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fare uno stage quando si è ancora all'università: come funziona per i permessi?

13 anni, 1 mese fa di elfa

Salve a tutti, sto per iniziare un tirocinio presso la sede amministrativa/legale italiana di una grande azienda, la durata è di 6 mesi e le ore settimanali sono 40. Essendo una laureanda (manca un esame e la tesi), cosa di cui l'azienda è a conoscenza, mi chiedevo se fossero previsti dei "permessi" per sostenere un esame o occasionalmente per colloqui con il mio relatore. La prossima settimana, in sede di firma del contratto, chiarirò questo aspetto, chiederò se ci sia questa possibilità altrimenti sono impossibilitata a firmarlo perchè non mi permette di laurearmi. E' un comportamento corretto? è solo che ho accettato già da qualche giorno e non vorrei chiamare il mio tutor per chiedere questa cosa, che a me inizialmente sembrava scontata ma che forse non lo è.

elfa

12 anni, 11 mesi fa

Ciao ragazzi, ormai sono quasi 2 mesi di stage!la mia esperienza si sta rivelando in realtà molto positiva. Diciamo che l'azienda, essendo molto grande è quindi parecchio organizzata, visto che ci sono anche più di 20 stagisti ed è un continuo ricambio.Devo dire che si lavora parecchio, ma soprattutto io sto imparando tantissimo, e sono entrata in contatto con una vera realtà lavorativa. Noostante si lavori oarecchio e a volte abbia dovuto risolvere le cose da sola( cosa che mi ha fatto imparare molte cose), nessuno si dimentica che sono una stagista... alle 18 si finisce, no matter what, e se c'è dell'arretrato si farà il giorno dopo, tutti sono molto gentili e disponibili. Insomma, l'azienda è ben organizzata e si vede che la realtà dello stage non è una cosa nuova,speriamo ci siano possibilità di assunzione! chiaramente lavorare (perchè di lavoro si tratta) e studiare è più impegnativo, ma l'entusiasmo di una nuova esperienza mi sta spronando...insomma le ansie del pre sono via via passate...grazie dell'interessamento ragazzi!!

Eleonora Voltolina

12 anni, 11 mesi fa

Cara Elfa, cara Mir,

come sono andate a finire le vostre due esperienze?

Siamo curiosi!

Mir

13 anni, 1 mese fa

Cara Elfa,
mi sono trovata nella tua stessa situazione a ottobre, quando ho iniziato il tirocinio. Mi mancavano cinque esami. Avevo chiesto la tesi a luglio, ad un professore che mi ha inviata in una piccola azienda molto innovativa, che abitualmente ospita stagisti di varie facoltà, laureandi, laureati e provenienti da master. Questo mi ha permesso di fare il colloquio direttamente con il Presidente e con quello che sarebbe stato il mio tutor, e di parlare direttamente di questa esigenza. Ho pensato che mendicare comprensione non fosse una buona idea, perciò ho spiegato subito (appoggiata da una mail del mio relatore) che per i primi tre mesi avrei fatto il full-time quando possibile, e che per gennaio e febbraio non avrei potuto essere disponibile a causa degli esami (salvo emergenze), riprendendo il full time per Marzo e Aprile. Ho visto che esigenze di progetto avevano, e in che tempi volevano che svolgessi il lavoro, così ho presentato un mio piano di progetto che accontentasse tutti. L'appoggio del relatore e questo approccio "attivo" si è rivelato fondamentale, perchè il tutor aveva in mente un tirocinio più ad ampio spettro piuttosto che focalizzato sul progetto. Ha accettato, ma inizialmente mi ha un po' "snobbata". Poi però ha visto che riuscivo a fare procedere il lavoro, ad integrarmi con gli altri anche se a volte stavo in ufficio per meno tempo, e mi ha lasciata molto libera sulla gestione del lavoro, che gli piace. Non ho perso i contatti mentre ero via, e credo che mi sia stato utile. Ora il progetto continua, e dovrei terminare ad Aprile.
La mia esperienza è stata positiva, anche se massacrante ,perchè studiavo la sera e nel week end, e stressante, perchè avevo sempre paura di non fare abbastanza né da un lato né dall'altro; ora sono contenta di aver tenuto duro. Il mio consiglio, se trovi che possa essere applicabile al tuo caso, è quello di mostrarti sempre molto attiva, propositiva e disponibile a gestire in maniera matura questa tua esigenza (che è tua, quindi non devi mettere in difficoltà loro) senza nasconderla e senza farla mai apparire come una scusa per "lavorare meno".
Buona fortuna (a te e a me...)!

Eleonora Voltolina

13 anni, 1 mese fa

Cara Elfa

mi pare che con questo nuovo commento tu abbia messo altra carne al fuoco. Una cosa è poter stare assente qualche giorno, nell'arco di sei mesi, per sbrigare pratiche universitarie; un'altra cosa è preoccuparsi di non avere tempo per studiare.

Fare uno stage mentre si studia è certamente un po' faticoso, perchè il tempo per studiare resta solamente la sera e il weekend.

Ci sarebbe una soluzione in grado di salvare capra e cavoli, e cioè quella di fare uno stage part-time: in questo caso potresti andare solamente la mattina; oppure solamente 3 giorni alla settimana.

Il problema è che pochissime aziende sono disponibili ad accettare questa modalità. Però tentar non nuoce: per cui il primo consiglio che mi sento di darti è di parlare di questa possibilità all'ufficio stage della tua università, chiedendo magari a loro di avanzare questa proposta all'azienda.

Certo però, come accennavo, è abbastanza improbabile che l'azienda accetti questa soluzione, specialmente se ha già portato a termine il processo di selezione (insomma, ti ha scelta e ti ha proposto lo stage) prevedendo di inserirti, come consuetudine, in stage full-time.

Tu scrivi «Sento da tutti che gli orari di lavoro non vengono rispettati», e dopo aggiungi anche «se alle 8 ore si aggiungono ulteriori ore non posso». Purtroppo il mondo del lavoro non funziona con l'orologio. Gli operai hanno i loro turni alla catena di montaggio, gli statali hanno l'orario di apertura dell'ufficio da rispettare. Ma nelle aziende private, specialmente negli uffici amministrativi-legali di una grande azienda, i ritmi di lavoro sono sostenuti.

Uno stage del resto serve per avvicinarsi a un determinato ambiente; perciò non si può pensare di farlo "con riserva", sempre con l'occhio all'orologio e facendo attenzione a quando scattano le 8 ore, per poter scappare a casa. Anche se per una giusta causa (nel tuo caso, studiare per il tuo ultimo esame e scrivere la tua tesi di laurea). Un atteggiamento del genere, penso che anche tu ne sia consapevole, rischierebbe tra l'altro di indispettire il tuo tutor e gli altri dipendenti.

Poi per carità potrebbe capitarti di trovare un tutor aziendale particolarmente comprensivo, capace di sorprenderti e di dirti "Vai pure Elfa, sono già le 6 di sera". Ma nella maggior parte dei casi, lo stagista se ne va dall'ufficio più o meno quando se ne vanno gli altri.

Pensaci bene Elfa, perchè se cominci uno stage devi mettere in conto di dedicare ad esso il 100% delle tue energie - fatti salvi naturalmente i momenti in cui dovrai andare all'università per sostenere l'esame che ancora ti manca o per parlare con il tuo relatore.

Non è però mia intenzione scoraggiarti: è importantissimo cercare di anticipare il più possibile il momento di formazione "on the job" attraverso i tirocini. Quindi il mio consiglio spassionato - se l'opzione stage part-time dovesse rivelarsi impraticabile - è quello di stringere i denti e cercare di conciliare studio e stage, magari premendo l'acceleratore dello studio durante i weekend. Però la scelta sta a te!

elfa

13 anni, 1 mese fa

Cara Eleonora, grazie per la tua risposta tempestiva. Sento da tutti che gli orari di lavoro non vengono rispettati, ma l'azienda può farlo? Perchè il mio problema è sempre che sono una laureanda, quindi già per me il tempo pieno è impegnativo, se poi dovesse protrarsi ulteriormente l'orario di lavoro per me sarebbe impossibile studiare. Secondo te questo punto dovrei chiarirlo prima della firma? E' che per me iniziare senza avere delle garanzie non ha senso, certo so che posso andarmene quando voglio però non vorrei partire da questo presupposto. Se le ore di lavoro sono effettivamente quelle, sarò io che mi impegnerò nel conciliare studio e lavoro, ma se alle 8 ore si aggiungono ulteriori ore non posso. Cioè, è lecito da parte dello stagista dire: sono le 18 vado a casa?

Eleonora Voltolina

13 anni, 1 mese fa

Cara Elfa,

eccome se lo è. Lo stage non è un contratto di lavoro e pertanto non comporta l'obbligo tassativo di presenza per lo stagista, nè vincola lo stagista a portare certificati medici o altri documenti giustificativi per i giorni di assenza.

Naturalmente ciò va inteso nei normali limiti del buonsenso: non avrebbe cioè senso (perdona il gioco di parole) accettare uno stage e poi stare assente un giorno su tre, perchè in questa maniera lo stagista si "autoimpedirebbe" di ricevere la formazione che il progetto formativo prevede per quel percorso di stage.

Detto questo, a qualsiasi persona - a maggior ragione uno stagista, a maggior ragione se studente universitario - può capitare di dover stare assente dall'ufficio qualche volta nell'arco di sei mesi. Non penso sinceramente che ciò abbia bisogno di essere chiarito al momento dell'attivazione dello stage, tantomeno da te; semmai dovrebbe essere l'ufficio tirocini della tua università ad occuparsene, qualora "subodori" che l'azienda in questione potrebbe provare a porre problemi rispetto a questo aspetto.

Comunque, se l'azienda conosce il tuo status (studentessa con un esame da dare e la tesi da scrivere), e per di più è una grande azienda internazionale, si può essere ragionevolmente sicuri che abbia consapevolezza dei confini dello stage, e che non porrà problemi rispetto a tue eventuali assenze dovute, nell'arco dei sei mesi, a ragioni di studio.

Forse può interessarti leggere questa intervista alla responsabile dell'ufficio stage dell'università statale, in cui si fa riferimento proprio a una situazione di assenza dello stagista:

http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/intervista-barbara-rosina-direttore-cosp-universita-statale-su-caso-stage-fondazione-dnart

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