Studiare, trovare lavoro, arrivare a una grande azienda nonostante l'handicap: «La disabilità è solo un fattore secondario»

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 01 Feb 2016 in Storie

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Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa del Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Felice Guarneri, 29 anni, SW Testing engineer per Magneti Marelli a Venaria Reale.  


Ho 29 anni e sono originario di Roccella Jonica, un paesino in provincia di Reggio Calabria famoso per il suo bellissimo mare.
Oggi vivo e lavoro a Venaria Reale, in provincia di Torino. Sono qui grazie alle scelte che ho fatto, dettate dalla passione per la logica e per la tecnologia, ma soprattutto grazie alla volontà di dimostrare di essere in grado di farcela nonostante un handicap che mi accompagna da tanto tempo: la sordità. Mi sono ispirato a mio nonno: anche lui ha dovuto portare il mio stesso pesante fardello, ma nonostante ciò è ricordato ancora con affetto e ammirazione, per la grande determinazione che aveva in tutto quello che faceva.

Dopo il diploma come perito elettrotecnico e dell’automazione all’istituto industriale del mio paese, ho scelto di proseguire gli studi con un’idea chiara: imparare tutto sui computer. Ho scelto Ingegneria Informatica e mi sono iscritto nel 2005 all’università degli studi della Calabria, trasferendomi ad Arcavacata di Rende. Lì sono rimasto per sette anni, prendendo la laurea di primo livello nel 2009 e la specialistica in Ingegneria dell’Automazione nel settembre 2012, laureandomi con 110. Il mio interesse era quello di combinare l’informatica con la meccanica, quindi arrivare al controllo e alla robotica, campi che secondo me rappresentano il futuro.

Durante gli anni universitari ho preferito concentrarmi unicamente sullo studio e ho rinunciato all’idea di fare l’Erasmus, per le difficoltà di comunicazione che avrei incontrato: ma per il resto la mia disabilità non ha inciso molto.
Pensavo sarebbe stata dura, perché uno dei miei problemi era il non essere in grado di capire seguendo la voce, ma solo leggendo il labiale. Ma all’università era presente uno sportello per i disabili che mi ha proposto diverse soluzioni per rendere più semplici gli studi. Tra questi anche l’ausilio di un tutor che avrebbe preso appunti a lezione o l’uso di un software che avrebbe trascritto le lezioni. In realtà ne ho approfittato una sola volta in tutta la carriera universitaria.

Lo sportello, però, mi ha permesso di svolgere lezioni private con un tutor e la cosa si è rivelata molto positiva perché all’esame ho preso il massimo! Poi ho realizzato che l’importante era capire il metodo di studio e che gli esami si potevano sostenere tranquillamente. Alla fine ho vissuto una normale vita da studente universitario.

Finita l’università ho voluto prendere un periodo sabbatico in attesa di cercare un lavoro. Periodo che si è prolungato per due anni poiché mi sono reso conto che non sarei stato in grado di affrontare un’esperienza complessa come quella lavorativa con l’uso delle sole protesi, che ormai erano un supporto insufficiente. Così ho scelto di affrontare l’operazione per l’impianto cocleare e la conseguente riabilitazione che è durata fino al settembre 2014. In quel periodo in cui ero fermo ho sviluppato un software di gestione per la palestra che frequentavo. È stato un favore per il proprietario: ne ho approfittato per riprendere la mano e imparare cose nuove per lo sviluppo con il linguaggio Java in cambio di qualche mese di palestra gratis!

Finita la riabilitazione ho ripreso a cercare lavoro. Mi sono trasferito al nord perché in Calabria non vedevo opportunità di crescita professionale e personale. Nel dicembre 2014 ho frequentato un corso formativo pagato di tre settimane, 350 euro più alloggio in hotel, organizzato da Avanade, joint tra Accenture e Microsoft, per apprendere le tecnologie per lo sviluppo delle applicazioni mobile con la promessa di essere assunto dall’azienda. Non è andata purtroppo così, però è stato un modo per cominciare ad ambientarmi nel mondo del lavoro.

Nel frattempo un’amica che già lavorava in Magneti Marelli ha proposto il mio curriculum all’azienda. Nel novembre 2014 ho fatto un colloquio informale in cui mi è stata chiesta la disponibilità per uno stage. A gennaio 2015 mi hanno richiamato per un colloquio tecnico con il responsabile – che poi sarebbe divenuto il mio tutor – che mi ha illustrato le mie mansioni: analisi e testing delle funzionalità dell’interfaccia HMI (Human machine interface) che stavano sviluppando.

Ai primi di febbraio ho cominciato lo stage di sei mesi con un rimborso di 1000 euro lordi al mese, più mensa gratis e computer aziendale. All’inizio ho dovuto imparare l’interfaccia che stavano sviluppando, ma appreso il funzionamento mi è stato dato il compito di effettuare l’analisi dei problemi che erano riscontrati e tenerne traccia per correggerli. Negli ultimi mesi, invece, ho svolto la mansione di pre-validazione quindi ogni volta che venivano apportate modifiche verificavo se vi fossero perdite delle funzionalità base. Mi sono rivolto spesso al tutor che è stato sempre molto disponibile e mi ha spiegato come funziona il team e a chi mi sarei potuto rivolgere.

A inizio stage mi avevano detto che ci sarebbe stata la possibilità di un’assunzione di un anno a tempo determinato e in seguito indeterminato. Invece con mia piacevole sorpresa a un mese dal termine dello stage è arrivata la proposta di un contratto direttamente a tempo indeterminato, basato sul nuovo CCSL [contratto collettivo specifico del lavoro] del 2015 con il ruolo di impiegato della 3° area professionale e una retribuzione annuale di oltre 28mila euro, a cui si aggiungono un incentivo di produttività che può arrivare fino a 1.600 euro, la mensa, il computer aziendale, il servizio sanitario e sconti per l’acquisto di una macchina del Gruppo. Non ci ho pensato due volte e ho firmato! Terminato lo stage ai primi di agosto, ho iniziato il 1 settembre come dipendente riprendendo da dove mi ero fermato.

Oggi mi occupo di testare le funzionalità dell’interfaccia HMI sviluppata da Magneti Marelli per un'auto di prossima uscita. Ogni settimana questa interfaccia è soggetta a modifiche per implementare nuove funzionalità o correggere problemi e prima che siano integrate nella mainline del progetto vengono pre-validate al banco di prova da me e un altro collega. Mi occupo di questo almeno tre volte a settimana a volte facendo anche test in giro con questa automobile. Altre volte, invece, mi occupo dello sviluppo di tool correlati all’attività di testing.

Nonostante il mio timore iniziale, ho vissuto davvero bene quest’esperienza e in molti non hanno fatto caso alla mia disabilità perché per il modo di pormi sembro a tutti gli effetti una persona normale. Con gli altri stagisti ho avuto un buon rapporto e ancora oggi socializzo con chi ha cominciato dopo di me. Visto che ci sono già passato, appaio come un “saggio” a cui chiedere consiglio. È capitato anche a me prima, è una sorta di catena che si crea grazie alle esperienze vissute. Il bello di Magneti Marelli è il clima familiare in cui si lavora. Non ho mai avuto il desiderio di mollare, nemmeno dopo giornate negative, perché l’ambiente è molto tranquillo e cordiale. Addirittura spesso festeggiamo qualche ricorrenza portando dolci!

Non ho mai pensato di mandare il mio curriculum all’estero perché la mia disabilità mi crea molte difficoltà di comunicazione e sarebbe difficile. Un po’ mi dispiace. Per ora mi piace essere all’interno di Magneti Marelli e sono sicuro questa esperienza mi aiuterà ad affrontare nuove sfide. È passato solo un anno da quando ho cominciato, ma spero di fare carriera qui in azienda, con un ruolo che comporti più il lavoro pratico, magari qualcosa che abbia a che fare con lo sviluppo nel mondo dell’automotive.

Non conoscevo la Repubblica degli Stagisti... Se avessi saputo che esisteva un sito del genere lo avrei consultato per cercare lavoro! Anche perché secondo me il primo problema degli stage in Italia è proprio la pubblicizzazione: bisogna saperli cercare. E non tutte le aziende offrono vere opportunità di assunzione. Poi, da calabrese, devo aggiungere che la maggior parte degli stage si concentrano al nord, e chi abita al sud si trova in una situazione difficile perché non tutti sono pronti o disposti a trasferirsi.

Ai giovani con la mia stessa disabilità dico che conta essere motivati. La disabilità è solo un fattore secondario, perché crescendo avranno avuto modo di sviluppare un istinto di sopravvivenza per affrontare la vita di tutti i giorni, quindi  dovranno solo  fare sì che questo si adatti ad una nuova fase. Può sembrare troppo difficile, ma se uno non ci prova non lo saprà mai.


 Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

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