«Non solo bamboccioni: i giovani hanno voglia di riscatto». La testimonianza di un'ex stagista di Chiesi

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 31 Mar 2012 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Krizia Palazzolo, adesso nel team Risorse umane di Chiesi Farmaceutici, a Parma. 

Ho 26 anni e vengo da un paesino della provincia di Bari. Dopo la maturità scientifica nel 2004 mi sono iscritta a Giurisprudenza d'impresa all'università della mia città, attratta dalle applicazioni pratiche del diritto, al mondo dell'impresa ad esempio. Durante il secondo anno ho sentito il bisogno di recidere il cordone ombelicale e ho fatto domanda per un Erasmus alla Universitat Abat Oliba Ceu di Barcellona: così nell'autunno 2005 sono partita per i sei mesi più belli della mia vita. È stata un'esperienza che mi ha aperto la mente e ha stimolato il mio spirito di adattamento. Ho imparato una nuova lingua, sperimentato un'impostazione universitaria diversa - molto più orientata al mondo lavorativo. Ho anche imparato a gestire le mie risorse finanziarie, contando prevalentemente sulla borsa di studio, non proprio cospicua: circa 3mila euro in tutto, sufficienti a  malapena a pagare l'affitto mensile dell'appartamento che condividevo. Se non ci fossero stati i miei genitori a supportarmi economicamente avrei cercato un lavoretto serale... Durante il giorno ero impegnatissima: l'università che ho frequentato era privata, con frequenza obbligatoria e test scritti e orali ogni settimana.
In generale sono sempre stata una studentessa costante e rigorosa. Ho dedicato molto tempo allo studio e questo non mi ha consentito di avere significative esperienze di lavoro. Tra un esame e l’altro ho svolto più che altro lavori come promoter e hostess, pagati pochissimo, che però mi consentivano un minimo di indipendenza economica. Ho finito l'università ad aprile 2010, discutendo una tesi in diritto penale sul reato d'immigrazione clandestina e l'autunno successivo ho iniziato un master in General management e sviluppo imprenditoriale organizzato da Spegea, una business school di Bari. Aveva un costo di 10mila euro, ma ho potuto richiedere un finanziamento parziale, che sto coprendo ora.
Il master prevedeva lo studio delle diverse aree funzionali di un'azienda. Abbiamo
studiato marketing, amministrazione finanza e controllo, legal business, business english. E risorse umane: per me, amore a prima vista. Alla fine dei sei mesi di lezione, ho deciso di fare in questo ambito lo stage semestrale previsto dal corso. Sentivo che quella era la mia strada e così è stato. È in quell'occasione che sono entrata in contatto con Chiesi Farmaceutici. Aveva posizioni aperte di stage in Risorse umane e mi sono candidata. Ricordo bene il giorno delle selezioni, un assessment con tredici candidati; ero molto motivata e ho tirato fuori tutta la grinta che avevo. La risposta è arrivata dopo un paio di giorni,  ed è stata un sì. Era fine maggio 2011 e avrei avuto due settimane di tempo per organizzare il mio trasferimento da Bari a Parma. Le mie future colleghe mi hanno persino aiutato a trovare alloggio!
L’accoglienza è stata perfetta e, in generale, la prima esperienza lavorativa che stagedefinirei positiva in tutto e per tutto. Sin da subito mi sono sentita parte integrante della squadra e sono stata coinvolta nelle loro attività. La formazione è stata costante: supportavo le colleghe nello screening dei cv, nei colloqui di selezione, nella decodifica dei questionari di gradimento [a fianco, una foto dell'intero team di lavoro]. Dopo tre mesi mi è stata affidata la prima selezione da svolgere in completa autonomia. Un'emozione. La selezione è andata a buon fine e da quel momento in poi me ne sono state affidate altre, alcune in completa autonomia.
E arriviamo ad oggi. Quando ho sostenuto il colloquio mi avevano detto che si trattava di uno stage non finalizzato all’assunzione. Questo non mi ha demotivato, anche perché il mio obiettivo era fare esperienza e il rimborso spese era piuttosto buono, 600 euro. Alla fine però si è presentata l’occasione di rimanere in azienda, sempre nella direzione Risorse Umane, con un contratto a tempo determinato di sei mesi da 27mila euro lordi all'anno, e adesso ricopro il ruolo di HR assistant. Mi  ritengo davvero fortunata perché, se mi guardo attorno, la realtà è scoraggiante. Chiesi invece è un'isola felice che mi sta dando la possibilità di imparare e di crescere. Credo proprio di aver trovato la mia strada, per cui per il momento il mio obiettivo è quello di accrescere le mie competenze in ambito HR. Non escludo anche di fare un'esperienza all’estero ma il mio futuro lo vedo in Italia: anzi un domani vorrei tornare nella mia Puglia! Quello che noto parlando con i miei amici è che la mia generazione ha davvero voglia di fare, ha voglia di imparare e di realizzarsi. Ha voglia di riscattarsi dall'etichetta di bamboccioni che in più occasioni ci è stata attribuita. Ingiustamente.

Testo raccolto da Annalisa Di Palo


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