Aspiranti imprenditori in Garanzia Giovani, 124 milioni in cerca di beneficiari: Selfiemployment stenta a partire

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 27 Set 2016 in Approfondimenti

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Tra i servizi offerti da Garanzia Giovani, il programma europeo per promuovere l'occupazione giovanile, Selfiemployment è forse uno dei meno conosciuti – e di conseguenza meno utilizzati. Partito a gennaio con una disponibilità  finanziaria di 124 milioni di euro, alle spalle il gestore Invitalia controllata del ministero dell'Economia consente di «sviluppare idee di business e avviare iniziative imprenditoriali, accedendo a finanziamenti agevolati» come spiegano le faq sull'iniziativa. Per chi volesse mettere in piedi un'impresa un bel trampolino di lancio, almeno sulla carta: i prestiti vanno dai 5mila ai 50mila euro a tasso zero, senza garanzie personali e con un piano di ammortamento settennale.

Un aspetto forse sottovalutato, e che differenzia questa opzione dalla altre del pacchetto Garanzia Giovani, è che la domanda può essere inoltrata anche da chi svolge «attività che non costituiscono un rapporto di lavoro borse lavoro per esempio e impieghi occasionali di tipo accessorio, retribuiti con i cosiddetti voucher» evidenziano dal ministero del Lavoro, rispondendo indirettamente a un dubbio sollevato proprio di recente da un lettore sul forum della Repubblica degli Stagisti. «Avevo intenzione di iniziare il programma selfiemployment e volevo capire se durante la durata del percorso fosse possibile lavorare saltuariamente retribuito con i voucher» chiedeva Pepe qualche tempo fa. Ecco la risposta: la possibilità c'è ed è ammessa perché «nonostante si presentino come prestazioni lavorative autonome», aggiunge Antonio Troise, responsabile dell'ufficio stampa di Invitalia, «i lavori occasionali retribuiti a voucher non influiscono sullo stato di disoccupazione».

Restano invariati gli altri requisiti di partecipazione, che sono la registrazione al programma e dunque un'età compresa tra i 18 e i 29 anni e il mantenimento della condizione di Neet – non frequentare un corso di studi o formazione, non essere inserito in tirocini curriculari o extracurriculari, essere disoccupato secondo l'articolo 19 del dl 150/2015. Serve poi la residenza sul territorio nazionale. E sempre Invitalia ricorda che per chi sta già ricevendo all'interno del programma un provvedimento di politica attiva (tirocinio, formazione, servizio civile), la misura è temporanemente preclusa: «Dovranno attenderne la conclusione e successivamente reiscriversi a Garanzia giovani». 

A sette mesi dall'avvio, restano però luci e ombre. L'obiettivo di riuscire a sostenere (almeno) qualche migliaia di giovani con in mente un business plan appare ancora lontano. A oggi le domande presentate «sono meno di 200», ammette Troise. Per la precisione «al 7 settembre risultano 787 domande in via di compilazione, 176 delle quali completate e presentate» specifica l'ufficio stampa del ministero del Lavoro: «Tra quelle presentate, 76 sono state valutate complete e istruite, 53 sono decadute e 23 saranno oggetto di una delibera di prefinanziamento, per prestiti pari a oltre 700mila euro». Un importo quasi infinitesimale rispetto allo stanziamento complessivo, meno dell'1 per cento del totale. Adesso la speranza è che «il numero di domande cresca» auspica Troise perché «dal 12 settembre c'è stata una revisione dell’avviso che amplia la platea dei destinatari».

Risultato che potrebbe verificarsi per almeno un motivo: i percorsi di accompagnamento all'autoimprenditorialità da frequentare come prerequisito per l'accoglimento della domanda non saranno più obbligatori. A spiegare il nuovo meccanismo è il dicastero del Lavoro: «Ne esistono sia su base regionale che nazionale, tutti nell'ambito di Crescere Imprenditori, un progetto di Unioncamere» chiariscono. Finora «tali percorsi, della durata di 80 ore, sono stati pensati come propedeutici all’accesso al fondo». Un quadro destinato però a cambiare «con le recenti modifiche, per cui diventeranno facoltativi pur fornendo un punteggio all’atto della presentazione della domanda, 9 punti su 45 totali». Al momento quelli impegnati su questo fronte sono però poche centinaia. «Su 1.177 ragazzi che hanno manifestato interesse on line ai percorsi di Crescere Imprenditori, 293 sono stati avviati ai laboratori e 224 hanno già terminato la formazione prevista».

Già a aprile, quando la Repubblica degli Stagisti si era occupata della questione, la situazione era scoraggiante. A fine 2015 non arrivava a 500 il numero dei beneficiari del servizio di accompagnamento all'autoimprenditorialità (una misura comunque diversa e antecedente a Selfiemployement, partito solo nel 2016: l'accompagnamento in questo caso dovrebbe consistere, sostanzialmente, in "consulenze" fornite agli aspiranti imprenditori da parte di esperti)su un totale a settembre 2016 di circa 1,1 milioni di registrazioni al programma Garanzia Giovani. La semplificazione nell'accesso a Selfiemployment funzionerà?

Invitalia ha registrato anche le principali tendenze rispetto ai settori più quotati tra i giovani che si cimentano nell'autoimprenditorialità: «Le richieste per adesso si sono concentrate sulle aree del commercio e del turismo / cultura, con un'incidenza pari rispettivamente al 37% e 32%». Seguono la ristorazione e i servizi alla persona, che insieme occupano il 40%. E chissà che i progetti non si concretizzino davvero e i 124 milioni di fondi a favore di Selfiemployment trovino finalmente una destinazione. 


Ilaria Mariotti  

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