Stage come impiegato: non ne posso più.
9 anni, 3 mesi fa di semp_eternal93
Buongiorno,
mi chiamo Fabio e vi spiego in breve le mie esperienze lavorative negli ultimi due anni.
Nel 2013 ho lavorato 4 mesi gratis come stagista impiegato amministrativo in un'azienda metalmeccanica e le mansioni che svolgevo mi piacevano (ma solo ora ho capito che
mi piaceva perché non facevo mansioni di grandi responsabilità); poi finiti i 4 mesi mi hanno lasciato a casa perché non si
potevano permettere di assumere un'altra persona.
Poi dopo qualche mese sono stato assunto in una azienda di installazione impianti fotovoltaici sempre come stagista
impiegato amministrativo. Qui l'inferno per circa un anno: quello di cui mi occupavo erano il centralino, gestione mail aziendale
e corrispondenza con avvocati e gestione contenziosi (ne saltava fuori uno ogni giorno in quanto non erano capaci a lavorare; questo perché i clienti
venivano aggirati e intortati con un sacco di belle parole (insomma, truffati), poi quando si accorgevano che erano stati presi per i fondelli allora partivano le rogne). Finiti i sei mesi di stage, mi hanno assunto come apprendista con contratto
per due anni e mezzo ma mi sono licenziato dopo sei mesi perché non ne potevo più (grazie a loro ho capito che non voglio piu avere a che fare in qualunque modo
con ogni tipo di avvocato per il resto della mia vita).
Dopo qualche mese, sono stato assunto di nuovo come stagista impiegato presso un'azienda di trasporti con altre mansioni ma
anche qui problemi: all'inizio mi piaceva, adesso a sei mesi di distanza e con contratto quasi in scadenza ne ho le tasche piene pure qui. Ho una collega a cui
sto antipatico, mi crea ansia ogni giorno che vado a lavorare, bestemmia tutto il giorno (è venerata dai capi e non le si può dire niente), continua
a dirmi che sono lento e che non capisco una mazza di quello che faccio (insomma per lei lavoro con i piedi ma in realtà non è vero; le cose le faccio
e le capisco molto bene). Per non parlare delle mansioni, che sono sempre quelle ma a cui bisogna prestare la massima attenzione perché al minimo errore succede un casino.
Mi mancano 3 settimane e alla fine mi hanno assicurato che mi assumono come apprendista: io però non voglio ripetere gli stessi errori.
Di lavorare in ufficio non ne posso più, sia per gli ambienti che ci sono sia per il lavoro in sè e vorrei provare a fare esperienza in altri settori
come operaio generico, commesso o addetto pulizie.
Ora come ora però, mi trovo ad un bivio: o rifiuto questo contratto e mi cerco un altro lavoro (si, poi chissà quando lo troverò) o che accetto di lavorare
per altri due o tre anni e nel frattempo sclerare solo per poter portare a casa uno stipendio.
Qualcuno mi può dare un consiglio su come muovermi? Grazie mille a chi mi risponderà.
P.s.: Mi scuso in anticipo per la punteggiatura, le frasi lunghe o se non si è capito nulla di quello che ho scritto
ma non mi è mai piaciuto scrivere.
Redazione_RdS
9 anni, 3 mesi fa
Caro Fabio,
non sei il primo a sottoporci dilemmi di questo tipo: proseguire per una strada che non dà soddisfazioni personali ma sì certezze economiche, oppure abbandonare tutto per qualcosa che più ci piace.
Noi della Repubblica degli Stagisti, come testata, cerchiamo di dare ogni giorno notizie che possano rendere più consapevoli i nostri lettori per le loro scelte lavorative. Dare consigli su questioni così decisive per la propria vita è però molto difficile: il Paese arranca, la ripresa economica - ammesso che ci sia - è ancora debole, la disoccupazione giovanile resta a livelli allarmanti. Razionalmente nessuno ti direbbe quindi di rifiutare un contratto. Di questi tempi, bisogna anzi considerarsi fortunati a ricevere proposte del genere.
Vero è che - ci sembra di capire - tu sia ancora molto giovane, e quindi abbia tutto il diritto di fare altre esperienze che possano gratificarti di più. Cerca però di capire se quello che ti muove verso altre strade sia solo un'insofferenza dovuta al tipo di lavoro (dici di voler provare a fare il commesso o l'addetto alle pulizie, non certo lavori meno stressanti).
Un caro saluto
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