A 26 anni il lusso di scegliere tra due offerte di contratto a tempo indeterminato

Giulia Cimpanelli

Giulia Cimpanelli

Scritto il 22 Lug 2012 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Massimiliano Vigoni, assunta con contratto a tempo indeterminato in Bip.  

Ho conosciuto Bip durante un Career Day al Sole 24 ore nel maggio 2011 e subito è scattato dentro di me il desiderio di far parte della loro grande famiglia. Il motivo è semplice: sono una realtà italiana, di grandi dimensioni e soprattutto aspirazioni, proprio come me. Quel giorno, nonostante ci fossero molte aziende a cui lasciare il curriculum, io lo lasciai solo a Bip. Fa parte del mio carattere: non ho mai voluto sparare nel mucchio e cercare qualcuno che mi assumesse, ho sempre voluto essere io a scegliere mettendocela tutta a raggiungere il mio obiettivo.
Ma partiamo dal principio. Ho 27 anni e sono nato e cresciuto a Domodossola. Dopo aver frequentato il liceo scientifico ho deciso di iscrivermi a economia alla  Cattolica di Milano andando ad abitare in affitto per tutto il mio percorso universitario. Pagavo 350 euro per una stanza doppia in centro a Milano: durante gli studi ho svolto lavori saltuari come il cameriere (guadagnavo 7 euro all’ora) per potermi mantenere e togliermi qualche sfizio, ma anche per imparare a gestire le relazioni interpersonali.
Fino a qualche anno fa ritornavo al mio paese il fine settimana perché giocavo in una squadra di pallavolo di serie D. Ora non torno spesso visto che il posto di lavoro «fisso» mi ha dato la possibilità di andare a vivere con la mia ragazza in zona Rogoredo: abbiamo affittato un appartamento, che ci costa 700 euro al mese.
Durante l‘università non ho fatto esperienze di studio all’estero; però tutte le estati durante le superiori soggiornavo per due mesi in una famiglia in Galles insieme a ragazzi di diverse nazionalità. Quest’esperienza mi ha permesso di imparare una lingua divertendomi. La scelta di studiare Economia dei mercati e strategie internazionali era stata dettata da un profondo interesse per il mondo della managerialità e della consulenza in generale. Per un certo periodo ho anche collaborato con il mio professore di tesi e la sua piccola società di consulenza nello spin-off di una funzione della sua società afferente al campo delle energie rinnovabili. La mia tesi sperimentale sulle energie alternative con applicazione pratica su una grossa azienda siderurgica delle mie parti, la Duferdofin, mi ha permesso di laurerarmi con 108/110.
L’anno precedente con un progetto chiamato «The university best practice designed challenge ll» condotto dall‘università Cattolica con la collaborazione di Accenture, Ubi Banca e Tns, io e il mio team di tre persone avevamo sviluppato un modello di analisi per il supporto delle piccole e medie imprese nell'identificazione delle conseguenze sociali delle attività aziendali sulla competitività delle imprese, con il focus sul tema energetico vincendo il primo premio. Il primo posto nel concorso, oltre ad una vincita di 2500 euro complessive, ci ha permesso di veder pubblicato il nostro articolo su numerose riviste tra cui Il Sole 24 Ore, Finanza e Mercati e Bloomberg. Questo progetto mi ha permesso di acquisire molte nozioni nel campo dell’energia rinnovabile e, una volta laureato, ho deciso di collaborare con il mio professore per continuare su questa strada. Il mio compito era sia di tipologia commerciale che tecnico. Non avevo un contratto e non ero retribuito. Il nostro accordo era che dopo un periodo di mia formazione personale avrei potuto proseguire per la mia strada oppure entrare nella sua società.
Nel giugno 2011,
interessato a un’esperienza in una realtà più grande, ho però deciso di cercare una via alternativa. Ed è a questo punto che mi sono candidato in Bip. Qualche giorno dopo l’incontro al career day mi hanno chiamato per il colloquio di gruppo e successivamente per quello individuale. Lo stesso giorno sono stato contattato da un’azienda farmaceutica che aveva reperito il mio cv sul sito dell’università per un colloquio e per curiosità ci sono andato e mi hanno subito preso. Non ho nemmeno chiesto a che condizioni: la mia volontà era di entrare in Bip!
Ho subito telefonato in azienda chiedendo se era possibile anticipare il colloquio finale con il manager alla giornata stessa, perché la società farmaceutica premeva per una risposta in giornata.
Hanno accettato, il colloquio è stato fantastico, addirittura divertente, con mille ragionamenti logici e simulazioni di business plan.
Una volta uscito dalla sede in piazza San Babila ho fatto in tempo a fare cento metri a piedi e mi è arrivata la telefonata che attendevo (anche se non così presto): ero stato scelto! La cosa divertente è stata il mio Sì repentino alla segretaria che mi diceva di prendermi fino al giorno dopo per riflettere. Non mi interessava il pagamento iniziale, io avevo raggiunto il mio obiettivo.
Il mio rimborso spese era di 700 euro. Dico era perché dal novembre 2011, dopo soli cinque mesi di stage, sono passato al contratto a tempo indeterminato.
A fine ottobre sono stato avvicinato da una società di consulenza finanziaria e per non chiudere la porta alle cieca ho deciso di presentarmi al colloquio, dato che era in orario serale. Dopo un paio di incontri, nonostante cercassero una persona senior, mi hanno presentato un’offerta difficile da rifiutare, sia in termini economici (un mio ufficio, un cellulare aziendale e 28mila euro lordi l'anno) che di contratto (a tempo indeterminato).
Ammetto di essere stato un po’ confuso quella sera ma sempre forte delle mie convinzioni di voler continuare il mio percorso in Bip. Il giorno dopo dunque ho chiamato il senior manager, spiegando la mia situazione e sottolineando il mio desiderio di rimanere comunque lì.
Detto, fatto: hanno subito dimostrato stima nei miei confronti e in neanche una settimana il mio contratto di stagista è diventato a tempo indeterminato, con retribuzione di 25mila euro lordi all’anno.
Mi capita spesso di raccontare la mia storia alle persone che conosco che stanno per portare a termine il mio stesso percorso universitario e rimangono incredule soprattutto quando dico che mi hanno dato l’indeterminato senza il periodo di prova. Non ritengono possibile che esistano società che al giorno d’oggi investano ancora tanto sulle persone senza sfruttarle.
Il mio sogno è vivere alla giornata e continuare a raggiungere i miei obiettivi che oggi sono allineati con quelli di Bip e visto la filosofia comune penso proprio che i nostri destini seguano la stessa strada. Voglio crescere con loro professionalmente. Ok, la crisi c’è, ma se si hanno una buona preparazione e una volontà ferrea il lavoro si trova. Bip è un esempio in questo. Sa fare delle persone il suo tesoro, perché è consapevole che sono le persone a dare valore alla società!


Testo raccolto da Giulia Cimpanelli

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