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Insoddisfazione di stage

3 anni, 5 mesi fa di qwerty00

Ciao a tutti. Mi son da poco laureato ed ho iniziato da circa un mese uno stage in una grande multinazionale. Premetto che già nel momento del colloquio sapevo che la posizione non avrebbe fatto al caso mio ma, visto il nome dell’azienda e la mia totale inesperienza, non mi son tirato indietro. Sono infatti dell’idea che all’inizio, visto anche i tempi difficili che stiamo percorrendo, bisogna adattarsi ed esplorare vari ambiti per capire effettivamente come si lavora e quale potrebbe essere l’ambito in cui un domani potrei specializzarmi. Il fatto è che pur avendo un tutor disponibile e che mi spieghi tutti i passaggi che occorre fare per arrivare ad un risultato mi sento spaesato, non all’altezza e talvolta anche stupido. Ormai lavoro solo in Smart working e sono davanti al pc dalla mattina alla sera parlando a malapena con il mio tutor. La mole di lavoro non è molta ma sono vincolato molto al mio responsabile, il che mi porta ad aspettarlo fino a tarda sera per poter sapere e capire cosa fare. Durante la giornata mi capita di essere “abbandonato” e non avendo incarichi, le giornate sono infinite e non so nemmeno io cosa poter fare e questo porta me ad essere scocciato e il mio tutor a dirmi di essere più attivo. Sto vivendo il tutto molto pesantemente con un’ansia costante. Non ho possibilità di fare network e di vivermi appieno l’esperienza. Il lavoro non mi piace e l’idea di non riuscire ad entrare nel meccanismo di ragionamento che serve mi rende frustrato. Non vedo infatti l’ora che finiscano questi mesi per poi magari provare un altro ambito o posizione ma, allo stesso tempo, non so come affrontare decentemente questo percorso attuale e di vivere l’esperienza in modo sereno e con voglia di fare. Non mi sento stimolato e davvero molto inesperto e questo mi porta anche a pensare che gli altri siano più svegli e bravi.

Redazione_RdS

3 anni, 4 mesi fa

Purtroppo la pandemia in corso non è di aiuto, caro qwerty, e i comuni problemi di uno stagista alle prime armi si sommano all'isolamento del lavoro da remoto che, siamo d'accordo con te, può portare a un senso di frustrazione dovuto alla mancanza di confronto con i colleghi. Non ci sono però soluzioni immediate. Deve passare questo terribile momento storico prima di poter pensare a un ritorno alla "vita in comune" per esempio negli uffici, quella che è forse imprescindibile per un tirocinante che per imparare ha bisogno di essere circondato fisicamente dal lavoro degli altri, in modo da poterlo osservare.
Nel frattempo cerca di resistere e coltivare più possibile la tua motivazione pensando che è già tanto, di questi tempi, poter contare su una qualche opportunità (pensa che il numero dei tirocini a causa della pandemia si è mediamente dimezzato).
Torna a scriverci per aggiornarci sugli sviluppi, e nel frattempo un caro saluto

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