Mai una giusta...
5 anni, 4 mesi fa di Gaia_De_Sanctis
buone opportunitàorientamentotirocinio di inserimento lavorativo
Ciao a tutti.
Era da un po' che non entravo in questo forum e oggi, avendo un po' di tempo libero, sono tornata a dare un'occhiata, accorgendomi con rammarico che la situazione generale non è cambiata.
Vorrei condividere la mia esperienza con voi, un po' per sfogarmi e un po' per trovare qualcuno che, magari, la pensa come me (o anche con chi la pensa all'opposto, sono aperta a opinioni).
Ho 30 anni e sto svolgendo ora il mio 3° tirocinio da 6 mesi. Il primo (di circa 5 anni fa) fu quello che mi piacque di più, e quello per cui ero più portata, peccato che l'azienda non avesse un soldo che fosse uno e fu costretta a lasciarmi a casa, altrimenti all'epoca mi avrebbero assunta.
Il secondo (anno scorso) fu probabilmente la mia peggiore esperienza lavorativa in assoluto, dovendo aver a che fare con un capo inetto, maleducato e detestabile (tant'è che il suo ufficio lo manda avanti con tirocinanti, prima di me ce ne furono 5 che decisero di prendere su e andarsene, dopo di me ne saranno sicuramente arrivati altri).
Questo che sto svolgendo è difficile da giudicare. L'ambiente di lavoro è ideale (i colleghi mi piacciono molto e in generale c'è un bel clima, inoltre è vicino casa) ma... non c'entra NULLA né col mio percorso (i miei studi e i lavori, seppur temporanei, che ho avuto sono tutti coerenti), né tantomeno è qualcosa che vorrei fare sul lungo periodo.
Il "malinteso" nacque perché mi ero rivolta a un servizio del Centro Impiego, che dava la possibilità a enti esterni di offrire orientamenti lavorativi. Mi feci quindi seguire da uno di questi enti (di livello regionale e a volte nazionale, quindi con ampio respiro e molto attivi nel mondo del lavoro), e la prima cosa che dissi nella mia presentazione, affinché potessero cercare con me valide offerte di lavoro fu "Questo è il mio CV, questo è il mio settore di riferimento, ma mi andrebbe bene tutto in qualunque settore, fuorché dover avere a che fare con la vendita ai clienti".
Passa un po' di tempo e mi sottopongono l'offerta di lavoro di un'azienda metalmeccanica (mondo lontanissimo dalla mia formazione), ma siccome cercavano una figura adatta a quel che avevo già fatto, ne fui felice.
In colloquio con la rappresentante dell'azienda, mi disse che avrei seguito i social, il digital marketing, la comunicazione, aiutato nelle mansioni di backoffice, tutto coerente con la mia figura professionale, insomma.
Felice, accettai la misera cifra di €450 al mese, perché comunque è a 15 minuti da casa.
Dopo un mesetto, cosa salta fuori?
Devo mettermi non solo a cercare nuovi clienti, ma a correre dietro anche a quelli vecchi, cercando di convincerli a tornare da noi.
Ora, forse per alcuni sembra una sciocchezza, ma per me è estrema fonte di irritazione. Sono una persona molto decisa, che sa porsi degli obiettivi e ho dimostrato in diverse occasioni di essere brava nel mio lavoro, e nel mio settore (convinzione confermata da ex colleghi ed ex collaboratori), ho competenze e soft skills, quindi trovo davvero svilente dover cambiare rotta, quando so di essere brava. A maggior ragione se l'alternativa è il dipartimento vendite, che io ho SEMPRE rifiutato.
Il problema dove sta?
Come al solito, sta che alla mia età sarebbe bello avere uno stipendio decente. Inoltre, mi accorgo che l'azienda sta puntando su di me e credo che abbia una vaga intenzione di propormi un contratto, dopo il tirocinio. Oramai la mia pagina social non è mia ma dell'azienda, lavoro con software aziendali che posso usare solo io e, insomma, credo si stiano costruendo progetto sulla mia figura.
Da un lato sono propensa a continuare l'esperienza e accettare il contratto che mi verrà sottoposto (sempre se accadrà) ma dall'altro so benissimo di non volere affatto questo genere di lavoro.
Mi dispiace deludere i miei colleghi, con cui comunque mi trovo bene, ma essendo un'azienda metalmeccanica non c'è una grande flessibilità per le figure interne, quindi non potrei neanche propormi per ruoli diversi - perché semplicemente non ci sono.
Sono molto amareggiata.
Quando il lavoro mi piace, non si può proseguire per colpa dei fondi, quando la possibilità di assunzione c'è, invece è il lavoro a non piacermi.
Mi demoralizza il dover rinunciare a quel che amo per uno stipendio, d'altro canto è triste il fatto che per trovare il lavoro adatto a me io debba orientarmi all'estero, che offre molte più possibilità.
In tutto questo, i famosi orientamenti, sia del centro impiego che esterni, non orientano affatto bensì sono solo interessati a piazzare persone, senza curarsi troppo se sia la persona giusta per il lavoro giusto.
C'è qualcuno che si è mai sentito come me?
O sono l'unica schizzinosa che si lamenta?
Ditemelo tranquillamente... me lo ripeto anch'io spesso, quando mi arriva quella manciata di euro a metà mese.
Gaia_De_Sanctis
5 anni, 4 mesi fa
In risposta a #27302
Grazie per la risposta... meno male che non capita solo a me!
violy
5 anni, 4 mesi fa (1 persona ha trovato utile questo commento)
Ciao, io sto vivendo una situazione simile. Mi hanno assunto in un'azienda dove mi trovo molto bene con i colleghi, ma mi hanno assunta dicendomi che mi sarei occupata di una cosa e invece sto facendo tutt'altro. Ho aspettato un anno e mezzo per vedere se la situazione cambiava, ma visto che nulla di muove e complice uno stipendio indecente senza nessuna prospettiva di aumento, ho deciso di cambiare e cercare altro. Sono leggermente più giovane di te (ho 27 anni), ma credo che alla nostra età abbiamo ancora il diritto di provare a cercare di fare il lavoro che vogliamo e non penso che questo significhi essere schizzinosi. Io ti consiglio di continuare a cercare il lavoro più adatto a te, questo non significa che devi cercare e basta, nel frattempo accetta anche altri stage o lavoretti inerenti all'ambito che ti interessa per accumulare esperienza (e anche perché comunque avere un'entrata economica serve), però non rassegnarti ad un lavoro che non ti piace. In bocca al lupo!
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