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Esperienza lavoro

6 anni, 8 mesi fa di user272030

Spett.le RdS,
scrivo per chiedere a voi e agli altri iscritti un parere sulla situazione in cui mi trovo.
A novembre 2016 ho cominciato uno stage tramite Garanzia Giovani, per il progetto Crescere in Digitale, presso un tour operator. Durante il primo mese mi viene fatto presente che, per via di esigenze aziendali, non mi sarà possibile seguire il progetto formativo previsto. Decido comunque di rimanere in azienda e sfruttare lo stage, considerando che i precedenti laboratori con le aziende non si arano rivelati positivi e che se avessi rimandato ulteriormente avrei compiuto 30 anni e avrei perso l’opportunità di Garanzia Giovani.
A maggio 2017, terminato il tirocinio, l’azienda mi propone un contratto di apprendistato professionalizzante part time come impiegata front office di 4° livello. Il contratto prevede un monte ore lavorativo di 15 ore settimanali (2,5 ore al giorno dal lunedì al sabato). Di fatto lavoro 8 ore al giorno dal lunedì al sabato per un totale di 48 ore (anche di più considerando che l’uscita è quasi sempre posticipata). Ovviamente la retribuzione rispecchia la natura part time del contratto.
Oltre a questo si aggiunge altro. L’ufficio in cui lavoro è in condivisone tra la mia azienda e un’altra (un b&b), tra le quali purtroppo non ci sono proprio buoni rapporti per cui si limita ad un civile rapporto di convivenza. Con i dipendenti dell’altra azienda, però, io ho instaurato un buon rapporto ma la mia datrice di lavoro, appena si è accorta della cosa, mi ha invitato a “ridimensionare” i miei rapporti con loro durante l’orario di lavoro precisando che “non devo intrattenere rapporto felici” con loro e che “durante il lavoro non si ride e non si scherza” (tengo a precisare che né io né i dipendenti dell’altra azienda passiamo le giornate a chiacchierare anziché lavorare…semplicemente capita che durante 8 ore di lavoro ci si scambino due parole).
E’ successo anche – e questo sicuramente è stato uno sbaglio da parte mia – che un paio di volte la mia datrice di lavoro mi abbia sorpresa a fare il check-in agli ospiti del b&b perché in quel momento la receptionist non era disponibile. Probabilmente non avrei dovuto ma trattandosi di un’attività che porta via due minuti e trovandomi i clienti del b&b davanti ho pensato che un check-in non fosse un grande problema. La mia datrice di lavoro mi ha detto che non è una cosa ammissibile e che come conseguenza potrei ricevere una lettera di richiamo. Per giustificarmi, forse in maniera un po’ ingenua, non solo le ho detto che quei check-in mi avevano portato via solo due minuti ma le ho anche ricordato che in realtà per 5,5 ore non risulta che io lavori per lei. Ha cominciato a chiedermi se questa mia osservazione fosse una minaccia e ha continuato a parlarmi di questa lettera di richiamo dal momento che lei deve in qualche modo tutelarsi.
Ultimo punto…Da un paio di mesi un’area dell’ufficio è stata adibita a temporary shop per l’esposizione di oggetti artigianali. Capita spesso che la sera, dopo il lavoro, mi trattenga con l’artigiana con cui si è creato un bel rapporto. Anche questo a quanto pare non possibile: mi è stato detto che ai dipendenti ai locali è vietato l’accesso ai locali aziendali oltre l’orario di lavoro e da lì tutta una serie di sciagure che potrebbero capitarmi tipo “se venissi accoltellata” per citare la mia titolare, e alle responsabilità a cui lei andrebbe incontro. Questo ragionamento sarà anche giusto, ma mi chiedo: come mai nei mesi di tirocinio, poiché all’epoca facevo da pendolare e quindi non avrei saputo dove fermarmi per le 2 ore di pausa considerando anche che era inverno, fui le stessa a propormi di trattenermi in ufficio? In quel caso non pensò alla mia incolumità o altro. Mi viene da pensare che dietro a queste disposizioni aziendali lei cerchi di nascondere delle motivazioni personali, considerato che lei è davvero asociale e di conseguenza non va d’accordo con nessuno in ufficio.
Lei cerca di tutelarsi…E cosa dovrei fare io? Mi sento quasi in gabbia, dopo 8 mesi non so cosa sia più giusto fare combattuta tra una possibilità di lavoro che mi è stata data e la sensazione di sentirmi asservita e presa in giro dalla persona con cui e per la quale lavoro.
Non voglio sembrare ingrata perché comunque, soprattutto considerando i tempi che corrono, mi sta dando una possibilità di lavoro. Ma ci sono molte cose che non vanno e se cerco un minimo di far valere i miei diritti come ho già fatto (ho proposto di tutto: diminuzione dell’orario anche per poter portare avanti l’attività di traduzione che svolgo essendo laureata in lingue per poter raggiungere uno stipendio intero; richiesta di svolgere orario continuato per non essere costretta a trasferirmi dove lavoro e sostenere solo il costo dei mezzi pubblici per raggiungere l’azienda) la cosa viene interpretata come una “minaccia” (ma è un dato di fatto che le condizioni non siano regolari) e mi sento dire che devo ritenermi fortunata.
Ormai penso spesso di mollare non appena avrò trovato un’alternativa, anche se non è facile, ma nel frattempo vivo inquietudini ogni giorno – legate sia alle condizioni di lavoro sia all’atteggiamento delle mia datrice di lavoro - e non è piacevole andare a lavorare in questo stato.
Vorrei ricevere un punto di vista esterno per capire se sto sbagliando qualcosa o se effettivamente situazione non rientra nella norma? Cosa mi consigliate?
Mi scuso per la lunghezza del post e vi ringrazio!
Un saluto,

Redazione_RdS

6 anni, 8 mesi fa

Ciao Laura,
i conflitti tra colleghi o con il capo sono davvero all'ordine del giorno, in ogni dove. Dunque soffermarsi su quello è un po' tempo sprecato. Sono aspetti che si imparano a gestire con il tempo, capacità che si acquisiscono dopo un po' di esperienza nel mondo del lavoro. Anche se - dobbiamo dirtelo - tu devi attenerti alle tue mansioni e nulla di più. I rimbrotti che hai ricevuto dalla tua datrice di lavoro non sono in tal senso infondati.
Premesso questo, l'aspetto invece più grave - e quello su cui dovresti concentrarti - è quello legale, e cioè il fatto che il contratto sia formalizzato come part time quando invece non lo è, con una retribuzione che è di conseguenza pari alla metà di quello che dovresti avere. Il che denota una assoluta mancanza di serietà da parte dell'azienda, oltre all'ingiustizia di ricevere una retribuzione più bassa e ai rischi che corri per eventuali infortuni. Prova a parlarne con il tuo capo, spiegando che non sei più disposta a tollerare una retribuzione che corrisponde alla metà delle tue ore lavorative. Se non dovessi ottenere risultati neanche così, faresti benissimo a guardarti intorno. E se dovessi trovare qualcosa di meglio non esitare a accettare. E - perché no - anche a denunciare l'accaduto a un Ispettorato del lavoro.
Torna a scriverci per farci sapere come vanno le cose.
E un caro saluto

Lu87

6 anni, 8 mesi fa

La situazione non rientra nella norma neanche per sbaglio. Hai sbagliato a fare il check in per i tuoi "colleghi" dell'altra azienda, ma per il resto ciò che racconti è assurdo.

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