Stage, progetto e infine assunzione: il percorso di Luigi in Bip

Giulia Cimpanelli

Giulia Cimpanelli

Scritto il 18 Nov 2012 in Storie

assunzione post stage BIP - Business Integration Partners buone opportunità

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Luigi Cipollaro, assunto a tempo indeterminato in Bip.

Ho 29 anni, sono della provincia di Napoli ed il mio percorso formativo inizia già nel lontano 1996, con la scelta di studiare materie a vocazione scientifica. Ho frequentato il liceo scientifico, durante il quale, nel tempo libero, davo una mano a mio padre a gestire le complessità burocratiche insite nel suo lavoro di costruttore edile. Questo mi ha permesso di capire molte cose e fare esperienze non così usuali tra i miei coetanei dell’epoca.

Dopo la maturità ho deciso di scegliere tra ingegneria gestionale ed economia aziendale. Non appena ricevuta la notizia di aver superato i test di ingresso alla Luiss senza esitazioni ho organizzato la mia trasferta romana. L’esigenza di indipendenza economica dai miei genitori mi ha mosso nella ricerca di un lavoro saltuario che non fosse di intralcio allo studio.

Fino al 2008 ho lavorato in un ristorante iniziando come lava bicchieri e finendo come capo sala. Lavoravo almeno due sere a settimana e percepivo 45 euro a sera. In quel periodo condividevo con un amico un appartamento a Roma e i miei mi pagavano l’affitto; con ciò che guadagnavo mi pagavo spese e sfizi.

Concluso il ciclo universitario sentivo di avere una carenza: la mancata esperienza dell’Erasmus e dunque qualche lacuna linguistica. Ho unito le diverse esigenze e ho organizzato una vacanza studio di tre mesi a Miami, dove ho avuto la possibilità di studiare in un’accademia di lingua inglese.
Concluso il periodo americano, è iniziata la ricerca del lavoro. Inviare curriculum e contattare le risorse umane delle aziende era diventata la mia nuova occupazione. In quel periodo ho fatto circa cinquanta colloqui.

La prima opportunità di lavoro è arrivata dalla città che mi aveva ospitato durante gli studi universitari. Ina Assitalia, azienda finanziaria operativa nel mondo assicurativo mi ha offerto un contratto a tempo indeterminato per il lavoro di consulente direzionale. Il contratto prevedeva una parte fissa pari a circa 400 euro ed una parte variabile legata alla quantità e qualità di polizze che riuscivo a collocare presso il pubblico così da raggiungere i 700 euro circa.

Dopo sette mesi e una buona quantità di polizze collocate, tramite un amico che già ci lavorava ho avuto la possibilità di farmi conoscere dall’azienda dove attualmente lavoro: Bip. Gli ho dato il curriculum e dopo pochissimo mi hanno chiamato per un colloquio. Ho scelto di cambiare perché questa azienda mi dava la possibilità di toccare con mano ciò che avevo studiato per anni e che suscitava maggiormente interesse: il mondo della banca.

Ho fatto uno stage di tre mesi a 700 euro netti
, durante il quale mi occupavo già, come ora, di consulenza organizzativa e ICT e mi sono state subito assegnati incarichi di responsabilità e accordata molta fiducia.
Tutto è andato per il meglio infatti lo stage si è subito trasformato in un contratto a progetto per un anno con retribuzione di circa 1250 euro. Infine ho avuto con grande soddisfazione un contratto a tempo indeterminato con lo stesso stipendio mensile.

Ho deciso di rischiare ed ho fatto bene. Il mio livello salariale è cresciuto costantemente e di pari passo con le responsabilità legate ai progetti in cui sono stato coinvolto. Ora guadagno 1600 euro netti al mese e mi mantengo a Roma da solo senza nessun problema.

Ho infuso il mio massimo impegno nell’attività lavorativa perché ho percepito che l’azienda aveva scelto di investire su di me ed
io non volevo deludere nessuno. Le responsabilità e le attività sono aumentate gradualmente nel corso del mio percorso lavorativo ed il costante impegno è stato ripagato nel migliore dei modi, con l’assunzione.

Sento di essere un professionista fortunato perché lavoro nel mondo che ho sempre desiderato conoscere. La figura di consulente mi permette, a seconda del progetto, di interfacciarmi con le diverse divisioni di una banca. Ad oggi sono al mio terzo progetto in Bip e in due anni ho avuto la possibilità di conoscere tre diverse direzioni del nostro cliente. Credo di aver posto, in questi due anni, solide basi su cui poter progettare una carriera fatta di sacrifici e soddisfazioni e sento che Bip ha fiducia e stima delle mie capacità.


Testo raccolto da Giulia Cimpanelli


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