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Stage all'estero, Mae-Crui ma non solo: attenzione all'assicurazione sanitaria

15 anni, 4 mesi fa di Giuseppe Vespo

Link all'articolo originale: Stage all'estero, Mae-Crui ma non solo: attenzione all'assicurazione sanitaria Romina porta ancora sul volto i segni del suo stage: una cicatrice provocata da un virus, curato come un semplice herpes in una clinica di Chicago. Vincitrice di un bando Mae-Crui – il programma di tirocini del ministero degli Esteri in collaborazione con le università – da febbraio a maggio del 2009 è andata in stage all'Istituto di cultura italiano della terza metropoli statunitense. Lì ha contratto l'herpes zoster, meglio conosciuto come fuoco di Sant'Antonio: un virus, lo stesso della …

mariella90

9 anni, 11 mesi fa

Devo partire alcuni mesi per fare uno stage in Germania. Secondo voi è meglio attivare un assicurazione di viaggio prima di partire? Avevo trovato alcune informazioni su questo sito http://www.assicurazione-di-viaggio.it ma non ho trovato niente che riguarda il lavoro

ElisaP

15 anni, 3 mesi fa

Be' oddio le condizioni non e' che sono chiarissime! Forse epr te che avevi fatto il MAE-CRUI, io ho cercato di capire in anticipo come funziona, perche' ad esempio a qualcuno danno la casa e hanno bisogno di personale. Non mi aspettavo certo il rimborso spese ma almeno qualche chiarimento su questi punti.... E se posso essere sincera, so che non mi fa onore, ma sono contenta di avergli creato un po' di problemi, cosi' magari la prossima volta cercano di essere un po' piu' corretti coi coandidati.

Ma si' sorridiamo! Io per ora sono contenta di seguire i miei principi: non sono contrara ai tirocini in linea di massimo ma ci deve essere un do ut des come per tutto credo, se no si tratta di volontariato, che va benissimo, ma dipende verso chi!

svirzy

15 anni, 3 mesi fa

Cara Elisa, condivido con te lo sdegno per assocamere. Io sono stata recidiva, perchè dopo il Mae-Crui in Turchia (sono mie le parole nell'articolo :-) ), dopo la laurea ho fatto domanda tra le tante cose anche per assocamere....sono risultata vincitrice, per Sidney, e mi hanno riservato la tua stessa considerazione...ovviamente non ho accettato perchè uno stage va bene, ma addirittura in australia no!!!Mi hanno risposto: "Lei era a conoscenza delle condizioni, perchè ha fatto domanda??" Come dargli torto?La colpa è nostra che accettiamo questo trattamento! Devo però ammettere che per un paio di mesi fu l'unica risposta che ricevetti, nonostante i migliaia di Cv inviati...ad oggi ho perso il conto degli stage non retribuiti che ho fatto ma sorrido, nella speranza che qualkosa cambi un giorno! Ad oggi cerco ankora lavoro e non perdo le speranze!

ElisaP

15 anni, 3 mesi fa

Brava Eleonora, sono contenta che finalmente tu ti sia occupata dello "scandalo" del MAE-CRUI. E scusa se uso questa parola ormai abusata, ma ancora non mi capacito come tanti giovani bravissimi e preparatissimi facciano volontariato presso lo stato italiano, che, spiace dirlo, ma non ci dà il minimo supporto in quanto giovani.

La mia piccola esperienza. Ho partecipato al bando Assocamere (simile in tutto e per tutto al MAE, ma per le camere di commercio) per la sede di Adelaide in Australia. Infatti grazie alla mia università avevo già avuto l'opportunità di studiare un anno in questo magnifico paese e contavo in ogni caso di tornarci. In parte è stato un esperimento, volevo capire come davvero funzionano questi stage.

Ho vinto, ma prima di accettare volevo parlare con il mio tutor per capire cosa sarei andata a fare, perchè quando si fa richiesta il progetto è scritto in2righe striminzite e visto l'impegno economico volevo saperne di più. L'università mi segnala che non è possibile avere il contatto del tutor prima dell'accettazione. Convinta di voler andare avanti nel mio"esperimento" accetto.Dopo qualche giorno ricevo il contatto del tutor. Le scrivo lasciandole i miei recapiti. Le mie domande erano chiare e, credo, legittime visto che sarei dovuta andare dall'altra parte del mondo x 3 mesi, completamente a mie spese! 1)quale sarebbe stato il mio ruolo 2) c'erano speranze di essere tenuta o comunque di poter continuare a lavorare per la rete delle camere di commercio in Australia (attenzione: volevo solo sapere se era prevista la possibilità!).

La risposta il giorno dopo mi arriva da... un tirocinante (presumo) arrivato da pochi giorni che ovviamente non risponde alle mie domande, e che dell'Australia ne sapeva sicuramente meno di me.

Al che richiedo se è possibile essere contattati dalla tutor (mi bastava una mail). Dopo2 giorni ricevo una telefonata da Roma. La responsabile dei tirocini. La signora è piuttosto scocciata dal mio comportamento, ma io ribatto convinta di avere tutti i diritti (se non di avere un rimborso spese!!!) almeno di avere una risposta alle mie domande. In una telefonata di quasi mezz'ora la responsabile alla fine cede e risponde alle mie domande. Per la cronaca: 1) la camera di commercio è molto piccola, ti occuperai un pò di tutto e non aspettarti di essere seguita molto. 2) è previsto il prolungamento del contratto di stagista di altri 3 mesi (ovviamente alle stesse condizioni, non so nemmeno perchè mi son sprecata a chiederlo!!).

Adesso col senno di poi mi rendo conto di non aver nemmeno pensato all'assicurazione sanitaria e al visto, e ovviamente nessuno mi ha fatto presente la cosa!

Scusate per il lungo intervento, ma oggi a distanza di 4 mesi ancora mi rode questo atteggiamento superiore a cui tutto é dovuto. Sono davvero delusa e spero di aver convinto almeno qualche mio connazionale a non accettare più questo ricatto. Se è vero che se non accettiamo noi accetterà qualcun altro... bè lasciamoli fare, le rivoluzioni si cominciano così :). In bocca al lupo a tutti.

Elisa Paravidino

Eleonora Voltolina

15 anni, 3 mesi fa

Cara Madri,
grazie di aver voluto condividere con i lettori della Repubblica degli Stagisti la tua esperienza. Pur non avendo gli strumenti per fare i conti in tasca al ministero degli Esteri nè alle singole sedi diplomatiche, mi sembra che quel che racconti sia incontrovertibile: da una parte si spende e si spande, dall'altra a migliaia di stagisti non si riesce nemmeno a dare un contributo spese minimo - per pagarsi almeno il viaggio, il vitto e l'alloggio (E NEMMENO L'ASSICURAZIONE SANITARIA PER CHI VA FUORI DALL'UNIONE EUROPEA!).
E' il solito discorso dello spreco, emerso un paio d'anni fa con grande forza anche attraverso libri come "La Casta": com'è possibile che da una parte lo Stato pianga miseria, negando anche gli aiuti più basilari a chi ne avrebbe davvero bisogno, e dall'altra sprechi quantità di denaro assurde per mantenere sedi, dipendenti e fasti di cui si potrebbe francamente fare a meno?
E' importante e in un certo senso "salvifica" la tua considerazione finale ("nonostante tutto, ho imparato molto"), però è altrettanto importante non celare le magagne che ci sono dietro a questi stage. Prima di tutto, appunto, che tutti gli oneri economici gravino sulle spalle delle famiglie degli stagisti; e secondo, ma non meno importante, che in molti casi nelle ambasciate, nei consolati, negli istituti di cultura gli stagisti siano ormai "indispensabili".
A te l'augurio di tornare in Italia con tante competenze in più e di trovare un lavoro che ti permetta di mantenerti e di realizzarti professionalmente. A tutti i tuoi colleghi, stagisti ed ex stagisti Mae-Crui, l'invito a seguire il tuo esempio e raccontare in questo Forum le loro storie! A presto e in bocca al lupo per tutto,

Eleonora Voltolina

turi

15 anni, 3 mesi fa

Sono assolutamente solidale con TE, Madri. Anche se le mie esperienze di stage non hanno mai varcato i confini del Belpaese, mi riconosco pienamente nelle tue parole e nelle tua intelligente rabbia. Tieni duro, gente come te troverà certamente la sua strada.
hasta luego

madri

15 anni, 3 mesi fa

A 5 giorni dalla fine del mio tirocinio, la scoperta dell'esistenza di questa "repubblica" mi da un certo conforto.
Scrivo da Madrid, dove mi trovo, appunto, in qualità di stagista del Mae- Crui, presso la sede dell'Istituto Italiano di Cultura, ovvero il Palazzo d' Abrantes del XVII secolo, sito nel pieno centro della città.
Il contesto architettonico nel quale mi sono ritrovata a lavorare per tre mesi, quotidianamente e con una flessibilità oraria pari o superiore a quella di un qualsiasi impiegato del Mae, è decisamente suggestivo e proprio da qui nascono le mie perplessità circa le responsabilità che assume il Mae nei confronti di noi stagisti. Mi fa piacere che uno spagnolo che si trovi a passeggiare per calle mayor possa godere della bellezza architettonica di questo palazzo e pensare che il d’Abrantes rappresenti la cultura, la lingua e l’Italia in generale. D’altra parte però, mi domando come sia possibile che il Mae abbia le possibilità di sobbarcarsi le spese di mantenimento di un palazzo come questo (che non credo sia l’unico che ci rappresenti nel mondo) e non possa permettersi di pagare un misero pasto quotidiano a 4/5 stagisti. Si, perché non appena varcata la soglia del Palazzo d’Abrantes, si è subito colpiti dall’insegna luminosa del “Caffè letterario”, il cui menu, ovviamente, risveglia le nostalgie gastronomiche degli italiani in Spagna o degli spagnoli amanti dell’ottimo caffè made in Italy. Niente da dire, anche in questo caso, circa la strategia di marketing, se non fosse che per noi poveri stagisti il prezzo di quel richiamo gastronomico diventa ogni giorno più caro. Se un addetto culturale costa al Mae una media di 6000 euro al mese (senza contare i vari sgravi fiscali per la dura e sacrificata vita all’estero), mi chiedo se rappresenterebbe davvero uno spreco per le tasche del nostro ministero ripagare il giovane, volenteroso, energico e indispensabile esercito degli stagisti, con un misero e quotidiano piatto caldo.
La verità è che, prima di partire alla volta della mia “missione estera”, le riflessioni che qui condivido erano lontanissime da me. Sarà che assistere a una serie di cocktails post evento culturale e vedere tutta questa bella gente assalire i tavoli imbanditi delle più svariate leccornie come se non avessero mai visto cibo nella loro vita, ha mosso in me una certa rabbia.
Non è invidia, tutt’altro, perché non mi riconosco nel genere di persona che gode nello scrocco.
Si tratta piuttosto di tristezza. Si investe di più nel soddisfare le pance di gente socialmente prestigiosa piuttosto che pensare che un contributo, o quanto meno un aiuto come quello del buono pasto, potrebbe offrire la possibilità di formarsi in questo senso a un numero molto più elevato di giovani italiani ai primi contatti con il mondo del lavoro,
Del resto, a qualcuno, e non lo biasimo, potrebbe risultare anche banale la mia riflessione, considerando che, ormai, la laurea non è diventata che l’anticamera dei costosissimi e, quasi obbligatori, Master di specializzazione.
Perdonate il tono polemico, ma non posso fare altrimenti in questo momento della mia “vita formativa”.
L’unica consolazione è che le persone fanno la differenza e che, se a livello economico il Mae non da nessuna gratificazione a noi stagisti, dal punto di vista umano e professionale, nonostante tutto, ho imparato molto.

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