L'ingiustizia degli stage non finalizzati all'assunzione
7 anni, 6 mesi fa di GigliolaR
Buonasera a tutti, vorrei sapere cosa ne pensate di coloro che offrono stage (non curriculari, quindi a persone che non devono farlo obbligatoriamente perché previsto dal piano di studi) non finalizzati all'inserimento finale. Io, sarà che forse pretendo troppo dalla vita, trovo siano una vergogna perché puro sfruttamento. "Mi serve una persona solo per seguire un progetto di qualche mese? Solo per una sostituzione temporanea? La assumo con lo stage, così posso pagarla una miseria (300-400-500 euro al mese per un lavoro full time) mascherando il compenso come rimborso spese. Non voglio assumere una nuova persona per i costi che ne deriverebbero? Propongo stage di 6 mesi (o 6+6, addirittura!!!) e ogni 6 mesi cambio dipendente, così da poterli sempre pagare una miseria. Geniale!" Per quanto riguarda gli stage senza rimborso spese ("ti paghiamo con l'esperienza!") non mi esprimo nemmeno, ovviamente. Si sa d'altronde che l'affitto si paga con l'esperienza. Niente da dire invece per gli stage finalizzati all'assunzione, è giusto che prima di assumere una persona il datore di lavoro voglia capire se la risorsa è adatta al lavoro mettendola alla prova. Boh, sinceramente: sono una principessina o anche voi condividete il mio pensiero? Sono curiosa...
Redazione_RdS
7 anni, 5 mesi fa
Grazie Nideares per la testimonianza. Il mobbing anche per gli stagisti: era quello che ci mancava!
In risposta a #post23860
Nideares
7 anni, 5 mesi fa
Ciao Gigliola! Purtroppo accade fin troppo spesso che gli stage siano usati in questo modo poco corretto!
Io per esempio ho lavorato per tre mesi come stagista presso un'azienda del mio territorio nell'ufficio sales.. doveva durare 6 mesi in teoria. Ho fatto il mio lavoro senza mai lamentarmi, ho praticamente riordinato e archiviato il mio ufficio e tutti gli altri, dato che spesso venivo lasciata per ore senza lavoro.. e quando ne chiedevo mi veniva risposto che non avevano tempo da dedicarmi in quel momento. Come immagini il momento di formarmi davvero non è mai arrivato.
La cosa che più mi ha amareggiata tuttavia è stata la reazione riprovevole dell'azienda alla mia prima e unica richiesta esplicita di essere formata per il mio lavoro. Come si è conclusa? La direzione mi ha convocata dopo una settimana lamentandosi di me, sostenendo che sono una persona scorretta e poco pulita alludendo a miei presunti comportamenti ( nessuno dei miei colleghi o superiori ne sapeva nulla e tutti sono caduti dalle nuvole..) e sono stata invitata ad andarmene.
Ritenendo di non aver fatto nulla di male ho optato per rimanere, persino scusandomi se avevo per caso fatto accidentalmente qualcosa di male ( lo escludo, ogni mia singola mossa veniva vagliata dal mio superiore, e non credo che archiviando documenti in un armadio io possa aver causato qualche danno..).
La direzione a quel punto le ha provate tutte per farmi desistere dal restare: mi hanno trasferita in un altro ufficio senza pc, senza telefono,mi hanno disattivato il badge e, non bastando, mi hanno letteralmente sbattuta in magazzino.
Il mio ente di formazione, avvisato da me di quel che stava accadendo, mi ha semplicemente detto di lasciar perdere e andarmene.
Presa dalla situazione ho fatto così, ma se tornassi indietro una denuncia in Regione non gliela toglierebbe nessuno perchè delocalizzare uno stagista e privarlo di tutti gli strumenti per il suo lavoro è illegale.
Un bacio Gigliola, coraggio!
giulia_90
7 anni, 6 mesi fa
Ciao Gigliola,
Redazione_RdS
7 anni, 6 mesi fa
Cara Gigliola,
tocchi un tasto molto dolente. La nostra redazione non può che pensarla come te: se una qualsiasi azienda è in carenza di personale e ha bisogno di qualcuno per portare avanti un progetto, non dovrebbe far altro che assumerlo con un normale contratto di lavoro. Che sia anche a tempo determinato, o magari pagando solo la prestazione nel caso di freelance. Ma mai e poi mai approfittarsi della possibilità che offre lo strumento dello stage di sottopagare il personale. Il problema risiede proprio nell'uso che si fa di questa tipologia di inquadramento che avrebbe invece una finalità nobile: formare un giovane a un mestiere, permettergli di conoscere un ambito lavorativo e - se le cose vanno per il meglio - coronare il percorso con un'assunzione. Che non deve essere obbligatoria, questo non lo pensiamo: azienda e tirocinante tramite uno stage si cimentano in una sorta di esperimento per vedere se la collaborazione funziona e può proseguire. L'esito potrebbe quindi essere negativo. Ma dietro l'inserimento in stage dovrebbe esserci sempre la volontà di portare avanti il rapporto facendolo sfociare in un contratto. Se non è così, è chiaro che quello che si sta facendo è approfittarsi dello strumento dello stage per disporre di personale a basso costo. E questo non dovrebbe mai essere. Per questo la nostra testata ha stretto una collaborazione da anni con un gruppo di aziende virtuose (sono queste: http://www.repubblicadeglistagisti.it/initiative/rdsnetwork/chiarostage/le-aziende-aderenti/) che garantiscono stage a condizioni dignitose, quindi sempre rimborsati, e che soprattutto rendono noti i propri dati sul tasso di assunzione post stage. Le loro offerte di lavoro e stage vengono continuamente pubblicate nella nostra sezione annunci: http://www.repubblicadeglistagisti.it/annunci/.
Grazie per il tuo intervento Gigliola, e torna a scriverci per raccontarci quali sono state le tue esperienze di stage o di lavoro.
Un caro saluto
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