Tirocini in Lombardia, il 9 dicembre entra in vigore la nuova normativa

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 28 Nov 2013 in Notizie

In Lombardia è cominciato il conto alla rovescia: tra meno di due settimane entrerà finalmente in vigore la nuova normativa in materia di stage elaborata e approvata nei mesi scorsi dalla Regione guidata da Roberto Maroni. stage lavoroLo scorso 25 ottobre c'era stato in giunta l'ultimo voto alla delibera, ma mancava ancora un passaggio: «i presenti Indirizzi» si leggeva nel testo  «entreranno in vigore 30 giorni dopo la pubblicazione dei decreti dirigenziali che definiscono i modelli di convenzione di tirocinio e progetto formativo individuale» [clicca qui per scaricare la delibera in formato pdf]. Risultato, un comprensibile timore che la questione si tirasse per le lunghe. Invece no. La Regione è stata di parola e a sole due settimane dall'approvazione in giunta, sul Bollettino ufficiale dello scorso 8 novembre, ha pubblicato il Dduo (acronimo che sta per «Decreto Dirigente Unità Organizzativa») 5 novembre 2013 - n. 10031 intitolato «Nuovi indirizzi regionali in materia di tirocini – Disposizioni attuative». Un documento di 16 pagine focalizzato sopratutto su un particolare tipo di tirocini, quelli svolti da soggetti stranieri.
La Repubblica degli Stagisti ha dunque contattato la Regione per chiedere delucidazioni in merito, e sopratutto capire se questo documento avrebbe chiuso l'iter per l'entrata in vigore della legge, malgrado nella delibera del 25 ottobre si parlasse di «decreti dirigenziali» al plurale. L'ufficio Comunicazione istituzionale della Regione ha risposto subito confermando che il documento in questione è quello definitivo: «In materia di tirocini, al momento, non è prevista l'approvazione di altri documenti». Dunque il countdown è ufficialmente partito l'8 novembre e si concluderà il giorno dopo l'Immacolata: «I nuovi indirizzi regionali in materia di tirocini entrano in vigore a partire dal 9 dicembre». Dalla Regione specificano che «l'allegato A del Decreto n. 10031 riporta gli standard minimi richiesti per la stipula delle convenzioni e dei progetti formativi individuali (Allegato A) e i format per la redazione della convenzione, dei progetti formativi e della relazione finale». [clicca qui per scaricare il dduo in formato pdf].
È l'ultimo atto - almeno per ora - di un lungo percorso che la Repubblica degli Stagisti ha seguito con attenzione fin dall'inizio. In estrema sintesi, ai tempi della riforma Fornero era stata avviata una riflessione sulla necessità di riformare anche la normativa sugli stage, introducendo alcune garanzie in favore degli stagisti tra cui il diritto a ricevere una congrua indennità. Essendo lo stage un argomento ostico dal punto di vista delle competenze (le più recenti interpretazioni giuridiche vogliono questo strumento spezzato esattamente a metà: gli stage svolti durante il periodo di studi - «curriculari» - sarebbero di competenza statale, quelli svolti al di fuori, dunque una volta diplomati o laureati - «extracurriculari» - di competenza regionale), la strada intrapresa dal governo Monti era stata quella di sedersi al tavolo con i rappresentanti delle Regioni, in sede di Conferenza Stato-Regioni, ed elaborare delle «linee guida» che poi ciascuna si sarebbe impegnata a tradurre in propria normativa regionale. Le linee guida hanno visto la luce a fine gennaio di quest'anno: delineavano tutta una serie di paletti da porre agli stage. Ogni Regione avrebbe dovuto implementarle entro 6 mesi; la Regione Lombardia aveva però accumulato un po' di ritardo, arrivando alla deadline di fine luglio con una bozza pronta ma non ancora approvata.
Ci sono voluti due passaggi, uno all'inizio di settembre e uno a fine ottobre, per arrivare alla definizione della normativa lombarda. Non senza bracci di ferro e polemiche, anche perché la giunta Maroni ha scelto di andare al di là del tracciato, e di normare non solo i tirocini extracurriculari (di sua competenza), bensì anche quelli curriculari.
La nuova normativa presenta aspetti certamente positivi, altri migliorabili, altri ancora decisamente negativi che la Repubblica degli Stagisti ha a più riprese evidenziato alla Regione. E ovviamente già c'è chi sta vivisezionando il testo e chiedendo delucidazioni alla Regione rispetto alla interpretazione dei singoli passaggi. Per esempio CS&L, consorzio che raggruppa oltre 40 organizzazioni non profit, ha inviato nei giorni scorsi alla Regione un documento dettagliato su due colonne: a sinistra il dettato della normativa e a destra i quesiti sui singoli articoli. Per esempio, là dove si si legge che i «destinatari» dei «tirocini extracurriculari “formativi e di orientamento”» sono persone che abbiano «conseguito un titolo di studio entro e non oltre 12 mesi, inoccupati in cerca di occupazione, disoccupati e occupati con contratto di lavoro o collaborazione a tempo ridotto», CS&L chiede se ci sia «un parametro preciso per dire che è a tempo ridotto». Poco più sotto, relativamente ai destinatari dei «tirocini extracurriculari di “inserimento / reinserimento al lavoro”, finalizzati a percorsi di inserimento / reinserimento nel mondo del lavoro» indicati quali «inoccupati in cerca di occupazione, disoccupati, lavoratori sospesi, in mobilità e occupati con contratto di lavoro o collaborazione a tempo ridotto», CS&L incalza: «Cosa si intende per “lavoratori sospesi”?». Rispetto al divieto posto dalla nuova normativa di avviare tirocini in aziende che abbiano «in corso procedure di CIG straordinaria o in deroga, per mansioni equivalenti a quelle del tirocinio», CS&L si concentra sulle altre tipologie utilizzate dalle aziende in crisi, domandando alla Regione: «Contratti di solidarietà e mobilità rientrano tra gli elementi che impediscono l’attivazione di tirocini?» (ma qui la risposta sembra già evidentemente negativa). E ancora, di fronte alla promessa della normativa di vietare gli abusi, prevedendo che non possano essere accolti per
«sostituire i lavoratori con contratti a termine nei periodi di picco delle attività né sostituire il personale nei periodi di malattia, maternità, ferie o infortuni, o per ricoprire ruoli necessari all'organizzazione», CS&L chiede alla Regione Lombardia di specificare a chi competa «la funzione di verifica di questi condizioni».
Tutte domande che per ora restano senza risposta; Marco Forlani, responsabile dell'area Lavoro di CS&L, spiega alla Repubblica degli Stagisti di aver parlato con un funzionario che gli ha prospettato la pubblicazione a breve, da parte della Regione, di una serie di Faq (“frequently asked questions”) per spiegare i punti meno chiari del testo. Faq che ancora però sul sito non si trovano.
Pur restando in attesa di questi dettagli, il 9 dicembre sarà comunque un giorno importante per tutte le persone che sul territorio lombardo si accingono ad entrare nel mondo dello stage nella sua forma extracurriculare: da quella data potranno fare riferimento a un impianto normativo un po' più tutelante, a cominciare dal compenso minimo che la giunta Maroni ha fissato in almeno «400 euro mensili, al lordo delle eventuali ritenute fiscali», che si riducono a un minimo di «300 euro mensili qualora si preveda la corresponsione di buoni pasto o l’erogazione del servizio mensa», oppure nel caso di stage part-time («qualora l’attività di tirocinio non implichi un impegno giornaliero superiori a 4 ore»), o infine nei casi in cui «il soggetto ospitante sia una Pubblica Amministrazione».
Ma attenzione: solo chi farà stage extracurriculari verrà avvantaggiato dalla nuova normativa lombarda. Tutti gli studenti - di scuole, corsi, università, master - che faranno invece stage inquadrabili come «curriculari» saranno anzi in un certo senso danneggiati da questa nuova formulazione. La delibera di giunta approvata dalla Regione infatti prevede un «liberi tutti» per questo tipo di tirocini, permettendo per esempio che una stessa persona possa fare presso lo stesso soggetto ospitante più di uno stage. Cadono i vincoli numerici che imponevano una proporzione massima tra stagisti e risorse umane presenti: ciò di fatto permetterà a un'azienda in Lombardia di avere un numero potenzialmente infinito di stagisti curriculari (oltre a quelli extracurriculari, per i quali però è almeno previsto un tetto massimo pari al 10% del personale dipendente o collaboratore). Inoltre, a differenza come si diceva sopra di quelli extracurriculari, gli stage curriculari sono permessi anche alle realtà che abbiano effettuato licenziamenti nei 12 mesi precedenti o che abbiano in corso procedure di cassa integrazione. Oltre al fatto che, è bene ricordarlo, agli stagisti curriculari non viene garantito nemmeno un minimo di indennità di partecipazione, rendendoli i "cugini poveri" degli stagisti extracurriculari.
Dunque benvenuta alla nuova legge regionale lombarda in materia di stage, ma tenendo bene a mente che essa tutela solo una metà degli stagisti, e lascia scoperta (anzi, in condizioni peggiori che in precedenza) l'altra metà. Per la quale si spera il prima possibile in un intervento del ministero dell'Istruzione, che si decida a far uscire dalla «vacatio legis» i tirocini curriculari, dando anche a loro un quadro normativo certo e tutelante.

Eleonora Voltolina

Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Tirocini in Lombardia: la nuova legge non è ancora operativa, mancano i decreti dirigenziali
- Tirocini in Lombardia, Ambrosoli e Castellano: «Subito i decreti dirigenziali, altrimenti la delibera sarà solo un annuncio»

E anche:
- La Corte costituzionale annulla l'ultima legge sugli stage: «Solo le Regioni competenti in materia»

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