Col crowdfunding si sostengono anche le start-up

Riccardo Saporiti

Riccardo Saporiti

Scritto il 14 Mag 2013 in Approfondimenti

Ancora aspetta di essere definito a livello normativo, ma ha già permesso di raccogliere qualcosa come 13 milioni di euro.Stagisti È un mondo in fermento quello del crowdfunding, realtà polimorfica che permette a progetti di più varia natura di cercare finanziamenti in rete, anche da singoli privati cittadini che scelgono di sostenere idee che ritengono interessanti.
Un settore che sarà al centro della sesta edizione del Festival del fundraising, in programma da oggi, martedì 14, fino a venerdì 17 al Gran Hotel Terme di Castrocaro, in provincia di Forlì-Cesena. La manifestazione è curata da Valerio Melandri, docente alla facoltà di Economia e direttore del master in Fundraising per il nonprofit e gli enti pubblici dell'università di Bologna, e si articola in oltre 80 appuntamenti dedicati al tema della raccolta di finanziamenti. Un comparto in cui, secondo i dati dell'associazione “Festival del fundraising che promuove l'iniziativa di questi giorni, due occupati su tre sono donna e il 70% ha meno di 45 anni. La maggior parte degli addetti lavora in Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna.
Stando ai dati elaborati dall'ufficio placement del master in fundraising dell'Alma Mater, il 48% di chi lavora in questo settore guadagna meno di 15mila euro netti l'anno, mentre la stessa percentuale ha un reddito compreso tra i 15 ed i 25mila euro annui. Solo il 4% riesce a superare questa soglia. E del resto l'83% degli occupati lavora all'interno di organizzazioni nonprofit, mentre meno di uno su dieci è inserito in un'azienda profit che si occupi di raccogliere fondi. Una percentuale che, con l'approvazione del decreto Passera, è verosimilmente destinata a salire.
Una delle questioni affrontate nella normativa riguarda infatti la possibilità per le start-up innovative di accedere alla «raccolta di capitali di rischio tramite portali on line», come recita l'articolo 30.Stagisti La legge ha dato mandato alla Consob di definire le regole per il crowdfunding: l'autorità di controllo sulla Borsa avrebbe dovuto pubblicarle entro lo scorso 19 marzo, ma alla fine dello stesso mese ha allungato i tempi avviando una consultazione online,  che si è conclusa lo scorso 30 aprile, incentrata su una bozza di regolamento. Il tema al centro della questione riguarda le garanzie offerte ai piccoli investitori. Verosimilmente nel giro di qualche settimana dovrebbe essere pubblicato il regolamento, così da rendere operativa anche questa parte della cosiddetta Agenda digitale.
Non che il mondo del crowdfunding resti ad aspettare con le mani in mano: erano ben 16 [vedi foto sotto] le piattaforme attive a novembre dello scorso anno, e altre cinque in fase di lancio. La più “antica”, Produzioni dal basso, ha iniziato ad operare nel lontano 2005. A censirle ci hanno pensato Daniela Castrataro e Ivana Pais: la prima è cofondatrice di Crowdfuture, conferenza dedicata alla raccolta di finanziamenti online, e direttrice della società di consulenza Twintangibles, la seconda è docente di Sociologia economica alla Cattolica di Milano.
Stando alla loro "Analisi delle piattaforme di crowdfunding italiane", due terzi dei soggetti attivi  hanno scelto il modello reward-based o donation-based. In pratica, il finanziatore dona una somma di denaro ricevendo in cambio dei premi messi in palio da chi cerca fondi. In questa categoria rientrano anche delle piattaforme settoriali, come Musicraiser e Cineama, che raccolgono fondi rispettivamente per la produzione di dischi e di film. Pur essendo la realtà più numerosa, questo tipo di piattaforma ha raccolto negli anni un milione di euro sui 13 totali veicolati dall'intero settore.
Dieci sono arrivati dai meccanismi di social-lending, per cui chi investe offre un prestito e si aspetta di vederselo restituire.Stagisti Le piattaforme equity-based, per cui il finanziatore ottiene in cambio dei suoi soldi una quota nella società che sostiene con le proprie risorse, hanno invece permesso di raccogliere 2 milioni di euro. Meglio, la piattaforma: l'unica realtà studiata appositamente per agevolare le start-up operante in Italia è SiamoSoci, realtà milanese che raccoglie un pubblico di circa 700 potenziali investitori ed è già riuscita a garantire un finanziamento a sei aziende.
È questo il modello sul quale punta il decreto Passera per sostenere le imprese innovative. Ad oggi, scrivono Castrataro e Pais, una delle principali difficoltà per il settore è rappresentato dal fatto che «molti addetti ai lavori reputano il corrente quadro legislativo restrittivo e poco chiaro». Alla Consob il compito di chiarirlo, per dare spazio anche in Italia ad un settore che, secondo la piattaforma statunitense Massolution, ha raccolto 2,7 miliardi di dollari nel solo 2012, con un incremento dell'81% rispetto all'anno precedente. Una somma che nel 2013 secondo le previsioni dovrebbe raggiungere i 5,1 miliardi. Quanta parte riuscirà a fare l'Italia dipende anche dalla rapidità con cui l'autorità di vigilanza sulla Borsa, già in ritardo di un paio di mesi, definirà le regole per le start-up innovative che vogliono cercare risorse attraverso il crowdfunding.

Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it


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