"collaborazione" con Communication Hub

10 anni, 6 mesi fa di xyz

Ciao a tutti,
volevo raccontare la mia esperienza.
Sono stata contattata a fine marzo 2014 dall’agenzia di comunicazione Communication Hub (Via Scarlatti 7, Milano), tramite Lavori Creativi.
Ho subito inviato il curriculum e sono stata richiamata da uno dei due titolari (il copywriter/project manager) per una chiacchierata telefonica preliminare e per fissare un colloquio.
Mi è stato chiesto quale fosse il compenso desiderato e ho risposto che non avrei accettato meno di 300/400 euro al mese.
Questa persona mi ha spiegato che il suo collega che si occupava della parte amministrativa attualmente non era in Italia ed io ho fatto presente di aver in precedenza dato la mia disponibilità per un lavoro temporaneo e che quindi sarei stata operativa a partire dalla seconda metà di aprile. Mi ha risposto che non c’erano problemi e che ci saremmo rivisti a metà mese; così è stato.
Ho conosciuto il collega che ormai era rientrato dall’estero, gli altri membri dell’agenzia ed è dunque iniziato il mio “periodo di prova”, senza che però nessuno mi sottoponesse contratti di stage o affini da firmare (ammetto di aver peccato di ingenuità).
A causa del susseguirsi di ponti (Pasqua, Festa della Liberazione) e del fatto che il titolare che dovevo affiancare in qualità di copy junior non fosse sempre presente in agenzia, nella seconda metà del mese di aprile ho lavorato per un totale di soli 8 giorni.
Nel frattempo nessuno si è sbilanciato riguardo alla mia posizione: ad alcuni venivo presentata come collaboratrice, ad altri come copy junior, ad altri ancora come nuova risorsa, altre volte invece se la cavavano con un diplomatico “stiamo valutando se farla salire a bordo”.
Mi era stato detto che mi avrebbero voluto affidare un progetto da coordinare in maniera autonoma insieme ad uno dei programmatori, per testare le mie capacità gestionali e di organizzazione, ma il cliente non si è fatto più sentire, per cui non mi è stata data la possibilità di essere valutata. Quando ho chiesto informazioni riguardo ciò, la risposta è stata: “Eh, il cliente ci ha rimbalzati”.
Di accordi nero su bianco intanto neanche l’ombra; vi faccio presente che arrivavo in agenzia alle 9/9.30 e che certe volte mi sono trattenuta fino alle 19.45, con pause pranzo che talvolta venivano ritardate alle 15. Aggiungo che non sono neanche assicurati.
Insospettita da questo comportamento tutt’altro che cristallino, ho incominciato a sondare il terreno per capire le loro intenzioni.
In sostanza la mia assunzione sarebbe stata determinata dalla quantità di clienti che avrebbero o meno avuto e fino a luglio sarei stata “in nota di collaborazione” con uno stipendio che si sarebbe aggirato attorno ai 400 euro oppure liquidata con un “forfaittone” (termine che è tutto un programma).
La proposta era di mio gradimento, peccato che fossero accordi solamente verbali.
Il primo maggio il copy/project manager ha inviato la classica mail motivazionale (leggete “lisciata di pelo”) ai collaboratori affermando che eravamo sulla strada giusta. A me sono state riservate testuali parole: “Continua così e sono sicuro che potrai diventare la risorsa strategica che penso tu debba essere per me.”
Dopo qualche giorno mi hanno comunicato che la gara a cui avevano partecipato non era andata molto bene e che questo avrebbe allontanato la possibilità di una mia assunzione (meno clienti, meno budget).
Ho una laurea in comunicazione con lode conseguita in Cattolica, una scuola di pubblicità triennale alle spalle, un diploma di liceo classico e sono stata ingaggiata per rimestare quattro frasette per un company profile di una compagnia di assicurazioni, rispondere al telefono e alle chiamate su skype; per queste mansioni direi che sarebbe stata più idonea una segretaria con la terza media.
Mi sono sempre dimostrata volenterosa e puntuale, ma da un giorno all’altro sono stata congedata dal copy/pm con la seguente formuletta: “Magari ne riparliamo a settembre, non sono riuscito a portarti sui progetti (non ci ha neanche mai provato, non mi ha assolutamente formato), forse sarebbe stata meglio una figura senior, ora abbiamo bisogno di un grafico…”, quando la settimana precedente mi era stato detto che mi avrebbe tenuta in prova fino a luglio; questo solo per farvi capire il livello di affidabilità di questo signore che cambia idea come cambia il vento. Mi spiace solo di non poter più lavorare a contatto coi colleghi programmatori/web designers/art directors perché erano tutti veramente in gamba, simpatici e gentili.
Speravo potesse essere un’esperienza interessante e formativa e si è rivelata invece solo una perdita di tempo e denaro, anche perché dopo Pasqua ho dovuto dire di no a due agenzie che volevano farmi iniziare subito.
Tirando le somme, mi hanno conteggiato 15 giorni lavorativi tra aprile e maggio, per un totale di 300 euro…cosa posso avere imparato in 15 giorni? Quasi nulla.
Fortunatamente, non fidandomi di loro, non ho mai smesso di inviare cv, di guardarmi attorno e di fare colloqui, quindi appena ho intuito quello che stava accadendo mi sono subito resa disponibile per un’azienda che avevo lasciato in standby, la quale mi ha confermato uno stage retribuito di sei mesi (con buone possibilità di inserimento) CON CONTRATTO, FIRME E CONTROFIRME.
Verba volant, scripta manent, str0nz1 imperant.

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