Categoria: Stagisti TV

Tre minuti per raccontare i praticanti delle Avvocature che da anni aspettano di essere pagati

I laureati in giurisprudenza che svolgono il tirocinio professionale per diventare avvocati hanno - dovrebbero avere - il diritto di ricevere un emolumento mensile... Ma se lo fanno presso gli uffici delle Avvocature dello Stato, questo diritto svanisce. In questo video Eleonora Voltolina, fondatrice e direttrice della Repubblica degli Stagisti, racconta lo spinoso caso dei praticanti delle Avvocature dello Stato che attendono da anni di essere pagati. Qui gli articoli che la nostra collaboratrice Marianna Lepore ha dedicato all'approfondimento.- Indennità ai praticanti nelle Avvocature di Stato: promessa per legge sei anni fa, ma nessuno l'ha mai ricevuta- Indennità mancata ai praticanti, ancora nessuna risposta: “L'Avvocatura dovrebbe dare il buon esempio, e invece...”

Come si cerca uno stage o un lavoro, il “finale di stagione” della serie StaGeneration

Non è facile affacciarsi al mondo del lavoro per la prima volta, e ha ragione chi dice che cercare lavoro... è un vero e proprio lavoro. Bisogna saperlo fare, dunque. Saper scrivere un curriculum vitae efficace, organizzando tutte le informazioni in modo che quelle più importanti riescano a saltare subito all'occhio dei selezionatori. Bisogna sapere cosa fare del proprio cv, una volta confezionato: a chi inviarlo, a chi portarlo di persona. Bisogna fare attenzione alla web reputation, utilizzando i social network con la consapevolezza che spesso le aziende svolgono delle “indagini preventive” sui candidati, andando a sbirciare come si presentano e cosa dicono su Facebook, Twitter, Instagram. Bisogna sapere come funziona un colloquio, quali sono gli errori da non fare quando si viene convocati, cosa dire (e come parlare) di sé.Per questo “finale di stagione” della serie di videopillole StaGeneration, realizzata attraverso la collaborazione tra la Repubblica degli Stagisti e la Cisl Lombardia, Marta Pepe ed Eleonora Voltolina focalizzano proprio i temi più importanti che riguardano indifferentemente chi è a caccia “solo” di una opportunità di stage e chi invece cerca un vero e proprio lavoro, perché gli strumenti attraverso cui si svolge questa “caccia al tesoro” sono identici. Dando anche qualche consiglio di lettura.

Stage all'estero, tutti i pro e i contro

Un'esperienza all'estero “fa curriculum”. Può portare moltissimo in termini di crescita personale e professionale: imparare a relazionarsi con un altro sistema, una cultura diversa da quella italiana, apprendere o perfezionare una lingua straniera sono fattori molto importanti. Ma non tutti possono permettersi un master a Londra o una vacanza studio a Parigi: i costi sono elevati, e la formula del corso di formazione non si adatta a tutti. Una opzione alternativa può essere quella di fare uno stage. Invece che in Italia, all'estero. In questo modo si riescono a prendere più piccioni con una fava: prima di tutto si aggiunge l'aspetto professionalizzante di svolgere un'attività lavorativa, anche se solo nella modalità “learning on the job” certo; in secondo luogo il periodo all'estero diventa economicamente più sostenibile, perché la persona percepisce, in quanto stagista, un emolumento mensile – più o meno generoso – che copre in tutto o in parte le spese di vitto e alloggio.  In questa nuova puntata della serie di videopillole “Stageneration” la direttrice della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolina e la sindacalista Marta Pepe fanno il punto sui pro e contro degli stage all'estero. > Dalle buone occasioni alle fregature, dagli enti come il Parlamento o la Commissione europea che garantiscono ottime condizioni agli stagisti a organismi internazionali blasonati che non onorano la propria reputazione riservando ai propri interns condizioni economiche pessime, Voltolina e Pepe forniscono una mappa per orientarsi nel mare magnum degli stage all'estero e saper individuare le buone occasioni.Si parla quindi dei tirocini Schuman al Parlamento Ue, delle opportunità di internship messe a disposizione dalla Banca Centrale europea, dalla Corte europea di giustizia, dalla Nato, dall'Agenzia spaziale europea, dall'Osce e così via; ma anche di Erasmus + e del Maeci-Crui nelle ambasciate e consolati italiani all'estero, che una volta era completamente gratuito e ora prevede, finalmente, un minimo di rimborso spese. In particolare, rispetto ai tirocini nelle istituzioni europee, Voltolina sottolinea come dai dati relativi alla provenienza geografica dei candidati emerga che gli italiani sono in assoluto la nazionalità più rappresentata: a volte arrivano a essere il 40-50% di tutti i candidati. Come commenta Pepe, infatti, «i giovani italiani hanno letteralmente fame di opportunità europee, anche perché le condizioni offerte sono mediamente migliori delle condizioni offerte in Italia».

Verrò assunto dopo lo stage?

Non tutti gli stagisti desiderano essere assunti dopo lo stage. Alcuni lo fanno solo per imparare, per avere un curriculum più ricco, per usare proficuamente un periodo altrimenti vuoto... Ma guardiamoci in faccia: si tratta di una minoranza. La maggior parte delle persone che fanno uno stage mira a un obiettivo: che quello stage sia una porta di ingresso verso il mondo del lavoro. E che alla fine del percorso formativo arrivi l'agognata proposta di assunzione. Ma che probabilità c'è, realisticamente, di essere assunti alla fine di un tirocinio? La giornalista Eleonora Voltolina, fondatrice e direttrice della Repubblica degli Stagisti, e la sindacalista Marta Pepe del dipartimento Mercato del lavoro della Cisl Lombardia dedicano questa puntata della serie di videopillole “Stageneration” a scandagliare i fattori principali in base ai quali aumenta o diminuisce la probabilità di vedersi fare un contratto di lavoro. Dipende infatti dalla tipologia di realtà dove si va a fare il tirocinio (in un ente pubblico le possibilità di assunzione post stage rasentano lo zero), dalla sua dimensione, dalla classe dimensionale (modesto spoiler: le grandi aziende mettono sotto contratto gli stagisti più delle piccole), dalla collocazione geografica...L'aspetto più importante è arrivare allo stage consapevoli: avere un'idea chiara degli sbocchi lavorativi possibili aiuta a modulare le proprie aspettative in maniera realistica, e... a limitare la frustrazione.

Come si attiva uno stage? Ecco cosa c'è da sapere

“Vorrei fare uno stage, ma non so da dove cominciare”. Una situazione comune a migliaia e migliaia di giovani che sono attratti dall'opportunità che lo strumento dello stage offre – avvicinarsi al mondo del lavoro – ma nel contempo intimoriti. Come funziona l'attivazione di uno stage? Chi se ne occupa? C'è qualche documento da firmare? Ecco un video che racconta i principali passaggi che intercorrono tra quando si cominciano a vagliare le opportunità di stage a quando si comincia concretamente la propria esperienza di learning on the job.La giornalista Eleonora Voltolina, fondatrice della Repubblica degli Stagisti, e Marta Pepe sindacalista della Cisl Lombardia in questa nuova puntata della serie “StaGeneration” offrono un quadro chiaro e sintetico e rispondono alle domande più frequenti dei giovani. Nella videopillola scoprirete chi sono i referenti giusti in caso di tirocinio curricolare e in caso di tirocinio extracurricolare, cosa sono la convenzione di stage e il progetto formativo individuale e perché sono così importanti (il consiglio è di farsene sempre dare una copia e conservarla gelosamente, contiene informazioni molto importanti!), cos'è la “did” e per quali tipo di tirocinio è indispensabile presentarla al centro per l'impiego, quali sono i doveri dei tutor – sì, al plurale! Perché a ogni stagista ne vengono assegnati due, uno per il soggetto promotore e uno per il soggetto ospitante – e quali differenze bisogna fare attenzione in caso si abbia l'intenzione di cercare una opportunità di tirocinio all'estero.Buona visione e... se avrete apprezzato la videopillola, aiutateci a diffonderla commentandola e condividendola sui vostri profili social! :-)

Cosa NON è uno stage, vademecum per riconoscere inesattezze e leggende metropolitane

«Mi hanno fatto un contratto di tirocinio».«Ah sì, bene! Ed è retribuito?» «Sì sì, mi daranno uno stipendio di 500 euro al mese»  Una ipotetica conversazione tra due ragazzi. Tema, naturalmente, lo stage. Problema n. 1: lo stage non è un contratto di lavoro. Problema n. 2: i soldi che eventualmente il tirocinante riceve non sono una “retribuzione”, quindi non si può parlare di “stipendio”. Problema generale: molto spesso non è chiarissimo cosa sia e sopratutto cosa NON sia un tirocinio. Ci sono tanti luoghi comuni sbagliati, a volte leggende metropolitane, più spesso semplicemente modi di dire scorretti che sono però ormai entrati nel linguaggio comune e che traggono in inganno.Per sfatare un po' di false credenze Eleonora Voltolina della Repubblica degli Stagisti e Marta Pepe della Cisl Lombardia dedicano la nuova puntata della serie StaGeneration proprio a “Cosa NON è uno stage”:Questo video smonta le più frequenti inesattezze che circolano quando si parla di stage, e offre utili chiarimenti su cosa si è tenuti (o non tenuti) a fare in circostanze particolari. Per esempio, si può richiedere al centro per l'impiego il sussidio di disoccupazione la Naspi dopo aver terminato uno stage? E se uno stagista volesse interrompere lo stage prima del previsto, dovrebbe dare il preavviso? Risposte chiare e sintetiche a queste e molte altre domande. Se ritenete che questo video abbia contenuti interessanti, aiutateci a farlo circolare lasciando il vostro commento su Youtube e condividendolo attraverso i vostri canali social!

Che differenze ci sono tra stage curricolari e stage extracurricolari?

Fino a qualche anno fa la distinzione tra tirocini curriculari e tirocini extracurriculari nemmeno esisteva. O meglio – esisteva, ma si trattava di una differenziazione puramente informale, avviata all’interno delle università per distinguere tra tutti i tirocini quelli che avrebbero comportato per lo stagista studente l’assegnazione di un determinato numero di cfu, vale a dire i crediti formativi universitari. Una distinzione semantica, insomma: un nome differente per indicare quei tirocini che, pur identici agli altri, avevano però un valore in più all’interno del perimetro accademico. Poi la situazione ha preso una piega diversa. Le regioni hanno rivendicato la competenza legislativa merito in materia di tirocini extracurriculari, la Corte costituzionale ha dato loro ragione, e dunque a partire dal 2013 si è creata anche a livello formale una spaccatura tra i tirocini curriculari e quelli extracurriculari. Ma quali sono in concreto le differenze? Sei un ragazzo fa uno stage curriculare, a che normativa deve fare riferimento? Quali diritti e doveri ha? In cosa questi diritti e doveri differiscono da quelli che avrebbe se facesse uno stage extra curriculare?A questo tema è dedicata la nuova videopillola che Eleonora Voltolina della Repubblica degli e Marta Pepe della Cisl e Lombardia hanno realizzato nell’ambito della serie “StaGeneration”. Cinque minuti veloci, precisi, freschi per fare il punto della situazione e spiegare chiaramente risponde chiaramente alle domande più frequenti. Prima fra tutte: se faccio un tirocinio extra curriculare ho diritto a ricevere un’indennità mensile? E se invece il tirocinio è curriculare? Che cosa succede se comincio un tirocinio come curriculare mentre sto ancora studiando e poi ne frattempo mi diplomo oppure mi laureo?Buona visione... E se i contenuti del video vi saranno sembrati interessati, aiutateci a diffonderli condividendoli sui vostri social network!

Gli stagisti hanno sempre diritto a ricevere un rimborso spese?

È forse la domanda più frequente che arriva qui in redazione o sui social network quando si parla di stage. È legale non pagare gli stagisti? La risposta è: dipende. E per spiegare bene, nella maniera più sintetica e chiara possibile, come funziona il “diritto al rimborso spese” (e molto altro) la Repubblica degli Stagisti ha stretto una partnership con la Cisl Lombardia. Il risultato è una serie di videopillole dal titolo “StaGeneration” che focalizzano ciascuna un particolare aspetto del tema stage, rispondendo alle domande e ai problemi più comuni che i giovani si pongono (e ci sottopongono) quando si trovano di fronte a un'offerta di tirocinio. Protagoniste di queste videopillole sono la nostra Eleonora Voltolina, giornalista e fondatrice della Repubblica degli Stagisti, e la sindacalista Marta Pepe del dipartimento Mercato del lavoro della Cisl Lombardia. Insieme, con parole chiare e comprensibili, Voltolina e Pepe proveranno a dare al pubblico la materia più preziosa per poter navigare nel mare magnum degli stage e del mercato del lavoro: le informazioni per “conoscere per deliberare”.La videopillola sul rimborso spese risolve, tra le altre cose, dubbi molto frequenti: come per esempio cosa succede all'indennità (attenzione, vietato chiamarla “retribuzione”: gli “stage retribuiti” non esistono!) in caso lo stage sia part-time, per esempio, o se sui soldi ricevuti gli stagisti debbano pagare le tasse oppure no. A tutti i nostri lettori l'invito è di condividere il più possibile il link a questo video alla propria cerchia di amici e conoscenti e sui propri social network, per far sì che le informazioni diventino virali e che sempre più giovani siano consapevoli dei propri “diritti e doveri” quando fanno un tirocinio.

Attivare stage attraverso la Repubblica degli Stagisti, adesso si può!

“Ma voi della Repubblica degli Stagisti vi occupate anche di attivare gli stage?”... Per molti anni ci siamo sentiti fare questa domanda dalle aziende, e per molti anni abbiamo dovuto rispondere “No. Noi non siamo un soggetto promotore, non abbiamo il know how né le autorizzazioni necessarie per fornire questo servizio”.Invece adesso la risposta è sì. Dalla fine del 2018 è possibile per le aziende attivare direttamente stage con grande semplicità grazie alla partnership che abbiamo avviato con un soggetto promotore con il quale condividiamo i nostri valori, IAL Lombardia, e che abbiamo presentato a Milano nel corso dell'evento “StaGenerando opportunità” cui hanno partecipato, tra gli altri, l'europarlamentare Brando Benifei, l’assessora al Lavoro del Comune di Milano Cristina Tajani, il direttore della Direzione generale Istruzione Formazione Lavoro della Regione Lombardia Gianni Bocchieri.In questa videopillola la nostra Eleonora Voltolina, giornalista e fondatrice della Repubblica degli Stagisti, e il presidente di IAL Lombardia Matteo Berlanda presentano la partnership e raccontano come e perché hanno deciso di avviare una collaborazione, e quali servizi possono ora ottenere le aziende virtuose che vogliono usare lo stage in maniera responsabile.   Attivare è semplice. Basta che l'azienda acceda al proprio spazio e compili il form dedicato con le informazioni mancati. Niente più lunghi moduli ripetitivi – le informazioni sull'azienda sono già registrate, e le procedure specificate in modo chiaro.Attivare è rapido. Il soggetto promotore si impegna ad attivare gli stage in cinque giorni lavorativi, dal ricevimento di tutti i documenti necessari, il che lo rende uno dei servizi più rapidi in Italia.Attivare conviene. Il costo di attivazione degli stage è competitivo sul mercato, specialmente perché è possibile acquistare carnet con attivazioni multiple.Se la vostra azienda è interessata a questo servizio, potete scrivere all'indirizzo aziende [chiocciola] repubblicadeglistagisti.it e saremo ben lieti di fornirvi tutti i dettagli!

Laura Puppato: «Ecco cosa farei per i giovani se fossi premier»

Laura Puppato, 55 anni, unica donna candidata alle primarie del centrosinistra. Sindaco per due mandati a Montebelluna, storico fortino di centrodestra in provincia di Treviso, dal 2010 è capogruppo del Partito Democratico nel consiglio regionale del Veneto. La Repubblica degli Stagisti le ha chiesto quali interventi promuoverebbe per stimolare l’occupazione giovanile, l’apprendistato e la regolamentazione degli stage nell'ambito del progetto di interviste multiple ai cinque candidati premier focalizzate sui temi dei giovani e del lavoro. «Credo che si debba puntare sul contratto unico con una progressione di tutele a sei anni» ha dichiarato «con una riduzione del costo del lavoro per i primi tre anni a carico dello stato». Per accrescere il tasso di natalità in Italia, il più basso d’Europa, propone di investire più risorse in servizi. «È necessario cambiare l’idea di paese applicando politiche familiari adeguate. Mi auguro» ha concluso «che il prossimo governo applichi sgravi fiscali per promuovere l’ingresso delle donne e degli under 35 nelle aziende».