«Che miniera d'oro per i giovani il network Ok Stage!»: parola di Sara, assistente marketing per DPV

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 23 Gen 2016 in Storie

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Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa del Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Sara Matarrese, 24 anni, Field Assistant a tempo indeterminato per DPV a Milano. 


Ho 24 anni e sono napoletana, ma da due anni vivo a Milano con mia madre. Dopo le superiori, come molti diciottenni non avevo ben chiaro cosa volessi fare da grande, e ho finito con l'intraprendere il percorso sbagliato: pur venendo dal liceo classico, ho scelto Matematica, e ho abbandonato dopo il primo anno. Non faceva per me.

Alla ricerca della strada giusta, ho seguito molti seminari, accompagnato alcuni miei amici nelle rispettive università e letto libri sulle più disparate facoltà. Poi finalmente sono approdata al corso in Culture digitali e della comunicazione della Federico II di Napoli, dove ho studiato sociologia, informatica... E naturalmente psicologia, diritto ed economia applicati ai media - anche se, secondo me, il piano di studi non era ben organizzato  e non teneva in conto alcune propedeuticità. Intanto, tra un esame e l'altro, svolgevo i classici lavoretti da studente: volantinaggio, commessa part time o cameriera.

La prima esperienza di lavoro in linea con i miei studi è arrivata grazie al mio primo stage, un tirocinio curriculare, che per tre mesi mi ha portato a Milano presso una società di organizzazione eventi,
dove ero di supporto per l'attivazione dei servizi legati agli eventi e alla gestione del portfolio clienti, e gestivo le pagine social della società. Lo stage prevedeva un piccolo rimborso spese, circa 300 euro al mese, e ci sono arrivata per puro caso: mi è arrivata voce da amici di amici che la società aveva una posizione di stage aperta. Visto che mia madre viveva già a Milano ho voluto provarci, ed è andata bene: è stata un'esperienza discreta.

A dicembre 2013, finito il triennio, ho voluto continuare l'università a Milano e mi sono trasferita definitivamente. Ho fatto domanda per entrare alla Cattolica, in un corso magistrale che mi avrebbe permesso di diventare event manager ma, nonostante i risultati positivi della candidatura, per motivi personali ho deciso di rimandare tutto di un anno. Certo allora non potevo prevedere che sarei stata inghiottita dal mondo del lavoro! Tramite una delle maggiori agenzie per il lavoro italiane, infatti, ho iniziato a fare la hostess, con contratto a chiamata, e poi ho accettato un'offerta di stage come assistente project manager presso l'agenzia stessa. Anche in quest'ultimo caso percepivo un rimborso di 300 euro al mese, che non era affatto sufficiente per mantenermi da sola a Milano, quindi continuavo a lavorare molto anche come hostess, presso lo stadio di Milano e due palazzetti.

In entrambi i casi gli stage si sono rivelati fini a se stessi, con una sola differenza. La prima volta ciò era chiaro fin dall'inizio: mi avevano anticipato in fase di colloquio che il team era al completo e, salvo circostanze particolari, lo stage non avrebbe avuto seguito. Nel secondo caso è successo l’esatto contrario: ero stata accolta con frasi come «se ti dimostrerai in gamba, potremmo riconfermarti», ma a ridosso della fine già c'erano i colloqui per i nuovi stagisti. Dopo sei mesi mi hanno ricontattata proponendomi un contratto di apprendistato, ma a quel punto ero impegnata con il mio terzo stage, che invece mi dava concrete speranze per il futuro.

L'azienda in questione era DPV, specializzata in servizi di Field Marketing. Mi sono candidata allo stage su LinkedIn per il ruolo di Field Assistant, senza grande consapevolezza di quello che avrei fatto, ma con le rassicurazioni di una mia ex responsabile che conosceva l'azienda. Di mio conoscevo abbastanza bene alcune delle aziende clienti di DPV, che avevo incontrato nelle mie precedenti esperienze. Dopo due settimane dalla candidatura ho sostenuto il primo colloquio, telefonico, e qualche giorno dopo un altro in sede. Mi sono state fatte tante domande sul tipo di futuro che immaginavo per me, l'azienda sembrava molto interessata a scoprire che tipo di persona ero... Tempo ancora qualche giorno ed è arrivato l'ok definitivo. 

Ho iniziato a settembre 2014 e i primi cinque  giorni li ho passati pinzando dei fogli, ma oggi ho la padronanza di sistemi e procedure dei quali non sapevo neanche l'esistenza
. Il merito ovviamente non è soltanto mio, ma anche e soprattutto di una persona che ha creduto in me, la stessa che mi ha messo a fare fotocopie e pinzarle i primi giorni. Le sono davvero molto grata.  In DPV il mio rimborso era di 600 euro al mese – il doppio di quel che avevo percepito nei due tirocini precedenti! –  corrisposto puntualmente tramite bonifico
, e in più anche i buoni pasto. Durante quei mesi ho svolto attività molto diverse. Il Field marketing si occupa di curare l'immagine di un'azienda cliente nei punti vendita e il mio compito era quello di assistere i capi progetto lungo tutto il percorso: preparazione della documentazione per l'ingresso dei prodotti nel punto vendita, creazione di report e manuali, spedizione di materiali specifici...

Sei mesi sono passati veloci e alla fine – dopo qualche incertezza sulla tipologia contrattuale da adottare, legata alla riforma del Jobs Act che proprio in quel periodo era in via di approvazione – mi è stato offerto ho un contratto a tempo indeterminato da circa 1.100 euro al mese, per 13 mensilità, che per una ragazza di 24 anni al suo primo vero contratto è un bel gruzzolo.
stage lavoroOggi nel mio piccolo interagisco con i clienti, ho una certa autonomia ed alle volte sono di aiuto ai miei colleghi più esperti. Questo per ora mi basta. Mi divido tra la casa in cui abita mia madre e quella del mio fidanzato – conosciuto peraltro durante il mio secondo stage! – quindi non ho particolari spese. Ho comprato, o meglio: sto comprando, un'auto gialla, usata ma a metano, tutta da sola. Insomma non faccio follie, ma sono contenta.

DPV nel 2015 ha vinto l'RdS Award
nella categoria speciale "Piccola azienda",
ma non avevo ancora avuto modo di curiosare tra le altre aziende che aderiscono al Bollino "Ok Stage" e, beh, direi solo: wow! Non immaginavo ce ne fossero così tante e importanti. Sento molte horror stories dai miei amici in stage: adesso sì che saprò cosa consigliare.

Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo


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