarsi, a lavorare sui propri punti deboli in vista di future opportunità!).
Talvolta però non è un giudizio di valore; si tratta semplicemente di una "alchimia" che scatta o non scatta. Il selezionatore deve sentire di poter "puntare" sul candidato, per sceglierlo, deve essere convinto che sia la persona giusta per quel posto di lavoro (o di stage), e ci sono mille ragioni per le quali capita che questa alchimia non scatti.
Nel caso specifico, gli scenari più probabili sono tre.
Nel primo scenario, l'azienda aveva effettivamente scelto un altro candidato; ma per qualche ragione poi l'avvio dello stage con questo candidato non è andato a buon fine. Può essere che il candidato si sia tirato indietro all'ultimo momento, o che non abbiano trovato un accordo sul trattamento economico, o mille altre ragioni. Risultato: l'azienda pensava di aver "chiuso" quella pratica di selezione, e si trova a doverla riaprire.
Se esiste in quella procedura di selezione un "second best" (cioè in questo caso tu), la cosa più consueta è che l'azienda (o la società interinale che per l'azienda sta svolgendo la selezione) contatti questo candidato second best e gli offra la posizione. Questo permette di risparmiare tempo e denaro.
Il secondo scenario è che l'azienda non avesse effettivamente ancora scelto in maniera definitiva un candidato per quella posizione di stage (e che dunque avesse "dismesso" te ma senza in realtà avere chiuso la procedura di selezione). Il fatto che abbiano ripubblicato l'annuncio significa che vogliono valutare altri profili.
Purtroppo, in questo scenario ripresentarsi è pleonastico, dato che ti hanno già fatto due colloqui.
Il terzo scenario è che l'azienda abbia chiuso la selezione per lo stage per il quale ti eri candidato tu, inserendo effettivamente uno stagista; ma che abbia deciso di aprire, per lo stesso ufficio, un'altra posizione di stage. E dunque stia partendo con un'altra selezione.
Anche qui, come nello scenario 1, è un po' improbabile che faccia partire tutta una nuova procedura (con relativi costi) in presenza di un second best. Cioè se avessero veramente avuto due candidati quasi a parimerito, diciamo che la logica avrebbe voluto che all'aprirsi di una nuova posizione di stage in quell'ufficio prima di ripartire con la carambola di cv e colloqui avessero chiamato questo second best per proporgli la posizione.
Non prendertela, Papavirossonero, e sopratutto non prenderla sul personale e non dubitare del tuo valore. A volte ci si mette un po' per trovare il proprio posto, per "convincere" un'azienda. Andrà meglio la prossima volta.